Capitolo 9

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Nei giorni successivi, non ci furono neanche le sfuriate che Jimin aveva previsto e questo, in un certo senso, lo mise solo più a disagio. La madre di Yoongi accumulava le occhiaie e neanche sospirava più quando si accorgeva che il letto sfatto di suo figlio era freddo al mattino, spesso per il terzo giorno di fila. Jimin non potè che prestare attenzione a quante poche parole uscissero persino dalla bocca di suo padre. Non che il tempo avesse messo qualche toppa alla loro discussione.

Neanche rifugiarsi nella casa materna alleggeriva l'aria carica di fiele che era piombata tra le mura bianchissime di casa Park. Bianche e immacolate così come Hyuk voleva che rimanessero, il tutto per riflettere la stupida identità di facciata che si mangiava a colazione pranzo e cena. Dal canto suo, la donna che per prima lo aveva scelto, conosceva bene che cosa si era lasciata alle spalle e continuava ad ammonire il figlio passivamente, pessima com'era a nascondere il rancore.

Jimin ebbe più di un pensiero in quei giorni, ma sempre meno tempo da dedicare all'apprensione crescente per Yoongi. La routine era spossante, quasi quanto tutto quel silenzio estraneo, destinato a troncarsi di netto come un ramo sottile strattonato dalla tempesta. Quelle che sembravano solo nuvole minacciose all'orizzonte non tardarono infatti a farsi più gonfie, sprizzando subito fulmini e saette alla prima occasione. Dopo la calma piatta, che già aveva reso ostile la convivenza, arrivarono i litigi della peggior specie. Discussioni che trasudavano solo disinteresse e resa totale, tanto tossiche quanto strazianti. La particolarità di quella situazione, infatti, era proprio l'assenza di liti vere e proprie, sostituite da profondissimi sospiri e silenzi prolungati. Come poteva credere, Jimin, che suo padre si sarebbe lasciato sfuggire il controllo dalle mani senza opporre resistenza? "I problemi di famiglia rimangono in famiglia" era il suo mantra, nonostante Jimin lo interpretasse con un più semplice "Ognuno si faccia i cazzi propri". Da quando i suoi pensieri si erano fatti così volgari?

Con la stessa sorpresa, riuscì a sviluppare una sordità selettiva, che lo protesse per qualche tempo dai litigi degli adulti, ma nulla potè contro l'evidenza che bussava alla sua porta, fingendo di non essersi già accomodata.

Fu così che, per la prima volta, non fu sicuro di aver agito con coscienza.

Non faceva certo i salti di gioia quando doveva tornare in quella casa, soprattutto in un periodo in cui la tensione si affettava col coltello, ma capitò che un giorno rientrasse prima del previsto. Sempre una serie di casualità costruirono attorno a lui la scena che più di tutte avrebbe voluto tenre lontana da occhi e mente. 

Non sbatté il cancello prima di entrare come era solito fare, dato che la penombra della sera non gli permetteva di vedere il muretto traballare. Avrebbe riso il giorno in cui sarebbe toccato a suo padre riparare il danno, con una leggera punta di sadismo. 

Non annunciò a voce alta di essere tornato quando aprì la porta della lavanderia, che richiuse svogliatamente allo stesso modo, e scelse appunto di passare dal retro per paura che la signora Min (non credeva di trovare altri appellativi meno formali) avesse pulito il pavimento del corridoio.

Per quanto Jimin volesse fare in fretta, dovette inchiodarsi prima della porta che dava sulla cucina. Era stato uno strano colpo sordo a spaventarlo, soprattutto perché non credeva ci fosse qualcuno al piano terra. Si nascose istintivamente rasentando la parete e lasciò che solo un occhio sporgesse nella fessura tra i due cardini. 

<<Siamo esausti, io e tua madre.>> Era stato Hyuk a parlare, sforzandosi di produrre un sibilo amaro a voce non troppo alta. Era seduto al tavolo e aveva appena assestato quello che Jimin chiamava il "grande pugno risolutore", arma infallibile per decretare la supremazia in casa Park. Il suo sguardo duro era tutto dedicato a Yoongi, ormai solo un'ombra scarna appoggiata al davanzale che dava sul cortile. I suoi occhi erano rivolti verso il pugno di Hyuk, la sua testa era ovunque meno che lì.

I Grilli Cantano Solo Di Notte || YoonMinWhere stories live. Discover now