2. L'attaccante più forte della Raimon

1.5K 57 6
                                    

Il fresco di quella sera era molto percepibile che t/n uscí di casa con una delle sue felpe invernali. Era nera, e dietro aveva una rosa blu a cui cadevano due petali. Le arrivava al di sopra del ginocchio, sotto indossava dei pantaloncini del medesimo colore.

Quando finí di attraversare il ponte, guardò da lontano quella marea di ragazzi che ancora si stavano allenando. Le venne quasi uno spavento. Da lontano sembravano tutti molto bassi, ma sapeva benissimo, che se li vedeva da quella distanza -e se li vedeva abbastanza bene, stava a significare che erano tutt'altro che bassi.

La ragazza deglutí, e fece le scale che portavano verso il campo. Proprio in quello stesso momento, Lucian aveva lanciato la palla fin troppo in alto.

<< Lucian ma dove lanci? >>

Lo sgridò Wan Lee, con un viso assai perplesso, guardando la traiettoria bizzarra che assunse il pallone.

<< Attenzione! >>

Urlò JP a t/n che si trovava nelle vicinanze. Quando vide quella palla passare per aria, era come se il tempo si fosse fermato. Il pallone distava di poco, e quando la ragazza stava scendendo le scale stava guardando attentamente davanti a sé, non per terra.

Ciò le ha reso possibile la vista di quel passaggio. La palla era sicuramente grande quanto la sua faccia e il suo arrivo fece sgranire i suoi occhi. D'impulso, t/n saltò e la prese con il piede con uno scatto agile, per poi finire per appoggiarsi a terra, sana e salva.

Era come se la t/n ne avesse avuto abbastanza di temere il calcio. In quel momento, anche il pensiero di sua sorella la spinse a fare quel gesto.

<< Ma questa da dov'è uscita? >>

Aitor le puntò l'indice contro che tremava dallo stupore. Lucian la guardò ammirato, come il resto della squadra.

<< Aitor sii più gentile >>

Lo fremette Gabi, distogliendo lo sguardo dalla figura di t/n. Lucian le si avvicinò chiedendole scusa.

<< Non importa. Non lo hai fatto apposta >>

T/n gli rispose con un sorriso che lo fece leggermente arrossire.

<< Forza, continuate la partita! >>

Strillò Jade.

<< E tu! La prossima volta che fai un tiro del genere te lo tiro io un calcio dritto nelle pall.. >>

Rosie fermò la minaccia di Jade, e Lucian, terrorizzato, si mise di nuovo nella sua postazione. Victor era in piedi in un angolo fuori dal campo, stava al telefono, ma non si perse niente di quello che era appena successo.

La partita riprese con il calcio d'inizio di Hugues. Skie era ancora allibita, ma non appena l'atmosfera del match ritornò, l'azzurra andò da sua sorella e l'abbracciò.

<< É bellissimo vederti qui t/n>>

Le sussurrò all'orecchio, chiamandola con il suo nomignolo. Sua sorella la invitò a sedersi e la presentò alle altre due manager.

<< E lui é Vicotr Blade, l'attaccante più forte della squadra >>

Victor la guardò dritta negli occhi.

<< Piacere >>

T/n fece un sorriso timido. Passato ancora un po' di tempo, la corvina sentiva sua sorella parlottare con Rosie e Jade. Non riusciva davvero a intromettersi nella conversazione, e così, vedendo Victor leggermente distratto che guardava per terra, decise di rivolgergli la parola.

<< Sei davvero l'attaccante più forte della squadra? >>

Domandò inclinando la testa verso di lui, che aveva i gomiti appoggiati sulle cosce.

<< Così dicono.. >>

Victor alzò la testa, guardando la partita. Si accorse che la ragazza lo stava ancora guardando così si voltò verso di lei e quando i loro guardi s'incrociarono, le loro labbra, che erano chiuse come le ali di una farfalla che sta per spiccare il volo, si aprirono leggermente.

Non si sapeva se per la sorpresa o per l'ammirazione di quello che gli stava di fronte, tuttavia entrambi avevano provato la stessa emozione, la stessa elettricità inspiegabile che ha attraversato tutto il loro corpo, avendo come risultato quel sottile filo di labbra distaccate l'una dall'altra, di certo era stupore, ma non si poteva escludere anche la possibilità che quella fosse stata pure eccitazione. In quel momento i due sentirono una strana fitta di agitazione. Victor non capiva bene cosa fosse, ma si contenne benisismo, senza far trasparire nulla.

<< Hai fatto davvero un'ottima parata >>

Confessò il ragazzo, cercando di sostenere con sguardo serio, quello di lei che gli sorrise nel sentirglielo dire.

<< Grazie >>

Victor accennò un mezzo sorriso, definito dal labbro destro che si alzò di poco.

<< Giochi a calcio? >>

La ragazza fece segno di no con la testa.

<< Come mai sei in panchina? >>

Le domandò t/n. Lui, con lo sguardo che ora mai puntava sul pallone, rispose in modo neutro.

<< Per permettere agli altri di giocare >>

Dalla bocca di t/n uscí un verso di sorpresa come fanno i bambini che capiscono cosa gli è stato spiegato.

<< Tu.. >>

Stava per chiedere t/n con una leggera vergogna. Avrebbe voluto una risposta che le avrebbe assicurato che il calcio non fosse brutto come lei pensava.

<< Tu perché giochi a calcio..? >>

Domandò insicura al blu, che non appena udí quel quesito, si girò verso di lei e la guardò intensamente negli occhi, in silenzio, alla ricerca di una risposta, che inaspettatamente arrivò subito.

<< Perché mi diverte. Mi appassiona e mi mette sempre alla prova >>

Da lí, t/n pensò che forse aveva ragione. Guardò attentamente la partita. I sorrisi, gli incoraggiamenti del capitano della squadra -Arion, gli sguardi ardenti tra i compagni, quella competizione a fin di bene piena di azione, scossero in lei, qualcosa che negli altri sport che fece non aveva mai provato.

T/n sapeva che non aveva messo il massimo di sé negli sport dove si sentiva obbligata ad andare. Sono sempre stati i suoi genitori a iscriverla, con o senza il suo consenso. Forse il calcio era davvero diverso come diceva Skie.





































Author's Note
Ho postato un'altro capitolo. Non so perché.

Spero vi sia piaciuto.

Amo Victor Blade *^*

L'Angelo senza Ali - Victor Blade X ReaderDove le storie prendono vita. Scoprilo ora