Nemico

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Il sole ardeva secco e pesante, immobilità assoluta, non tirava un filo d'aria.
Tutta la classe era radunata in un unico grande gruppo al centro di un campo polveroso in terra gialla, nessuno si sarebbe stupito se ci fossero state crepe nel terreno talmente era arido. Si trattava di uno spiazzo posto tra i vari edifici chiusi nel recinto in cui avevano svolto le prove pratiche, l'ombra era un lontano miraggio tra l'ondulata allucinazione data dalla calura estiva.

In classe avevano avuto modo di scambiare solo poche chiacchiere che Aizawa li spedì immediatamente a cambiarsi dicendo loro di indossare la divisa da missione e che il ritrovo sarebbe stato tra il campo d'allenamento 5 e 6.
Appena arrivati sul posto Kaminari e Mineta avevano cominciato a sgomitarsi a vicenda, intenti a commentare le forme scoperte di Yaoyorozu, ma l'entusiasmo svanì presto sostituito dall'affanno per la temperatura tremenda.
I minuti passavano, passavano, passavano.

"Forse dovremmo tornare in classe? Forse abbiamo capito male?"
Izuku e Uraraka formulavano ipotesi a cui partecipavano anche gli altri ragazzi e Iida riuscì a convincerli che quelle opzioni fossero pressoché impossibili e che non dovessero muoversi da lì.

Mineta voleva assolutamente andare all'ombra e Denki con lui, Kirishima provava a farsi aria con entrambe le mani e tirava continuamente indietro i propri capelli dato che con il sudore stavano perdendo la loro solita forma. Shoji aprì le ali e riuscì a riparare se stesso, Mina e Aoyama, mentre Asui si sedette per terra e disse che quel caldo non la infastidiva affatto.

Ogni minuto passato, ogni chiacchiera inutile in più corrispondeva ad un nuovo nervo saltato per Bakugou. Gli sarebbe potuta scoppiare la testa da un momento all'altro, sentiva il sangue pulsare nelle tempie, il sudore gli colava dalla nuca, sulla gola e sul collo, gli stava già imbrattando la canottiera appena ricucita.

"Non dovete muovervi da lì" aveva detto Aizawa, e a Katsuki sembrò sensato quando Iida sostenne che dovessero seguire le direttive dell'uomo. Odiava concordare con uno degli amici di Midoriya.

"Beh ragazzi" intervenne Yaoyorozu interrompendo l'ennesimo scambio di opinioni tra gli altri del gruppo.
"Non sappiamo quanto dovremo stare qui e io non ho intenzione di rischiare e disobbedire ad Aizawa, perciò..."

D'improvviso la sua pelle cominciò a brillare e quelli più vicino a lei balzarono all'indietro.

"Ma che cazzo..."
Katsuki sgranò gli occhi, portò in automatico un braccio in avanti pronto ad ogni evenienza.

Le macchie fluorescenti che le si erano formate su un fianco e su una coscia lentamente si fecero più intense per poi svanire, ma da esse cominciarono ad uscire oggetti scuri. Non era esattamente una scena che si vedeva tutti i giorni e Hagakure e Uraraka sembrarono un po' inorridite.

"Ecco... per voi."
Yaoyorozu ora teneva in mano quattro ombrelli neri, di quelli richiudibili.

"Momo, ma tu... è così che riesci a creare nuovi materiali?" domandò Sero prendendo uno dei tre oggetti.

"Già" confermò imbarazzata, asciugandosi un po' la fronte con il dorso di un braccio.

Bakugou era esterrefatto, ma cercava di non darlo a vedere. Lui poteva distruggere gli ostacoli, combattere i nemici, ma il potere della ragazza sembrava davvero... soprannaturale.
D'improvviso si chiese cosa sapessero veramente fare gli altri.

"Al diavolo!" sbottò.

"Kacchan..."

"Bakugou!"

Izuku ed Eijiro provarono a richiamarlo quasi all'unisono, ma lui se ne stava già andando verso lo spiazzo d'ombra proiettato dall'edificio 5.

"Finché staremo lì non cambierà un cazzo, io me ne vado!"

Dannato IstintoWhere stories live. Discover now