5. Gesto del passato

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Quel pallone andò ben lontano e rimase bloccato tra i rami di un grande albero che non era nell'area delignata dell'ospedale. Victor vedendo quella scena non poteva rimanere là fermo impalato. Il bambino, che era abbastanza massiccio, poteva pure per errore cadere su quella ragazza, che da lontano, non sembrava essere così alta.

Corse per gli scalini, senza avvertire suo fratello che ormai aveva già capito le intenzioni di Victor.

<< No, non salire tu. Ti arrampichi mai sugli alberi? >>

Chiese preoccupata t/n, fermando il bambino che stava già iniziando ad arrampicarsi.

<< No.. Ma ce la posso fare! >>

Lei scosse la testa, e con entrambe le mani, prese da sotto le ascelle il bambino, per sollevarlo e metterlo a terra.

<< Vado io >>

La ragazza iniziò a salire, utilizzando al meglio i rami, e facendo attenzione a quelli che potrebbero spezzarsi. Victor non prese neppure l'ascensore per quanto era preoccupato. Si ricordava alla perfezione di quel tremendo giorno, dove lui aveva calciato forte la palla facendolo incastrare tra due rami. Suo fratello gli salvò la vita, a costo delle proprie gambe. Vedere quella scena dalla finestra e sapere di essere un testimone oculare dell'incidente che poteva avvenire, lo fece sentire in colpa, e un orrendo egoista.

Di corsa, arrivò all'uscita dell'ospedale. C'era soltanto il bambino, distante di qualche metro dall'albero, e guardava in alto, in attesa che la sua compagna da giochi potesse riscendere. Victor non smise neanche per un istante di correre, ma proprio quando arrivò accanto al bambino cadde una figura e con essa anche un grande pezzo di ramo che andò a precipitare sulla coscia della ragazza.

A quell'impatto con il terreno e il ramo, t/n gemette dal dolore. Victor non esitò a toglierle quel ramo, che non era abbastanza pesante. Glielo tolse con la forza di una mano e sembrava pure avere avuto difficoltà. Il blu riconobbe la ragazza.

<< t/n..? >>

Sussurò con un filo di voce, con la paura di averla scambiata per un'altra.

<< Oh.. Chi si rivede >>

La ragazza gli sorrise facendo anche una risata. Passò il pallone al bambino che stava iniziando a piangere.

<< Mi scusi signorina.. >>

Aveva detto con il naso che gli colava.

<< Stai tranquillo >>

Il bambino si scusò ancora e andò dentro l'ospedale. Victor e t/n rimasero soli, la ragazza non smetteva di accarezzarsi la coscia, come se il suo tocco potesse magicamente guarire quel dolore.

<< Stai bene? >>

Lei annuí con un sorriso. Stettero in silenzio per qualche secondo, quando Victor, nel bel mezzo del buio, riuscì a intravedere la guancia della ragazza che stava sanguinando.

<< ti sei fatta un graffio sulla guancia >>

Puntualizzò il blu, guardandola come se fosse una bambina indifesa.

<< Oh, ecco perché mi bruciava >>

T/n non appena lo toccò lanciò un piccolo urletto, timido, simile a un falsetto suscitato dal dolore.

<< Ce la fai ad alzarti? >>

Lei annuí ancora, e Victor, da accovacciato com'era, si alzò guardando t/n fare la stessa cosa ma lentamente, come fanno gli anziani quando si devono spostare da una stanza a un'altra.

L'Angelo senza Ali - Victor Blade X ReaderWhere stories live. Discover now