epilogo

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Un anno e mezzo più tardi.

Quegli occhi erano lì. Proprio davanti a me. Mi osservavano con insistenza e, anche se ormai li conoscevo, non potevo che sentirmi spaventata. Dovunque guardassi, erano sempre lì. Quasi a dirmi "non ti libererai mai di noi".

Non c'erano rumori. Tutto era silenzioso. Eravamo solo io e quei dannati occhi, scuri come la pece, profondi come un pozzo.

Poi, proprio come le altre volte, vi fu un boato, simile al rumore che accompagna i terremoti. Ormai vi ero abituata, ma il sangue si gelò lo stesso nelle mie vene e io mi paralizzai sul posto.

All'improvviso, però, accadde qualcosa che non era mai successo.

La scena cambiò.

Gli occhi sparirono.

Io ero seduta su un divano e, a qualche passo da me, c'erano loro: Jimin, Taehyung, Namjoon, Yoongi, Jin, Hoseok... Jungkook.

Erano tutti insieme, seduti intorno al tavolo. Stavano ridendo, si stavano divertendo infinitamente. Un piccolo sorriso comparve sul mio viso e, ben presto, percepii sulle labbra qualcosa di liquido e salato.

«Chaeyoungiee!» esclamò Jimin, guardandomi con preoccupazione. «Perché stai piangendo?»

Piangevo? Come potevo piangere? Mi sentivo così felice! Così libera!

Ben presto una mano si poggiò sulla mia guancia, raccogliendo con le dita le mie lacrime.

«Non piangere, Chaeng.» sussurrò Jungkook al mio fianco, rivolgendomi un tenero sorriso. «Cosa c'è che non va?»

Io scossi la testa, sorridendogli ampiamente. Poi, tornai a fissare i ragazzi.

«È solo che sono davvero felice! Mi sento come se fossi al settimo cielo.» ammisi, rilasciando un respiro di sollievo.

Finalmente, eravamo insieme, proprio come all'inizio. Era tutto ciò che avevo sempre voluto e, la cosa più bella, era che avevo Jungkook al mio fianco per condividere la mia gioia, la mia euforia.

«Stai attenta, Chaeng.» mormorò Jungkook al mio fianco, ma io rimasi con lo sguardo sui suoi amici. C'era qualcosa di strano nel suo tono di voce, ma non vi diedi importanza. «Quando arrivi così in alto, è facile scivolare. E, fidati di me, più la caduta è lunga, e più sentirai dolore quando il tuo corpo si schianterà col terreno.» poi ridacchiò e, involontariamente, il mio corpo tremò. «Loro ti guardano sempre, Dafne.»

Ci misi un po' per registrare le sue parole e, ancora di più, per notare che il suo tono di voce era cresciuto di intensità, fino a diventare un urlo diabolico.

Mi voltai con occhi spaventati e confusi, non capendo il suo repentino cambiamento e, quando incontrai il suo viso, mi pietrificai.

Jungkook non era più di fianco a me.

I ragazzi non erano più nel nostro salotto.

Tutto era vuoto.

Tutto era buio.

Tutto era silenzioso.

E quegli occhi erano lì, ad un centimetro dal mio viso.

Pian piano ne comparvero anche altri. Erano milioni, miliardi e tutti erano rivolsi verso di me.

Poi, una voce che non riconobbi, disse: «Sorridi Dafne. Questa va in prima pagina.»

Uno dopo l'altro, gli occhi cominciarono a farmi degli occhiolini e, contemporaneamente, una miriade di "click" cominciarono ad aleggiare nell'aria.

✓ Seoul, Why Do You Sound Like Soul? {BTS - Jeon Jungkook} ✓Where stories live. Discover now