59 • Prima parte

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Martedì 18 dicembre 2018

Seokjin impietrì. Si aspettava di vedere suo fratello sull'uscio di casa, coi croccantini per il gatto tra le mani, non di certo Yoongi. Influenzato tirò su col naso e lo fissò piuttosto perplesso mentre alcune gocce di pioggia bagnavano le spalle del minore. Aveva ancora le dita sulla maniglia e la strinse involontariamente quando i loro occhi si incrociarono.

«Non voglio vederti» disse Seokjin. Una gelida lama d'acciaio era uscita dalla sua bocca incidendo quelle parole sulla pelle di Yoongi.
«Non sei il benvenuto.»
Persino lui stesso non credeva che quella fosse la sua voce, che fosse stato proprio lui a dire ciò con tanta fermezza quando in quei giorni aveva solo sognato questo momento. Forse a parlare era stata la notte insonne che aveva passato tra fazzoletti, tachipirina e lacrime, perché sì, era stata una di quelle notti in cui quello che desiderava non provare per il suo migliore amico lo teneva sveglio.

«J-jin io...» le parole gli morirono in gola, lo sguardo di Seokjin le stava uccidendo e Yoongi si maledisse per essere così in soggezione.

«"Jin"» ripeté borbottando il maggiore alzando gli occhi al cielo, come se quel soprannome amichevole fosse così assurdo in quella occasione, e senza guardarlo una seconda volta gli chiuse la porta in faccia. Yoongi lo aveva visto spietato, arrabbiato, freddo, era troppo in preda all'ansia per accorgersi che anche Seokjin lo era. Quasi tremava, si era aggrappato a quella maniglia come se fosse l'unica cosa certa della sua vita. Aveva usato quella porta come uno scudo perché era spaventato a morte da Yoongi, più di quanto Yoongi lo fosse di lui, ma questo il minore non lo avrebbe mai capito.
Seokjin era terrorizzato, da Yoongi, dal suo cuore che batteva talmente forte da volergli uscire dal petto -o forse quella era il semplice istinto di vomitare-, era terrorizzato perché non sapeva come comportarsi, o per quale motivo fosse venuto a casa sua.

«Seokjin d-dai... apri» chiese con una vena di supplica nella voce posando una mano sulla superficie in legno, ma non ricevette risposta.

«Hy-hyung?» esitò, «Sei ancora là, non è così?»

«Yoongi, vattene.»

Mentre Seokjin se ne stava paralizzato con la schiena attaccata alla porta e il cuore a mille, Yoongi si sentiva come se fosse stato rifiutato. Non si era dichiarato, non aveva avuto nemmeno la minima intenzione di farlo, eppure era stato rifiutato dal suo migliore amico. Abbassò il capo portandosi una mano al viso e lentamente la sentì bagnarsi. Si strofinò le dita sugli occhi per portare via quelle gocce salate mentre si girava per tornare sempre più velocemente alla macchina del fratello. Era colpa sua. Tutte le sue paranoie e i suoi problemi avevano portato a questo. Arrivato all'auto lasciò cadere a terra la sacca con ciò che avrebbe dovuto dare a Seokjin e si coprì la bocca con una mano. Lo colpì un conato di vomito pensando che l'ultima volta che si erano visti, lui aveva preferito Namjoon a Seokjin. Ci aveva scopato, fatto sesso, pur di non affrontare Seokjin e la realtà.

Yoongi stava provando puro disgusto. Verso se stesso. Terribile, ma inevitabile.

«Ehi Yoon, che è successo?» la voce di suo fratello lo colpì alle spalle facendolo trasalire. Non si era nemmeno accorto che fosse sceso dall'auto per andare da lui. Ormai si faceva reggere dalla portiera chiusa della vettura sulla quale era letteralmente spalmato, come se fosse sul fondo di una lavatrice gigante nel mezzo di una centrifuga. La nausea che avrebbe provato in quell'assurdo caso sarebbe stata la stessa. Guardò il fratello con occhi carichi di nuove lacrime.

«N-non vuole vedermi» disse con voce  tremante. Junki lo guardò confuso, «Te lo ha detto lui?»

«Dovrei essermelo inventato?!» Yoongi fissò suo fratello negli occhi solo per un istante, non in grado di reggere lo sguardo di nessuno in quel momento, doveva concentrarsi per non mettersi a piangere.

•°sᴏғᴛ ɢᴜɪʟᴛʏ ᴄʜᴇᴇᴋs°• || YoonJin ||Where stories live. Discover now