°Capitolo 20•

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°Il valzer finito•

Reggia di Elisabetta, giorno del ballo.

Era passata una settimana esatta da quell'evento, la tensione era salita alle stelle, tutti guardavano Taehyung come se da un momento all'altro avesse potuto mettere fuoco anche solo con lo sguardo: Jungkook era stato ferito. Qualcuno aveva poggiato le mani sulla sua pelle, lo aveva sfiorato e fustigato finché esausto non si era gettato a terra.
Il principe lo aveva trascinato fuori da quella gabbia, un braccio a circordare il suo collo sotto lo sguardo di tutti i soldati; l'ultimo sguardo Taehyung lo gettò alla Regina. Fu quella la prima volta che la vide per quello che era: spietata, il sottile sorriso soddisfatto; crudele, i suoi occhi non cambiarono umore; decisa, aveva avuto ciò che aveva sempre desiderato. Peccato che dall'altra parte aveva un fuoco ardente, un piccolo demonio che ora doveva iniziare a giocare al suo stesso giorno. Pedina contro pedina, quella partita a scacchi l'avrebbe vinta la Gloriosissima.
Passò la settimana tranquillo, il rosso, meno sorridente certamente, vicino all'amante, guardando con lui la rappresentazione del 'Romeo e Giuletta', che ancora una fine non aveva. Un'opera conclusa a metà, Shakespeare voleva soltanto impugnare la sua stilo e scrivere quel benedetto finale, ma Taehyung lo guardava attentamente come se fosse pronto a imbottirlo di brodo ed erbe se solo avesse provato a  compiere un movimento. E di notte, mentre Jungkook dormiva beatamente, Taehyung scriveva al posto suo la fine.
Quando qualcuno provava a chiedere consiglio al principe riguardo il ballo, lui scuoteva la testa e si allontanava; era stanco e d'improvviso tutto assunse un significato. Fin da piccolo Taehyung era stato la proiezione bambina di Elisabetta, il suo modo di fare (altezzoso, elegante, raffinato); il linguaggio; la postura; la passione verso le arti; Elisabetta lo aveva modellato per diventare re. E quel rosso glielo faceva ricordare sempre: fu per questo che decise di tingere i suoi capelli rossi in un colore tanto scuro quanto unico, nero.

"Stai benissimo bene, Taetae" Jungkook lo aveva cullato e aveva accarezzato le sue ciocche come se fosse di cristallo, mentre l'unico ad aver rischiato la vita era lui. Jungkook si avvicinava molto al tipo perfetto per lui, aveva tutto quello che qualsiasi persona desiderasse: era dolce, romantico, umile, forte, passionale, aveva due stelle al posto degli occhi, scriveva come se le sue dita fossero stato immerse fino alla nascita nell'inchiostro. Jungkook era perfetto, e molti ancora non lo avevano capito.

Quando aveva sceso le scale con il suo abito nero, lo sguardo severo e nemmeno un minimo accenno di sorriso, la servitù, i pittori, i poeti rimasero senza fiato: Taehyung era bellissimo, ma serio in volto, con i capelli scuri e un abito che avvolgeva e stringeva con eleganza il suo corpo, sembrava essere stato plasmato dalle mani di Afrodite e arricchito dagli altri dei. Jungkook lo guardava con gli occhi sgranati, la bocca spalancata, e se lo immaginò all'altare scendere le scale e avvicinarsi a lui, come stava facendo in quel momento. Taehyung gli porse il malloppo e lasciò un bacio sulla sua fronte.
"Ti amo" sussurrò. Yoongi lo guardava attentamente, aveva qualcosa di strano, qualcosa di pericoloso, qualcosa che ricordava il Taehyung piccolo, infantile. La curiosità, l'agire senza pensare. Aveva qualcosa nello sguardo che non lo rendeva più principe, ma prigioniero, e si sa che la differenza tra i due è sottile come una lastra di ghiaccio.
"Signori, oggi si compie un passo grande per tutti voi. Il ballo rappresenta un'opportunità per andare oltre la vostra immaginazione: Yoongi, Jimin e Hoseok ce l'hanno fatta in passato, e oggi sono qui con me. Sono molto fiero di loro, come lo sono di voi tutti, qualsiasi sia la piega di questa serata voi siete veramente importante per me, siete stati al mio fianco anche quando non riuscivo a reggermi in piedi. Siete stati voi a rendermi l'uomo che sono oggi. Abbiate cura di voi, dei vostri sogni, dei vostri progetti, non dimenticate mai da dove siete venuti, perché quello è il primo passo per diventare qualcuno. Oggi il nostro pensiero deve essere rivolto ad una persona uccisa senza se e ma, una persona che ha reso unica questa reggia. Oggi questa serata è dedicata al suo sacrificio, oggi è tutta per te, Christopher Marlowe" Taehyung alzò il viso in alto, una lacrima solcò la sua guancia facendo trattenere il fiato a tutti.
"Principe, noi le siamo molto grati per tutto quello che ha fatto. Non vi dimenticheremo mai" Seokjin non sembrò mai così serio e infondo, sia lui che Taehyung, sapevano che il primo a volare via dal nido era proprio lui. Taehyung aprì le braccia e tutti pian piano si unirono formando un grande gruppo, il gruppo dei guerrieri, dei giovani artisti, di quelli liberi.
"L'ultima sera amici, l'ultima" Yoongi guardò Jungkook mentre questo guardava Taehyung. Jimin guardava il nero e ricordò che quelle ultime parole Taehyung le aveva dette anche a loro tre, e sorsero dai suoi spicchi di luna delle lacrime. Sembrava rivivere una pellicola drammatica.
Hoseok lo attirò a sé, lasciando qualche bacio ogni tanto, guardando preoccupato Yoongi che, quieto, non staccava gli occhi dal principe.

°Shakespeare• TAEKOOKWhere stories live. Discover now