·•Colori•·

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Erano saliti sul motorino e Tadashi si teneva a Tsukki come se fosse l'unico aggrappo che avesse nella sua vita, come se, se si fosse staccato, sarebbe caduto in un profondo spiraglio di solitudine. Tsukki andava più veloce del previsto, forse perché aveva paura che il padre di Tadashi li avrebbe raggiunti a momenti, oppure perché voleva semplicemente tornare a casa e rassicurare Yamaguchi con tutti i mezzi che aveva. Aveva capito che il lentigginoso aveva fino al quel momento creato una specie di maschera per il quale era un semplice ragazzo timido che doveva entrare in casa dalla finestra. Non era difficile capire che c'era qualcosa che non andava in lui. O almeno, per Tsukishima non era stato difficile. Aveva capito che c'era qualcosa che non andava dal loro primo incontro:quando aveva visto tutti quei lividi e ferite sul suo corpo. E adesso che aveva conosciuto il padre, forse, aveva capito tutto. Ma sarebbe dovuto essere Tadashi quello che si doveva aprire con lui, non avrebbe forzato nulla. Arrivati alla roulotte ormai era buio pesto, il biondo aiutò Tadashi a scendere dal motorino e lo portò dentro. Si diressero in camera da letto e si sedettero entrambi. Tadashi voleva smettere di piangere, non voleva che Kei li vedesse in quelle condizioni, non doveva vederlo così. Eppure appena sentiva la mano del biondo stringere la sua, e con l'altra mano gli accarezzava delicatamente i capelli, si sentiva talmente al sicuro che si convinceva che per una volta, quella maschera, poteva levarsela. A Tsukishima faceva un male cane vedere Tadashi in quello stato. Avrebbe voluto chiedergli il perché della sua reazione, avrebbe voluto scusarsi per l'ultima volta, avrebbe voluto che Tadashi dicesse qualsiasi cosa, ma sapeva, che in quel momento il moro non voleva parlare. Quindi se ne stava lì, in silenzio, cercando almeno di farlo sentire meglio. Il biondo capì che sarebbe stato meglio per il moro dormire, per questo si sdraiò sul letto con Tadashi che lo abbracciò andando a poggiare la testa sul petto di Kei. Bastò veramente poco e il lentigginoso cadde in un sonno profondo. Tsukishima continuò ancora per molto ad osservarlo, ad osservare colui che era diventato la sua vita, la ragione del suo sorriso, colui che rendeva le giornate sempre belle. Continuava ad accarezzargli quei capelli che amava tanto, ed ad ammirare quelle lentiggini che gli macchiavano il viso in un modo così delicato e bello che a Tsukki quasi veniva una strana voglia di baciarle una ad una. Immerso in questi pensieri dopo un po' si addormentò anche lui.
La mattina seguente fu risvegliato dal battito del cuore che aveva sotto di lui e dal petto che si gonfiava e sgonfiava in modo regolare. Aprì lentamente gli occhi, stanchi e tremendamente secchi per le troppe lacrime versate, e fu velocemente accecato dalla luce del sole che entrava dalla piccola finestra alla destra. Alzò lentamente lo sguardo e si rese conto del modo in cui aveva dormito tutta la notte: abbracciato a Tsukki e con la testa sul suo petto. Gli venne quasi da urlare ma non lo fece per non svegliare il più alto, si limitò semplicemente a diventare rosso come un pomodoro. Dopo un po' in cui stava, leggermente, ma solo leggermente, fissando il ragazzo dai capelli biondi, quest ultimo aprì gli occhi con una lentezza disumana. Nel mentre il lentigginoso aveva aperto leggermente la bocca perché, senza occhiali Tsukki era veramente bello.
《Buongiorno》aveva detto il biondo, e per fortuna che non aveva gli occhiali perché Tadashi aveva assunto una faccia davvero molto imbarazzante, tra il meravigliato e l'affascinato. 《B-Buongiorno 》era riuscito a dire con quel poco di voce che credeva invece di aver perso. Il biondo lo guardò e gli sorrise. Prese gli occhiali che stavano sul comodino per poi metterli.
《Vado a preparare la colazione》annunciò per poi dare un leggerissimo bacio sulla fronte di Tadashi e andarsene in cucina. Una volta arrivato in cucina, non riuscì a capire dove aveva trovato la forza di fare quel gesto così innocente ma che in quel momento sembrava la cosa più grande che avesse mai fatto. In tutto questo, Tadashi stava soffocando di imbarazzo nel cuscino. Riuscì a preparare, con qualche difficoltà, qualche pancake, e li portò in camera da Tadashi. Li mangiarono insieme a letto, senza dirsi niente.
《Come ti senti? 》ruppe il ghiaccio Kei
《M-meglio di ieri.. Grazie tante.. 》balbettò in qualche modo l'altro. Mangiarono ancora un po' in silenzio. 《Hey Tadashi.. Ti sei sporcato qui》Kei poggiò il dito sull'angolo delle labbra dell'altro per pulirlo. Tadashi diventò tutto rosso e quasi saltò per la paura di quel contatto con l'altro. 《Senti Yamaguchi... Riguardo quell'altro giorno io non volevo fare quello che ho fatto, c'è insomma, forse volevo, però non dovevo saltarti addosso...》
《Lo so Tsukki lo so, non ti preoccupare, la mia è stata una reazione fin troppo esagerata》
《E allora perché sei scappato in quel modo, urlando che io gioco con i tuoi sentimenti cosa assolutamente non vera? 》Tadashi cominciò a sentirsi in difficoltà: non voleva aprirsi con il biondo, se non avesse più voluto avere a che fare con lui dopo avergli spiegato di suo padre? No no, non lo poteva permettere. Tsukki era speciale, avrebbe fatto di tutto per non distruggere la loro amicizia, o qualsiasi cosa fosse il loro rapporto. 《Ero stanco.. Non ho mai ricevuto quei tipi di contatti insomma.. 》un forte rumore della mano di Tsukki che sbatteva sul vassoio dove prima vi ci erano i piatti con i pancake e ora solo piatti sporchi. 《Yamaguchi basta fingere, mi puoi dire tutto lo sai》
《Io non sto fingendo... 》
《Quando menti cominci a grattarti una tempia con l'indice, e lo stai facendo proprio adesso 》Tadashi si rese conto che effettivamente lo stava facendo.
《Ti stai sbagliando Tsukki sono serio》
《E adesso cominci a dire che mi sto sbagliando e sono pazzo perché tu cerchi di insabbiare tutto ma in realtà sai che ho capito già tutto》Tadashi spalancò gli occhi
《Ma, cosa sei un mago? 》
《Semplicemente nonostante ci conosciamo relativamente da poco, ho passato più tempo con te che con mia madre. Ti conosco Yamaguchi, più di quanto tu te ne sia accorto》Tadashi se ne stava veramente meravigliando, aveva notato che Tsukishima lo aveva sempre osservato dettagliatamente e che nonostante non sembra ascolta tutto ciò che dice, ma non si aspettava che avesse accumulato così tante informazioni.
《Fai così con tutti? 》
《No, solo con te》I loro sguardi si erano incrociati, giallo nel marrone, ma Tadashi non riusciva sopportare più di tanto il contatto visivo.
《Allora mi vuoi dire la verità?》Un momento di silenzio, un lungo sospiro.
《Io... ho paura Tsukki》aveva pronunciato così senza paura, ormai la sua maschera stava andando in frantumi.
《Ho paura che se ti dicessi tutto di me scapperesti e non mi vorresti più nella tua vita》il rumore della maschera che cade dal suo viso. 《Yamaguchi guardami》gli prese leggermente il viso per permettere all'altro ragazzo di non distogliere lo sguardo come invece era solito fare. 《Non farò mai nulla del genere, non permetterò a nessuno o a niente di dividerci per me tu sei... Importantissimo》e questa volta lo sguardo l'aveva distolto lui. Yamaguchi rimase spiazzato da quelle parole, talmente tanto che gli parve di essere impazzito quando notò un leggero rossore delle guance di Kei.
《Ho perso mia madre quando ero piccolo》non sapeva dove aveva preso quel coraggio, non lo sapeva, però ormia aveva parlato e non poteva più tirarsi indietro. Il biondo alzò lentamente lo sguardo per poter guardare gli occhi di Tadashi, in modo da poter studiare ogni suo movimento, per studiare meglio le sue sensazioni.
《Mi dispiace tanto.. 》
Un altro grande respiro.
《È successo così, da un momento all'altro. Il giorno prima io e mia madre passavamo le giornate nel giardino a curare tutte quelle bellissime piante, il giorno dopo era su un letto di ospedale sofferente. 》cominciarono a tremargli la voce e la vista gli diventò sempre più appannata.
《Dopo la sua morte me la cominciai a prendere con lei, perchè.. dio, non ho capito, non capivo, perché.. perché mi doveva lasciare così... Ho odiato la mia vita, l'ho odiata, ma forse quello che ne è uscito più distrutto è stato mio padre. Dopo la morte di mamma ha cominciato a disintegrarsi. Riuscivo a vedere, per quanto tanto traspariva nei suoi occhi, il suo odio per la vita. Il dolore lo stava soffocando...》Le lacrime imploravano di uscire, ma non voleva e non avrebbe pianto di nuovo davanti al biondo.
《E così la mia vita è andata a puttane. Letteralmente. In classe mi prendevano in giro per il mio aspetto, per il mio carattere troppo timido. Non riuscivo a contenere tutto questo, quando c'era mia madre era fattibile sopportare ma dopo...Quando tornavo a casa, e tu ti immagini che doveva essere come un rifugio no? Il posto più sicuro dove stare. E invece no, preferivo rimanere 24 ore su 24 in quell'aula in quella scuola, piuttosto che tornare a casa》Tsukishima lo guardava con occhi pieni di tristezza e che gli stavano palesemente dicendo "avanti, puoi sfogarti, ci sono io insieme a te". Cominciò lentamente a piangere, ma ogni lacrima veniva pulita dalle calde mani di Tsukki, che sembrava, facendo quel piccolo gesto, scacciare tutta la tristezza di Yamaguchi con un solo tocco. Sognava di poter cancellare tutte le sue sofferenze così, come stava facendo con le sue lacrime in quel momento.
《E invece no》strinse la mano in un pugno. 《Mio padre mi ha rovinato... 》Kei non riusciva a distogliere il duo sguardo dal moro, diventando sempre più allarmato.
《Che cosa ti ha fatto? 》Yamaguchi stringeva i denti, voleva urlare, voleva scappare, voleva cancellare tutto, voleva smettere di soffrire così tanto. Era la prima volta che ne parlava con qualcuno, era la prima volta che si sfogava.
《Tante cose Tsukki》gli occhi ricolmi di odio fissavano il biondo.
《Come credi io mi sia procurato tutte queste ferite, eh? Come credi che lo abbia fatto? 》E stava per scoppiare, come una bomba, a momenti avrebbe fatto tutto a pezzi. 《La mia vita fa schifo, per tanto tempo Tsukki, per tantissimo tempo, vedevo grigio. Ho visto solo ed unicamente grigio per gran parte della mia vita. Non sentivo niente e non mi importava niente. Mio padre mi picchiava? Non mi interessava. La scuola? L'ho lasciata, non è più un mio problema. 》Un momento di silenzio, forse non solo un momento, forse erano più ore, o forse anni.
《Poi sei arrivato tu》
Tsukishima si bloccò di colpo.
《Sei arrivato tu che sei piombato dal nulla, che mi volevi derubare e che invece sei finito ad aiutarmi a rubare dell'alcool che dovevo consegnare a mio padre altrimenti mi avrebbe frustato a sangue.》
Era nato un piccolo sorriso tra le labbra di Tadashi a quel piccolo ricordo.
《Ho ricominciato a vedere. Ho ricominciato a vedere pian piano tutti i colori. Il giallo, il rosso , il blu... Tutti i colori. Ho pensato che se il fato ci ha fatto incontrare, forse non mi odia così tanto. Così ho ricominciato anche a vivere, mi sono ricordato come sono fatto, i miei atteggiamenti, i miei difetti. Tutte quelle cose che avevo soffocato sono quasi riapparse nella mia vita. Ho affrontato i miei problemi sapendo di dover andare avanti, perché c'eri tu che mi aspettavi fuori dalla finestra con il tuo motorino nero per portarmi chissà dove. Mi hai salvato, e non so non so se riuscirò mai a ringraziarti per davvero. Magari dopo tutto queste cose che ti ho detto vorrai andartene via, forse ora ti faccio schifo. Io so solo che mi hai migliorato la vita. E quel bacio, è stato il miglior regalo che tu mi avresti mai potuto fare》
Si bloccò, aveva detto così tutto velocemente, che non si era reso conto. Tsukishima aveva appena assistito ad un suo completo flusso di coscienza. Si portò le mani sulla bocca, quasi per impedirsi da solo di dire qualche altra cretinata. Kei era rimasto tutto il tempo immobile ad osservarlo ed ascoltarlo, tenendogli,fino a quel momento, le mani strette in modo tale che non potesse scappare da lui. 
《Tadashi sai una cosa? 》Yamaguchi rimase colpito dal fatto che lo avesse chiamato così. Kei gli spostò le mani dalla bocca e poi poggiò le proprie sul viso del lentigginoso.
《Anche tu mi hai salvato》
Si avvicinava sempre di più.
《Anche io ho ricominciato a vedere》
Pochi centimetri li dividevano ormai.
《Ma soprattutto, mi hai fatto ricredere su una cosa》
Il biondo si leccò le labbra mentre fissava ardentemente le labbra dell'altro.
《Cosa? 》
I loro sguardi si incrociarono di nuovo, e sembrava sempre come se fosse la prima volta che si guardavano a vicenda.
《Mi hai fatto ricredere nell'amore》
Detto ciò la distanza diventò nulla, le labbra di Kei si erano appoggiate a quelle di Tadashi. Quel contatto così tanto desiderato che non vedeva l'ora di ricevere era stato ottenuto. Da quel leggero contatto cominciarono a baciarsi appassionatamente, cominciò una danza tra le loro lingue, uno scambio di saliva intenso. Nessuno dei due voleva mollare l'altro, tutte e due avevano un bisogno morboso dell'altro. Si staccavano solo per respirare. Si sentivano a casa, si sentivano nel posto giusto, si sentivano loro stessi giusti e sembrava che ogni cosa, ogni problema, fosse improvvisamente sparito nel nulla. E avrebbero continuato così per ore, a toccarsi ed a studiarsi a vicenda. Ormai potevano distinguere ogni tipo di colore. Ora che erano insieme, il grigio non si sarebbe più ripresentato.

HEYYY RAGAZZIII SONO TORNATA. Dopo due mesi sono ancora viva. La mia storia sta partecipando ai wattys2019 e niente non vincerò ma già solo partecipare mi rende felice. Capitolo bello lungo questa volta, lo avevo cominciato a scrivere un bel po' di tempi fa e avevo perso l'ispirazione. Stasera non avevo nulla da fare ed eccoci qui! Più vado avanti più mi vengono idee in mente, credo che questa storia sarà mooolto lunga. Perdonatemi. Tornerò presto!
Si spera.

𝐃𝐞𝐚𝐝 𝐭𝐨 𝐦𝐞🌸||𝘛𝘴𝘶𝘬𝘬𝘪𝘺𝘢𝘮𝘢Where stories live. Discover now