trenta

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Sono sicura che nessuno sarà in grado di rispondere a questa domanda:

di chi sono gli occhi?

Leggete tutto il capitolo per capire di cosa parlo e, alla fine, rispondete^^

**

Era ovunque.

Le sue mani viaggiavano sul mio corpo deliberatamente, aggrappandosi, di tanto in tanto e con avidità prima ai miei fianchi, ora alla mia schiena, spingendo il mio corpo a combaciare con il suo. Il suo bacino premeva prepotentemente sul mio, senza lasciarmi vie di fuga.

E le sue labbra!

Si muovevano voracemente sulle mie, aggrovigliandosi in un mix di passione e ansimi contro cui non riuscivo a lottare. Non riuscivo a far sì che il mio corpo si allontanasse dal suo. Non riuscivo a respingerlo.

O non volevo?

Con la lingua, accarezzò il mio labbro inferiore, prima di catturarlo interamente tra le sue. Infilando ancora una volta una mano sul mio addome, sotto la maglietta, e senza preavviso, insinuò la lingua all'interno della mia bocca, provocandomi un gemito. La sua mano accarezzava la mia pelle con un miscuglio di ingordigia e delicatezza mentre le nostre lingue si attorcigliavano, l'una sull'altra in un gioco pericolosissimo che non sapevo dove ci avrebbe condotto.

Mi sembrava di star sognando. E, ciò che era peggio, è che non ero in grado di decidere se si trattasse di un incubo o meno.

Mi sentivo inerme, impotente, succube del suo tocco. Tutto ciò che mi era rimasto da fare, era assecondarlo.

Lasciando da parte il sensore d'allarme che, come al solito, aveva preso a suonare nella mia testa, mi aggrappai con fermezza al suo bicipite con una mano. Mi misi in punta di piedi per facilitargli l'accesso alla mia bocca e circondai il suo collo con l'avambraccio, infilando le dita tra i suoi capelli arruffati, tirandogli qualche ciocca. Mugugnò contro le mie labbra, risucchiando velocemente un respiro.

Poi, con la stessa velocità con cui tutto era iniziato, Jungkook, afferrandomi per le spalle, mi allontanò da sé e mi guardò, col fiato corto. Non so cosa mi aspettassi di trovare nei suoi occhi, forse la sua solita arroganza e presunzione, di sicuro non uno sguardo di sconcerto e smarrimento, tale e quale al mio. Pensavo di essere l'unica disorientata a causa di ciò che era appena successo ma, apparentemente, Jungkook era spaesato almeno quanto me.

Annaspai, alla ricerca di aria o di qualcosa da dire, mentre il suo volto si muoveva in ogni direzione, in un chiaro tentativo di evitare un qualsiasi contatto visivo con me. Poi, borbottando qualcosa di incomprensibile, si voltò e se ne andò, lasciandomi da sola, senza alcuna spiegazione.

Ero sbigottita. Osservai, turbata, ogni oggetto presente nello studio, tutti testimoni di ciò che era appena accaduto. A parte lo sconcerto, non riuscivo ad interpretare le altre mille emozioni che stavo provando dentro di me. Alzai il braccio destro verso il mio volto e con le dita sfiorai le mie labbra, ancora incandescenti e sussultai.

Cosa avevamo combinato?

**

«Questo è ciò che diremo!» annunciò Bang Pd con un tono che non ammetteva repliche, scrutando il volto di ognuno di noi.

Io e i ragazzi eravamo stati convocati per trattare dell'argomento "ragazza dalla sciarpa arancione" che, apparentemente, sui social era diventato il nuovo trend. Non si parlava d'altro: tutti morivano dalla voglia di scoprire chi si celasse sotto quell'enorme batuffolo di lana.

Anche Seojun era presente, dal momento in cui era stato lui ad accorgersi che la situazione rischiava di sfuggire di mano.

«Pd-nim!» lo chiamò Yoongi, grattandosi la nuca con fare distratto. «Sei sicuro della tua idea?»

✓ Seoul, Why Do You Sound Like Soul? {BTS - Jeon Jungkook} ✓Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora