°Capitolo 13•

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°Il malloppo•

Il tempo passava velocemente in villa Kim, i giorni erano riempiti da schizzi di vernice, da pezzi di fogli strappati a terra, e le finestre chiuse fino alle nove di mattina quando, finalmente, tutti svegliavano le menti addormentate e il sole è alto in cielo.
Taehyung aprì con poca forza la porta-finestra della sua stanza, le tende rossicce finalmente lasciavano posare i raggi del sole sui meravigliosi e rossi capelli del principe che, con una piccola giravolta girò il corpo verso il suo letto. Letto che quella stessa sera era stato occupato da un altro corpo: nudo e muscoloso, Jungkook esibiva le sue grazie dormiente a pancia in giù, una gamba stesa e la caviglia dell'altra poggiata leggermente sull'altra; le braccia piegate e nascoste dal cuscino bianco e la testa voltata a sinistra. Taehyung si avvicinò coperto da una leggera vestaglia, sedutosi sul letto pensò che Jungkook fosse veramente bellissimo, il ciuffo caramello cadente sulla fronte che lo rendeva sensuale, la bocca dischiusa che faceva intravedere i denti; la cicatrice a ricordare quanto poco conoscesse della sua storia; la mascella delineata lo fece deglutire a vuoto così come i muscoli in tensione del collo. Taehyung dubitò della bellezza in sé, vedendola non solo sul volto ma anche sul corpo dell'uomo. La schiena gli permetteva di osservare tutti i muscoli, la schiena vertebrale che toccò con i polpastrelli e il sodo fondoschiena gli faceva venire voglia di morderlo.
"Hai finito, principe?" la voce impastata di Jungkook lo fece rabbrividire, roca e soave. Era perfetto e Taehyung lo sapeva bene che, se avessero continuato con quel ritmo, sarebbe caduto tra le sue braccia.
"Non lo so, è una discreta visione alla fine" lo prese in giro Taehyung, sdraiandosi e trascinandosi verso di lui: la testa di Jungkook si posò sul suo petto, e la mano del rosso si posò tra i suoi capelli.
"Discreta? Dai tuoi occhi direi il contrario" Taehyung gli fece alzare il viso e poggiò le labbra sopra le gemelle.
"Mhh, aspetta" Jungkook si allontanò e, spogliando Taehyung dalla sua vesta, coprendo il suo corpo uscì fuori dalla finestra. Jungkook scavalcò il piccolo balconcino per arrivare alla sua cameretta e prendere, velocemente, una pila di fogli.
Taehyung aspettò incuriosito sul letto, con vergogna coprì il suo corpo con il lenzuolo bianco, aspettando pazientemente il ritorno dell'amante.
"Ok, eccomi" Jungkook chiuse la porta-finestra, lasciando solo uno spiraglio che entrasse da essa.
"Jungkook, cosa stai facendo di preciso?".
Il caramello si sedette sul letto, con un piccolo sorriso in volto, un misto tra Paradiso e Inferno. Taehyung lo guardò a lungo finché finalmente il caramello decise di aprire bocca.
"Tra poco ci sarà il ballo, e so quanto tu sia stressato per questo; so che non dubiti del mio lavoro e per questo te ne sono grato, ma voglio che tu mi tratti, in questo momento, come avresti trattato qualsiasi altra persona"
"Jungkook non capisco"
"Ho finito il mio lavoro" il cuore di Taehyung si fermò un istante perché, questo, significava solo una cosa. Elisabetta avrebbe apprezzato il suo lavoro, ne era certo, perché le mani di William producevano arte, provocavano arte, anche il battito di una farfalla era un gesto insignificante che Jungkook riusciva a trasformare in parole magiche.
Jungkook poggiò sul letto il malloppo di fogli e Taehyung deglutì a vuoto, prima di leggere ad alta voce il nome.
"Romeo e Giulietta" guardò gli occhi felici dell'amante e finalmente si mise l'animo in pace: il destino di Jungkook era quello di scrittore, famoso, potente, sarebbe stato il miglior figlio d'Inghilterra*.
"Leggilo, amore, voglio un tuo parere. Ma, ti ho promesso dei sonetti perciò...Oh, ultima cosa, manca il finale devo ancora trovare qualcosa alla tua altezza" il cuore di Taehyung ricominciò a battere più veloce, quell'amore sputato senza pensarci lo fece sorridere.
"All'altezza di Elisabetta" lo riprese sorridendo, era sicuro che Jungkook sarebbe finito senza testa se solo avesse provato a denigrare la Vergine di fronte a qualcun altro.
"Taehyung, mettitelo in testa. Se sono ancora qui, se mi sono messo in gioco, se sto donando un pezzo di me con quello scritto è solo per te. Tu" Jungkook prese un grosso respiro "...vieni con me".

Lo specchio non era mai stato nemico di Taehyung, né tanto meno Taehyung aveva mai odiato lo specchio. Taehyung nutriva amore per gli altri, ma prima per sé stesso; non poteva esistere amore se prima non si ama se stessi.
"Dimmi Taehyung, cosa vedi?" Taehyung si osservò allo specchio, dietro di lui Jungkook, ancora coperto dalla sua veste.
"Un uomo sicuro, forse stressato...guarda che occhiaie" Jungkook sorrise prima di allontanarsi e avvicinarsi ad un cassetto.
"Continua"
"Spoglio di tutte le vesti"
"E questo come ti fa sentire, Taetae?" Taehyung sorrise.
"Insicuro, debole, scoperto" Jungkook si volse e si avvicinò nascondendo qualcosa dietro di lui.
"E perché sei nudo, di fronte a me?" Jungkook voleva capire se solo lui, quando lo guardava, vedeva un angelo caduto dal cielo. Se i suoi occhi erano ingannatori, e le sua labbra il peggior nemico, e il cuore cavaliere ignobile.
"Perché mi fido, Jungkook, e perché..." Taehyung ingoiò a vuoto prima di voler sganciare la bomba. Ma Jungkook poggiò sul suo capo la corona e ancora una volta, vari sentimenti iniziarono una battaglia.
"Dillo, Taehyung. Come ti fa sentire la corona?"
"Potente, mi fa sentire qualcuno. Importante, quelle pietre esprimono ricchezza. Triste, perché so di dover diventare qualcuno. Spaventato, perché non voglio perderti, Jungkook. Vedo questo, allo specchio. Un uomo innamorato, un uomo che non potrà esserti accanto, un uomo dagli occhi spenti quando non sei attorno" gli occhi di Taehyung si inumidirono e Jungkook, da allora rimasto in attesa, si ammutolì per poi fare cadere la corona dalla sua testa. Quella rotolò sul pavimento con diversi giri, finché il rumore non cessò definitamente. Jungkook si avventò sulle sue labbra come se la consapevolezza del suo amore gli avesse donato nuova vita.
"Molla Taehyung, molla tutto. Cambia vita, fuggi con me" Taehyung osservò il viso serio, e la immaginò una vita con lui, via dall'Inghilterra, forse avrebbero raggiunto l'Australia dove lui sognava di andare. Avrebbero coronato il sogno di sposarsi, avrebbero costruito il loro regno e...
"Io non posso, Jungkook, il regno conta su di me. Salirebbe sul trono qualcuno che sconvolgerà tutto quello che Elisabetta ha costruito, la cultura verrà meno. Nessuno studierà le vostre opere e nessuno saprà più cosa si svolgeva qua dentro"
"Capisci, Taehyung, perché tu sei la mia Giulietta? Non ti sto dicendo di essere una donna, ma che quando ho scritto Romeo e Giulietta ho pensato a te tutto il tempo. Ed è uscito fuori quello, voglio che tu lo legga, che ragioni e che poi mi dai una risposta. Io ti amo, Taehyung, dal primo giorno che ti ho visto sentivo che saresti stato la mia Musa, il mio punto cardinale. Io lascerò l'Inghilterra, Taehyung, dopo il ballo quando la mia fama si concretizzerà, io dovrò fuggire, non sarà più sicuro quando tutti sapranno dell'esistenza di Shakespeare".
Taehyung poggiò la fronte su di lui, abbracciandolo. Lo sapeva che in realtà il loro modo di fare era solo un dolore in più.
"Lo leggerò, Kook".

Taehyung aprì con curiosità il fascicolo di fogli, quando il tramonto colpì l'Inghilterra e tutti alla reggia non lo disturbavano con questioni importanti e noiose. La calligrafia ordinata e limpida, dava inizio al malloppo che, con grande piacere prendeva inizio con un prologo; lo scopo di William era quello di interessare il lettore e lo fece, quando Taehyung iniziò a leggere la tragedia.
Coro:due famiglie,nobili del pari, nella bella Verona,ov'e' la scena, per antica rivalita',rompono in una nuova lite,e il sangue dei cittadini imbratta le mani dei cittadini. Dai lombi fatali di questi due nemici toglie vita una coppia d'amanti avventurati ,nati sotto maligna stella ,le cui pietose vicende seppelliscono ,mediante la lor morte, la guerra d'odio dei loro genitori. I casi invero spaventevoli del loro amore segnato come preda della morte, e la collera protratta dei loro genitori ,che,ove non si fosse data la morte dei loro figliuoli , null'altro avrebbe potuto arrestare, costituiscono ora l'argomento delle due ore di rappresentazione sulla nostra scena ;e se farete tanto di prestarvi orecchio paziente,tutto quello che ad essa manchi cerchera' di rimediarlo il nostro zelo.
Così prendeva inizio in grande racconto e solo da quelle poche righe Taehyung vide prostrarsi davanti la loro storia d'amore: impediti dal cero sociale, e da colei che considerava come una madre, Elisabetta. La loro storia in un libro, e Taehyung sentiva che quella notte sarebbe stata fondamentale. E non aveva tutti i torti.
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*Sulla tomba di William Shakespeare, nella chiesa Holy Trinity Church, è stata inciso "Il miglior figlio dell'Inghilterra" e ancora una volta non si sono sbagliati.

-Lougtout

°Shakespeare• TAEKOOKWhere stories live. Discover now