16.

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Dylan:
Cosa vuoi dire? 

Thomas:
Voglio dire che di fatto non stiamo facendo nessun passo avanti, Dylan.

Dylan:
In che senso?

Thomas:
Nel senso che è ancora tutto uguale a quando ci siamo lasciati. Non è cambiato nulla da un anno a questa parte.

Dylan:
Però ci amiamo ancora.
Stiamo ancora bene insieme. Giusto?

Thomas:
Dyl, per favore, non ho mai detto che non ti amo o che non sto bene insieme a te. Non cacciare fuori cose che non c'entrano nulla con il discorso che stiamo facendo.

Dylan:
Non puoi costringermi a fare coming out se non sono pronto, Tommy. Non spetta a te decidere.

Thomas:
Non ti sto costringendo né ho intenzione di decidere al posto tuo quando deve succedere. Lo sai che non mi permetterei mai.

Dylan:
Eppure mi stai ponendo davanti a una scelta: o lo faccio oppure non c'è speranza che torniamo insieme.

Thomas:
Non ti sto obbligando a fare nulla.
E' una tua decisione.

Dylan:
Ma sai quanto ci tengo a te, Thomas! Lo sai! Sai che pur di stare con te farei qualsiasi cosa, diamine! Mi amputerei un arto, se fosse necessario. Ma questa è una cosa molto più difficile per me.

Thomas:
È difficile perché hai paura di restare solo. Si riduce sempre tutto allo stesso problema.

Dylan aveva voglia di urlare, di urlare talmente forte da rompere i vetri di casa sua e farsi sentire da tutto il vicinato. Sentiva una pressione psicologica addosso che a volte non lo faceva nemmeno respirare. Era terrorizzato all'idea di perdere per sempre Thomas ma era terrorizzato anche all'idea di dire al mondo chi era veramente. E se non lo avessero accettato? 

Dylan:
Forse hai ragione. O forse ho solo paura di sentirmi troppo esposto, di non riuscire a trovare più lavoro e di non essere in grado di proteggere la nostra relazione da persone esterne.

Thomas:
Io ho provato ad aiutarti in questi anni ma non so cos'altro fare per te, Dyl.

Dylan:
Resta al mio fianco.

Thomas avrebbe voluto dirgli che sarebbe rimasto sempre al suo fianco, a qualunque costo, ma la verità era che non poteva. Per quanto lo amasse, non riusciva più a stare in un rapporto dove si sentiva perennemente chiuso in gabbia. Aveva bisogno di sentirsi libero, di poter uscire di casa mano nella mano con la persona che amava senza alcuna vergogna. E se Dylan non era pronto a quello, forse sarebbe stato meglio dividere definitivamente le loro strade.

Thomas:
Dyl, sai quanto ci tengo a te e sai che per te farei di tutto...

Dylan:
Ma?

Thomas:
Ma per me così non può continuare. Non ti costringo a fare nulla, non l'ho mai fatto né mai lo farò, ma non posso costringere nemmeno me stesso a vivere una vita dove non sarei pienamente felice.

Dylan:
Io posso renderti felice, nonostante tutto.

Thomas:
Tu mi rendi felice, Dyl. Il problema è tutto il contesto in cui viviamo la nostra relazione. Mi sento soffocare dall'ansia di essere scoperti e non ne posso più di far finta di nulla. Mi sento prigioniero della mia stessa vita e non mi piace affatto.

Dylan:
Non posso pensare che stiamo facendo di nuovo questo discorso.

Thomas:
Lo stiamo facendo di nuovo perché dopo un anno siamo ancora allo stesso punto.
Penso che non abbia senso continuare a parlare e a dirci quanto ci amiamo o quanto ci manchiamo se la situazione resta sempre la stessa.
Non mi piace l'idea di stare in questo limbo senza sapere quando e se tu ti deciderai ad abbandonare le tue paure per stare con me. Non mi piace nemmeno l'idea di non parlarti affatto, ma questa cosa non ci fa bene.

Dylan:
Non dire quello che penso tu stia per dire.

Thomas:
Penso sia ora per entrambi di andare avanti con le nostre vite.

Dylan:
Sapevo che lo avresti detto...

Thomas:
E non andremo mai avanti se continuiamo a restare bloccati nei nostri sentimenti.

Dylan:
Potrò anche andare avanti ma sta certo che non smetterò mai di sognarti.

want you back [dylmas]Where stories live. Discover now