°Capitolo 14•

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°Y,H,J•


Era notte fonda quando Taehyung finì di leggere solo il primo atto del Romeo e Giulietta, e la storia lo fece innamorare fin da subito. La prima parte della tragedia si apriva con quattro giovani bizzarri quanto casinisti, ai quali si unirono in seguito altri due: Sansone e Gregorio da una parte, servitori di una famiglia importate veronese, ossia i Capuleti; d'altra parte Abramo e Baldassarre, servi della famiglia veronese dei Montecchi; Benvolio, cugino e amico di Romeo e, ultimo ma non per importanza*, Tebaldo, nipote di donna Capuleti. Tutti a Verona era a conoscenza delle diverse rumorose risse tra le due famiglia, compreso il principe della città stessa, Escalo, che per porre fine alla contesa aveva dichiarato a morte tutti coloro che vi partecipassero. La scena si infittisce con parole chiavi utilizzate da mr. William finché, come un lampo in mezzo al cielo, tutta l'attenzione è rivolta ad un giovincello di nome Romeo.
Romeo è l'unico figlio di Lord Montague, a capo di una rinomata e ricca famiglia veronese, tormentato dalla lunga faida con la famiglia Capuleti. Il giovane appare indifferente alla faida della sua famiglia, in quanto la sua unica preoccupazione è il suo amore per Rosaline, un amore che è travolgente, ma artificiale. Romeo è davvero innamorato dell'idea dell'amore. Quando però scopre che il suo è un amore non ricambiato, Benvolio lo invita a corteggiare qualcun altro e di scoprire i veri caratteri dell'amore.

"Principe, c'è qualcosa che dovete vedere" la sua porta venne aperta di scatto,  facendolo voltare quasi spaventato per poi vedere la figura di Jin. Chiuse di scatto il fascicolo, nascondendolo prima di scendere velocemente le scale per poi vedere nella sala principale tutti quanti in pigiama terrorizzati e con le luci delle candele accese.
"Che cosa sta succedendo?" chiese con un filo di voce, abbassandosi per accarezzare la testa di una piccola bimba che appena ricevuta la carezza, smise di piangere e allungò le braccia. La mamma le lanciò uno sguardo preoccupato e si rilassò quando prese la bimba tra le sue accoglienti braccia.
"Molti di noi hanno sentito rumori molesti provenire da fuori. Sapete, uno chiama l'altro e ci siamo rintanati qui" Namjoon spiegò, poggiando un braccio intorno al collo di Seokjin, sciogliendo il cuore del principe. Avrebbe voluto anche lui qualcuno che lo cullasse, senza preoccuparsi del titolo, del ruolo, del luogo, degli sguardi. Tese le braccia verso la madre che raccolse il fagotto tra le braccia, e prendendo un grosso respiro, si avvicinò al portone.
Un tranquillo paesaggio verde e poco illuminato dato i nuvoloni neri che prevedevano un grosso acquazzone in arrivo. Sentiva nell'aria quel dolce odore di pioggia, mille goccioline d'acqua che si schiantavano a terra producendo quel rilassante rumore di perdita, di amore, di sereno, di...solitudine.
"Sta arrivando un temporale, forse è stato il vento" ma neanche a finire la frase che qualcuno lo prese dal gomito facendolo spaventare.
Il viso pallido, i capelli corti e neri, gli occhi felini e la labbra sottili, un uomo si statura bassa, le dita lunghe e affusolate.
"Yoongi" sussurrò, prima di gettargli le braccia intorno al collo, stringendolo in un caldo abbraccio. Yoongi, il pianista, come amava chiamarlo, era stato il suo primo amore, segreto e lontano, il suo migliore amico, il suo consigliere, il suo intrattenitore, il suo divertimento più grande. Forse era tutto questo ancora, Yoongi, fuorché amore. Nascose il volto tra il collo e la spalla, le lacrime a bagnare il tessuto della sua camicia nera che gli stava a pennello; Yoongi immerse il naso tra i suoi capelli, odoravano di casa, di fratello, di sicuro, odoravano di inverno, di calde coperte; di primavera, rose e papaveri; di autunno, capaci di fare cadere tutti al suolo; di estate, di mare cristallino e invogliante. Per lui, Taehyung, era la stagione più bella.
"Ciao piccolo principe" Taehyung si distaccò un po', con le lacrime agli occhi, e prima di trascinare Yoongi con sé, il pianista lo trattenne.
"Non vuoi salutare gli altri, piccolo principe?" Taehyung spalancò gli occhi quando vide spuntare un' arancione chioma, il viso paffutto, gli occhi leggermente a mandorla, le labbra gonfie e invitanti: Jimin, il ballerino e cantante. Jimin era sentimentalmente vicino a Yoongi da anni, oltre che a lavoro, dentro il quale sembravano veramente anime gemelle, nella vita quotidiana nascondevano piccoli gesti così dolci da scaldare anche l'animo più gelido. Accanto lui, un ragazzo che ricordava infanzia, gelosia, amicizia, ballo, allegria: Jung Hoseok, i capelli nuovamente tinti di un rosa pesca, il corpo slanciato e reso in evidenza da pantaloni bluastri cadenti morbidi sulla gamba.
Taehyung si gettò tra le loro braccia, baciando le loro guance e piangendo, Jimin accarezzò le sue guance e Hoseok i suoi capelli.
"Siete degli-degli..." si interruppe, sentendo il cuore andare più veloce del normale perciò sentì la testa girare lentamente. Nascose il mancamento tenendosi appoggiato alla spalla di Hoseok.
"Entrate, è casa vostra, le camere sapete dove sono, domani mattina vi presenterò tutti quanti" Yoongi gli sorrise e Taehyung si girò verso l'uscita e guardò in alto.
"Grazie per avermeli riportati sani e salvi" .

Yoongi si aggirava dentro la grande villa, aveva lasciato in stanza i dormienti Hoseok e Jimin, i ragazzi con cui aveva scoperto l'amore; molti credevano che lui fosse innamorato di Jimin, e nessuno dei due avevano mai smentito la voce. Il suo problema era ben altro.
Una bella porta-finestra lo guidò verso all'aperto, le nuvole addensate e nere non promettevano niente di buono; colse dalla tasca del suo pigiama un pacco di sigari e se ne portò uno alla bocca, una mano a coprire la fiamma dal vento. Un improvviso rumore lo fece girare trovando un uomo, giovane e dai capelli caramello, le labbra carnose e rosse, le dita macchiate di nero.
"Sei hai ucciso qualcuno non ti aiuterò a seppellirlo" l'uomo lo guardò stranito per poi guardarsi le mani, scuotendo infine la testa.
"Sono uno scrittore"
"Cazzo, amico, ora capisco" il suo tono e il suo modo di fare non cambiavano mai, sparava parolacce e non inseriva nessun filtro. Amava la libertà era per questo che fuggì dalla sua casa così presto, perché voleva essere qualcuno che piacesse prima a sé stesso.
"Che ci fate qui, mr..."
"Oh andiamo, non c'è bisogno di tutto questo formalismo, sono Yoongi, a Taehyung piace chiamarmi il pianista" l'uomo a lui accanto spalancò gli occhi e annuì.
"Oh, sì, lui me ne ha parlato diverse volte, Yoongi, di voi" Yoongi sorrise e guardò il cielo.
"E tu? Come ti chiami?"
"William Shakespeare" Jungkook dovette ingoiare il groppo alla gola per la bugia ma, tra tutti, non poteva fidarsi di uno sconosciuto.
"William" il nome scivolò bene tra le labbra sottili del pianista "non credete che Taehyung sia stupendo?". Jungkook sentì il sangue ribollire nelle vene vedendo lo sguardo perso del pianista.
"Sì ed è mio" sputò con rabbia facendo ridere Yoongi. Il nero si guardò a guardarlo, soffiando via il fumo da davanti la sua faccia.
"Taehyung è una sorta di fratello, è la mia musa ispiratrice, il motivo per cui ritorno qui. Non posso condividerlo con nessuno, mr. Se siete innamorato, siete in grossi pasticci...buona fortuna" Yoongi se ne stava andando nelle camere quando la mano sporca d'inchiostro macchiò il pigiama del pianista.
"Avete intenzione di portarmelo via?"
"Ho il cuore occupato da i miei compagni, Hoseok e Jimin, tutti sono convinti che io stia con uno dei due, il secondo per esattezza. Ma io amo entrambi, con tutte le mie energie, e loro hanno accettato di essere miei e sono la cosa più bella che ancora possiedo. Poi c'è Taehyung che amo come fratello, come tutto. Non ve lo ruberò se lo trattiate come un granello di sabbia, come un fiocco di neve. È unico, William, credetemi"

"Come conoscete Taehyung, pianista?" chiese curioso Jungkook facendo sorridere Yoongi.
"È una lunga storia, ma era ora che qualcuno me lo chiedesse".
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*È una delle frasi utilizzate da W.S. the last but not the least.

-Lougtout

°Shakespeare• TAEKOOKWhere stories live. Discover now