·•Lacrime•·

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Ormai il sole stava quasi per tramontare quando Tsukki si trovava esattamente di fronte il balcone di camera di Tadashi. Tirava un vento freddissimo che continuava a far scuotere le nuove foglie degli alberi, dato l'imminente arrivo della primavera. Kei si maledisse mentalmente poiché si trovava con le mani completamente congelate per non aver preso i guanti prima di uscire, ma andava troppo di fretta: aveva bisogno di parlare con il lentigginoso e scoprire tutto ciò che c'era da conoscere. Aveva pensato di andare e suonare il campanello della porta principale di casa Yamaguchi, che tralaltro è davvero grande, ma poi ci aveva riflettuto e se davvero non ci fossero stati problemi allora anche Tadashi sarebbe potuto uscire ed entrare tranquillamente dalla porta e non dal balcone di camera sua. Pensò che anche chiamarlo ad alta voce stile anni 90 sarebbe stato ancora peggio, provò a chiamarlo al cellulare ma, per l'ennesima volta in questi giorni, rispondeva la voce della segreteria al posto suo. Dopo aver fatto un grande sospiro, il biondo abbassò la testa affranto, e guardando per terra gli saltò un'idea stupidissima, ma era disperato e "tentar non nuoce". Si piegò per prendere un sasso e lanciarlo contro il muro di camera di Tadashi. Poi ne prese un altro più piccolino e andò a colpire la finestra, e via via così. Dopo aver praticamente pulito un pezzo di marciapiede dai sassi, Tsukishima fece un sospiro più grande di quello di prima, scaraventò un sasso per terra per la rabbia e si abbandonò seduto vicino alla propria moto. O Tadashi era sordo oppure non voleva vederlo. Incominciò a fissare la finestra, sperando di potervi scorgere due occhi nocciola ma niente. L'unica cosa che si sentiva era il rumore del vento che andava a colpire tutto ciò che incontrava, come le foglie appena rinate che venivano sbrutalmente scaraventate da esso.Un po' come Tsukishima, lui è sempre stato così. Ogni volta provava a fare legami con le persone, creava qualcosa, lo proteggeva a tutti i costi, e poi, senza saperne la motivazione, finiva sempre a sbagliare ad inserire un mattone nella propria costruzione e distruggeva tutto. Così aveva capito quanto in realtà le persone sono meschine a questo mondo e che basta davvero poco per perdere tutto. Per questo Tadashi lo aveva colpito sin sa subito: il moro trasmetteva tutto tranne che cattiveria, e tutto ciò che faceva non sembrava aver mai avuto secondi fini egoisti. Per questo con lui è sempre stato più aperto e soprattutto, più se stesso. Non aveva bisogno di protteggersi bensì era Tadashi quello che doveva proteggere. Stava per andarsene quando si accorse che proprio attaccato a casa di Tadashi, prima della residenza dei vicini, vi si trovava un cancelletto a cui prima di allora non aveva mai dato fin troppa attenzione. Poggiò il casco che aveva preso per ripartire e vi si diresse. Era leggermente arrugginito, per questo quando Tsukishima riuscì ad aprilo mettendo una mano dall'altra parte, fece un gran frastuono. Una volta entrato e aver fatto qualche metro si ritrovò in un grandissimo guardino, un giardino che forse, in qualche passato, aveva ricevuto le cure appropriate, dato la grande quantità di concimi, pompe, e attrezzi di guardinaggio vari accatastati in un angolo. Adesso però, al biondo sembrava di star vedendo uno scenario post apocalittico. L'erba era secca, tremendamente secca, quasi grigia, in alcuni parti addirittura non c'era. Alcune piante erano tagliate malissimo, tutte storte, e non hanno mai avuto le cure necessarie per poter rifiorire come un tempo, e poi in fondo all'angolo, anch'esso tagliato malissimo, vi era un enorme albero, e per terra una motosega messa lì chissà quanti anni prima. Si era chinato per toccare il tronco di quell'albero quasi antico quando qualcosa lo bloccò.
《TSUKKI FERMATI》Tsukishima vide Yamaguchi e gli sembrò più bello di tutte le altre miliardi di volte che lo aveva visto. Anche se, era messo oggettivamente male: gli occhi gonfi per aver pianto, desumeva, fin troppo, e vestito con vestiti comodi, pantaloni della tuta grigi e un maglione..verde? Che colore era quello? E i capelli scompigliati che gridavano di ricevere almeno una pettinata. In tutto questo non aveva notato lo sguardo del moro completamente fermo su di lui, come se rifiutasse di vedere tutto quello che c'era attorno a lui. Ad un certo aveva iniziato a tremare, si vedeva cercasse in tutti i modi di sembrare calmo e non sull'orlo di spezzarsi lì in milioni di pezzi, e a quel punto Tsukishima si spaventò, si spaventò da morire. Vedere, il quasi suo, Tadashi in quelle condizioni, lo stava pietrificando. Era peggio di quando lo aveva visto piangere ed urlare a causa di uno specchio, molto peggio.
《Yamaguchi tutto ok?》era riuscito a dire con quel poco di coraggio che aveva trovato all'interno di se stesso. In tutto questo a Tadashi stava letteralmente gelando il sangue, girava la testa, e a momenti credeva che avrebbe vomitato. Tsukishima si trovava a casa sua, nel suo guardino, posto che non aveva più visto da quando suo padre lo aveva letteralmente distrutto e vederlo così, dopo quegli anni, lo stava distruggendo.
《TADASHI》una voce a lui fin troppo familiare lo stava chiamando dalla porta finestra che dava dal salotto al giardino. Ne era sicuro, stava tremando dalla paura. Tsukishima seduto lì davanti all'albero lo osservava come se ne fosse impaurito, e Tadashi gli stava facendo conoscere la persona che gli aveva reso la sua vita impossibile. Il padre di Yamaguchi, si era girato a guardare il biondo, e Kei aveva capito subito che nonostante da fuori sembrasse tranquillo, i suoi occhi dicevano tutt'altro e anche la reazione di Tadashi alla sola sua presenza lo faceva preoccupare. Improvvisamente però, l'adulto abbracciò il moro con quello che sembrava tutto tranne che un abbraccio affettuoso,o almeno ne era la pessima copia. Non sapeva se si potesse vedere dalla sua espressione, ma il lentigginoso era disgustato, quasi schifato da quel contatto, ma cercò di contenersi. La sua espressione mutò quando quell'abbraccio diventò sempre più stretto, tanto che faceva quasi male e poi ad un certo punto il padre del moro gli sussurrò una cosa all'orecchio. 《Ci vediamo dopo. 》E aveva pronunciato quelle parole con così tanta tranquillità e contemporaneamente così tanto odio, che Yamaguchi aveva già capito tutto. Poi l'adulto se ne rietrò in casa chiudendosi alle spalle la porta finestra. A quel punto il moro senza degnare di uno sguardo il biondo si recò fuori dal cancelletto e stava per risalire in camera sua, ma Kei ripreso da tutto quello che era successo glielo stava impedendo.
《Yamaguchi chi era quell'uomo》aveva detto inizialmente. Nessuna risposta, lo sguardo vuoto dell'altro bastava più di 100 parole. 《Mi spieghi qualcosa per favore》di nuovo. Tadashi sentiva solo un suono ovattato e basta, non voleva vedere nessuno, voleva solo andare in camera sua e fare l'unica cosa che sapeva di saper fare bene:piangere. Tsukki aveva cercato di fermarlo ma ogni volta che lo taccava si scansava come se il suo tocco gli desse fastidio. 《Yamaguchi per favore》un'altra volta. Tadashi stava cominciando a perdere la pazienza, non riusciva neanche ad essere felice del fatto che fosse venuto lì per lui, magari voleva sistemare le cose, ma ora come ora non ci vedeva più per le troppe emozioni. 《Yamaguchi mi stai facendo preoccupare》sarà stata la 14esima volta che lo diceva? Si stava davvero arrabbiando. Con uno scatto si era girato verso il biondo con uno sguardo colmo d'ira. 《Che c'è? Mi lasci in pace? 》aveva provato ad avere la voce ferma, ma tutto ciò che gli era riuscito era solo una voce troncata dal dolore e dalla voglia matta di lasciarsi andare in un urlo disperato. Yamaguchi era sempre stato una persona debole, lo sapeva, e questa volta non sapeva se avrebbe retto. Ma così, in un attimo, è bastato vedere gli occhi dell'occhialuto che sembravano preoccupati,ma veramente preoccupati. Non era quella finta preoccupazione, non quella che aveva visto sui visi dei compagni di suoi ex compagni di classe quando era morta sua madre, nemmeno quella che aveva visto tante volte sulla faccia del padre quando faceva finta di essere davvero una figura paterna. No, sembrava davvero, da quel che vedeva in quegli occhi, che a Tsukishima gli interessasse di lui. Ci fu un attimo di silenzio, i loro sguardi si incrociarono, e a quel punto Yamaguchi si lasciò completamente andare. Scoppiò a piangere, cadde per terra, completamente affranto, e vicino a lui si sedeva il biondo che lo abbracciava accarezzandogli la schiena. Ad un certo punto, dopo forse un'eternità, Tadashi non sentì più il calore del corpo dell'altro su di lui. Aprì lentamente gli occhi, ormai il cielo era diventato completamente nero ed era pieno di stelle. Ma in tutto lo splendore che la natura gli stava offrendo l'unica cosa veramente meravigliosa che Yamaguchi riusciva a vedere era Tsukishima che gli porgeva la mano, nel mentre che sorrideva. E a Tadashi sembrò che tutto quello che era successo fosse semplicemente scomparso, con un dolcissimo sorriso, una di quelle cose così rare e preziose che il biondo riservava solo a lui. Poi gli aveva detto 《Vieni con me》e non avrebbe mai avuto dubbi su cosa fare.

Colpo di scena, questo capitolo quasi mi piaceeeeeee! Assurdo, un capitolo che mi piace non lo troveremo mai più. Più andiamo avanti più il mio Tsukishima si distacca un botto da quello del manga, MA VABBE SUVVIA!
Vorrei fare tante di quelle cose con i personaggi, ma credo non le farò mai lol. E niente ho il raffreddore ciao.

𝐃𝐞𝐚𝐝 𝐭𝐨 𝐦𝐞🌸||𝘛𝘴𝘶𝘬𝘬𝘪𝘺𝘢𝘮𝘢Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora