Capitolo 4

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Artù si stava dirigendo nella sala del trono sotto richiesta di suo padre.
Mentre camminava continuava a pensare a Merlino e ai brevi eventi accaduti in una sola mattinata, ogni secondo che passavo lo desiderava sempre di più... Ma si chiedeva ogni tanto da dove emergesse questo strano desiderio verso il giovane servo.

I suoi pensieri si fermarono una volta giunto davanti alle porte della sala.

Le guardie ai fianchi delle porte le aprirono all'unisono per poi richiuderle una volta che il principe vi entrò.

-Padre, mi avete fatto chiamare?-

Chiese il giovane erede di Camelot con un velo di fastidio per la chiamata improvvisa del re e in un momento che non avrebbe voluto che si interrompesse.

-Si Artù, uno dei nostri cavalieri ricognitori mi ha comunicato che un gruppo di banditi si aggira nei territori di Camelot saccheggiando e massacrando i villaggi.-

Il re non faceva altro che fare avanti e indietro con le braccia conserte in una passeggiata continua davanti agli occhi di Artù, fin che non si bloccò guardando il proprio figlio.

-Voglio che tu li stani e che gli faccia pentire di aver messo piede nelle nostre terre prima del tramonto.-

-Con tutto il rispetto padre ma, sono solo un gruppo di banditi e poi potrebbero essere ovunque, le nostre terre sono vaste e non basterà un solo giorno per trovarli.-

-Non mi importa Artù! Voglio che spariscano dalla faccia della terra il prima possibile, non lascerò che il mio popolo venga ucciso e saccheggiato! Cosa potrebbe pensare la gente se il loro re non facesse niente rimanendo impassibile davanti anche solo alla più piccola minaccia?-

Artù rimase in silenzio, incapace di rispondere ulteriormente, perché sapeva che il padre aveva ragione, ed egli non ometteva scuse.

-Se questa è la tua ottica non sarai in grado di proteggere il regno una volta che diverrai re..-

A quelle parole il sangue di Artù gelò, e allo stesso tempo ribollì di rabbia; ma rimase lo stesso in silenzio mentre il suo sguardo sempre fisso sul padre si abbassó leggermente. Accettò la richiesta del re, gli fece un inchino con la testa e uscì dalla sala del trono.

Il principe andò a cercare Ser Lion e una volta trovato, con egli che lo salutò con rispetto, gli disse solo:

- Prepara i cavalieri e i cavalli, partiamo subito. -






Ser Lion ubbidì all'ordine datogli da Artù e iniziò a radunare gli altri cavalieri, e nello stesso tempo cercò anche Merlino per avvertirlo dell'immediata partenza, oramai sapeva che il servo accompagnava il principe in ogni spedizione rischiosa o meno che poteva essere, dopo aver vagato per molto tra i numerosi corridoi e stanze del castello, perse le speranze, forse Artù lo aveva già avvisato.

Ser Lion si diresse verso le stalle, esattamente fuori dal castello, per preparare i cavalli e tutto un tratto nel suo campo visivo cadde una corta chioma nera vicino alla criniera di un purosangue dal manto marrone lucido, il cavallo di Artù, non aveva dubbi su chi era e a poca distanza dall'interno delle stalle chiamò il nome di quella chioma corvina con un gran sorriso.

-Merlino !-

Il ragazzo sentendosi chiamare alzò la testa per vedere chi fosse, e il giovane cavaliere ricevette un sorriso pieno di gioia.

- Ser Lion, cosa vi porta nelle stalle in mezzo.. alla puzza della pupù dei cavalli. -

Merlino si dovette tappare le narici dopo aver sentito il fetore delle feci del cavallo del principe di cui si stava curando che gli aveva fatto un regalo non tanto profumato.
Ser Lion rise sinceramente dell'accaduto, e dopo essersi ripreso con un respiro profondo ed un piccolo sospiro riprese a parlare.

Enchanted - Artù x MerlinoWhere stories live. Discover now