45 • resta per cena

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Lunedì 10 dicembre
2018

Jimin si era quasi messo a piangere prima di dire che se ne sarebbe tornato a casa, ma Hoseok lo aveva fermato. Si era alzato anche lui e gli aveva messo una mano sulla spalla. Era bastato quel piccolo gesto per bloccare il minore che silenzioso dipendeva da ciò che avrebbe detto il suo Hyung. Si erano scambiati un lungo sguardo. Gli occhi di Hoseok gli erano parsi indecifrabili, non stava capendo più nulla ed il terrore di sbagliare ancora non lo aveva lasciato nemmeno per un istante. Mentre sbatteva le ciglia aveva sperato che non una sola lacrima cadesse sulle sue guance. Hoseok raramente gli aveva parlato in quel modo, ma era sempre capace di colpirlo in pieno e farlo stare da schifo.

Si sentiva in colpa perché ogni suo comportamento sembrava allontanarlo sempre di più da lui, ma non poteva fare diversamente. La parte più egoista di sé, quella che si prendeva cura delle sue priorità e che impediva agli altri di sfruttare la sua gentilezza ferendolo, gli impediva compiere azioni potenzialmente pericolose. Quindi, se c'erano persone che vivevano la loro vita in piena libertà, senza il peso di necessitare approvazione altrui e che quasi quasi non sentivano nemmeno il bisogno di fare coming out tanto erano svincolati dagli standard della società, beh, Jimin non era affatto una di queste.

Viveva nel terrore che qualcuno scoprisse la sua omosessualità, al contrario di Hoseok che era vicino all'esasperarla. A lui non importava nulla dell'opinione degli altri, vivere la sua vita già abbastanza complicato e faticoso, e sicuramente strisciare pur di essere accettato sembrava ridicolo. Paradossalmente, la maggior parte delle persone nemmeno lo prendeva sul serio, come se stesse solo scherzando, ma quando poi imparavi a conoscerlo capivi quanto fosse serio nella sua "non serietà". Ma non era qualcosa che faceva scalpore scoprire che a Hoseok piacessero i ragazzi perché la viveva con tanta naturalezza da non averlo mai nascosto. Hoseok era uno schiaffo alla luce del giorno e ti sentivi idiota dopo averlo ricevuto, ti massaggiavi la guancia riflettendo su come ti avesse aperto gli occhi, su come anche tu saresti voluto essere così libero.

Ma Jimin non era così e non lo sarebbe mai stato, sperava che Hoseok lo capisse e per un certo periodo era stato così, ma poi fu troppo complicato per il maggiore limitare se stesso per supportare l'autolimitarsi di Jimin. Sarebbe stato un ipocrita nel portare avanti la battaglia di Jimin dalla parte del "nemico".

«Hyung, per favore, lasciami andare a casa...» sussurrò con la voce tremante. Non doveva piangere. No.

Yoongi si sentiva immensamente fuori posto e anche in colpa perché d'altronde, se lui non fosse andato a casa di Hoseok, avrebbe risparmiato tutta questa situazione a Jimin. Ennesima conferma del fatto che non ne combinava una giusta. Per cercare di rispettarli il più possibile aveva abbassato il capo e si stava impegnando a pensare ad altro per non ascoltarli. Ma pensare a cosa?

«ChimChim, non ti faccio andare a casa se poi passerai la tua serata a piangere per colpa mia. Resta per cena.»
Hoseok incontrava l'irrazionalità solo quando aveva a che fare con Jimin, e non poteva più essere arrabbiato, doveva mettere da parte la sua frustrazione e delusione perché sentiva il bisogno di far star meglio quel ragazzo anche se spesso non c'era modo di riuscirci. La sua voce era stata comunque distaccata nonostante chiamandolo con quel soprannome aveva alzato di poco la temperatura artica che aveva creato parlando poco prima.

Jimin, ad essere sincero, non se la sentiva di restare ancora un minuto di più. Hoseok aveva fatto centro, avrebbe preferito passare tutta la notte tra coperte e lacrime pensando a lui e a tutto ciò a cui stava mettendo un freno. Ma comunque mille volte meglio che rimanere con lui. Di rado lo invitava a restare senza che ci fossero gli altri due amici, forse perché convinto che in loro presenza non sarebbe potuto accadere nulla che complicasse ancora di più la loro "amicizia", e avrebbe sfruttato quella situazione senza ripensamenti se non si fosse sentito così in colpa per ogni cosa.
«Hyung, i miei non sanno nemmeno che sono qui.»

•°sᴏғᴛ ɢᴜɪʟᴛʏ ᴄʜᴇᴇᴋs°• || YoonJin ||Where stories live. Discover now