Todoroki Shoto

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Le luci erano spente fatta eccezione per una lampada chiara e neutra puntata contro il legno scuro della scrivania, la quale sembrava antica e di fattezze pregiate.
Altri mobili dello stesso colore riempivano il perimetro della stanza dando all'ambiente un aspetto ricercato e completamente al di fuori di ogni aspettativa.

Una sedia era posta all'esatto centro della camera e sembrava bagnata, ma Bakugou non riusciva a capire bene vista la penombra, poté fare affidamento solo sul luccichio proveniente da essa.

Todoroki trafficava sul ripiano in legno, ma era di spalle e proprio non si capiva cosa stesse facendo. Pantaloni lunghi della tuta e una maglietta in cotone. Come faceva a non avere caldo?

"Hai qualcosa di diverso" disse con tono neutro pochi secondi dopo che Bakugou chiuse la porta dietro di sé.

"Di cosa parli?"

Nessuna risposta.
Il biondo si ricordò immediatamente la ragione per cui avesse deciso di chiudersi nella propria camera dopo l'iniezione.
Il suo cervello sembrò scaldarsi, iniziò a sentirsi privo d'ossigeno e la già scarsa pazienza di cui era provvisto scivolò via insieme ad uno sbuffò irritato.

"Ohi bastardo, parlo con te."

Si avvicinò minaccioso, gli sembrò di attraversare una sorta di membrana creata da quel profumo sconvolgente, l'altro non accennò affatto a voltarsi.

Fece per prenderlo per una spalla e strattonarlo, ma vide cosa stava facendo e si bloccò con la mano a mezz'aria.

Diverse bende sporche di sangue erano morbidamente appallottolate sul tavolo pregiato, mentre Shoto era intento ad aggiungerne altre srotolandosele dalle mani.
Le dita affusolate e lunghe della destra raccoglievano in una matassa scomposta quelle sulla sinistra, mentre si vedevano chiaramente le nocche abrase e le ferite superficiali espandersi in macchie astratte.

"Che ti sei fatto?" domandò Katsuki, interessato ma non sconvolto.

"Mi sto allenando."

Quel genere di risposta lo faceva imbestialire, e Todoroki faceva sempre così. Non gli dava mai tutto quanto, si fermava sempre al minimo indispensabile e a volte nemmeno quello.

E come hai fatto a rovinarti le mani in quel modo?
E non pensi di dover andare in infermeria?
E chi te l'ha detto che tu ti stia allenando nella maniera giusta?

Ma no, non gli avrebbe fatto tutte quelle domande. Alla fine non gli interessava per davvero.

"Sono salito per dirti di smetterla di far casino, non riesco a concentrarmi" buttò lì acido, indugiando sugli avambracci del ragazzo. Vene leggermente in rilievo, gocce di sudore che colavano fino al polso sinistro mentre sul destro solo ustioni.

"E perché sei entrato in camera mia?" gli chiese Shoto senza alcuna inflessione, rischiando di essere tramortito da una botta in testa lì è subito.

"Che cazzo di domanda sarebbe?!"

Il ragazzo di spalle aprì e chiuse le dita un po' di volte facendo danzare i tendini sottopelle, le ossa sottili in rilievo sui dorsi delle mani.
Così calmo, così distante ed irraggiungibile, Todoroki sembrava non provare mai emozioni. Bakugou si chiese se fosse così anche prima della mutazione.

"Non mi sembra ti stia scoppiando il cuore e non sai solo di... non so, calore... hai qualcosa di speziato addosso."

Shoto si voltò ed incontrò gli occhi confusi dell'altro, la sua fronte aggrottata.

"È ciò che hai di diverso" aggiunse per farsi capire meglio.

Katsuki si era quasi dimenticato che il bastardo sentisse le sue reazioni fisiche, ma nell'esatto istante in cui lo vide in faccia si dimenticò anche tutto il resto.

Dannato IstintoWhere stories live. Discover now