12.

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Passarono giorni prima che Dylan e Thomas riuscissero a parlare di nuovo. Erano entrambi impegnatissimi con il lavoro e a malapena trovavano il tempo di scriversi il buongiorno a volte. Era una situazione che non piaceva a nessuno dei due. Anche quando stavano ancora insieme trovavano difficilissimo accettare di stare lontani per troppo tempo, a volte anche senza sentirsi per telefono. Inoltre neanche il fuso orario era troppo loro amico: Dylan lavorava maggiormente a Los Angeles mentre Thomas era solito avere progetti cinematografici o teatrali in Inghilterra, quindi trovavano sempre parecchio difficile riuscire a ritagliare del tempo per loro due.

Ormai febbraio era iniziato e Dylan non ne poteva più di non sapere cosa stesse facendo Thomas. Ormai si era riabituato a riaverlo nella sua vita e si sentiva molto stressato da quella situazione. Non sopportava di non parlargli per così tanto tempo. Gli sarebbe andato bene anche discuterci, pur di avere un qualsiasi contatto con lui.

Quel giorno decise quindi di chiamarlo. Magari avrebbe risposto, chi poteva dirlo? O forse si sarebbe ritrovato la chiamata persa e lo avrebbe contattato quando avesse potuto. Il telefono squillò per qualche minuto e Dylan si convinse che non avrebbe ricevuto risposta, finché non sentì la voce del ragazzo biondo dall'altra parte del telefono.

"Pronto?" rispose Thomas, con voce roca.

Dylan restò paralizzato per qualche secondo. Era passato così tanto tempo da quando aveva sentito la sua voce l'ultima volta.

"Ciao Tommy. Stavi dormendo?" chiese.

"Dyl, ehi, tesoro... Sì, dormivo. Qui sono le due di notte." rispose Thomas, stropicciandosi gli occhi.

Era stanchissimo, dato che lavorava ininterrottamente da giorni ormai, ma non avrebbe rinunciato a parlare con il ragazzo che amava per niente al mondo. Gli mancava tantissimo e si sentiva in colpa per non essere riuscito a ritagliare del tempo per loro due nella sua routine quotidiana.

"Oddio è vero!" esclamò Dylan, guardando l'ora sullo schermo del suo cellulare "Mi ero completamente dimenticato del fuso orario, scusami."

Si morse il labbro, sentendosi maledettamente in colpa per aver svegliato il ragazzo nel bel mezzo della notte. Sapeva che Thomas aveva bisogno delle sue otto ore di sonno ininterrotte per poter lavorare bene il mattino dopo.

"Non preoccuparti. E' successo qualcosa?" chiese il ragazzo biondo, ancora con la bocca impastata.

"No, volevo solo sentirti. Mi mancavi."

"Mi manchi anche tu, Dyl."

Dylan pensò di svenire. Prima aveva sentito la sua voce roca del mattino, poi lo aveva chiamato 'tesoro' e ora questo. Era troppo da sopportare in una sola volta. Il suo cuore era debole.

"Ora ti lascio dormire. Di sicuro avrai molto lavoro da fare domattina."

"No, dai. Voglio parlare con te." piagnucolò Thomas.

"Devi dormire Tommy. Buonanotte, ci sentiamo per messaggio." disse Dylan, per poi chiudere la chiamata.

Non perse tempo e decise di scrivergli un messaggio, che probabilmente avrebbe visto il mattino dopo.

Dylan:
Mi era mancata la tua voce. Mi era mancato sentirmi chiamare 'tesoro' da te. E ti giuro che sto facendo tutto il possibile perché questa torni ad essere la nostra quotidianità. Ti prometto che, sempre se lo vorrai, tornerai da me. Farò in modo che tutto vada per il verso giusto.

want you back [dylmas]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora