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Andrea's pov

La sento alzarsi dal letto, aprire l'armadio e uscire dalla stanza, poco dopo sento il frigo aprirsi e richiudersi e infine sento la porta aprirsi e richiudersi con quel suo scricchiolio strano, poi le chiavi che chiudono tutto. Apro gli occhi, non sono nemmeno le 9. Fisso il muro sopra di me e penso a quanto sia devastante il vuoto accanto al mio letto. La notte ormai non riesco più a dormire, a volte mi incolpo ancora per il suo incidente. Non riesco ancora a capacitarmi che lei non ci sia più nella mia vita e da quando lei non c'è più ogni mattina rivivo le stesse emozioni di quando lei era qui e si alzava per andare a lavoro.
Mi sistemo seduto sul letto, posiziono il cuscino dritto contro il muro, prendo una sigaretta dal pacchetto e me l'accendo, avvicino a me il posacenere e fumo la mia prima sigaretta della giornata. Poi mi alzo e in mutande vado fino in cucina, prendo la bottiglia d'acqua e me la bevo a canna. Richiudo il frigo e appeso c'è ancora il suo bigliettino, dall'incidente sono passati 5 mesi e ancora non ho pensato a buttare o fare qualsiasi cosa con le sue cose. Stacco il bigliettino, lo appoggio sul tavolo e mi stappo una birra, faccio passare le mie dita leggere sulla sua scrittura calcata, la penna che ha usato era sicuramente mezza scarica altrimenti non avrebbe usato tutta questa forza per scrivere.

"Ho già avvertito Luca, oggi smonto alle 15, vado a casa mia a prendere tutte le mie cose e le portiamo da te.
Ti amo tanto" leggo ad alta voce e diverse lacrime iniziano a scendermi sul viso, perché è capitato proprio a te? Eravamo finalmente felici.

Il cellulare inizia a squillare, mi asciugo le lacrime e rispondo a Plaza

"Pronto"

"Bro oggi vieni in studio?"

"Non lo so, devo ancora fare tante cose qui a casa"

"Andre lo dico per te, non puoi rimanere sempre chiuso in casa"

"Non ce la faccio lei mi manca tantissimo e disfarmi delle sue cose è impossibile perché odorano ancora di lei"

"Ho capito dai, fra mezz'ora sono da te, vestiti almeno" mette giù ed io rimango appeso, senza potergli ribattere. Prendo il bigliettino e lo infilo nel portafoglio, non vorrei mai che finisse in un cestino, o se un giorno dovrai fare quella fine dovrò essere io a buttarlo, quando me lo sento. Entro in camera, prendo i jeans e cerco una maglietta, poi fra le mie cose noto una mia felpa che le avevo regalato quando eravamo più piccoli. Lei l'ha sempre conservata, per tutti questi anni, nonostante tutto. La prendo e la indosso subito. Anche qui si sente il suo profumo. Poco dopo la sento ridere sul letto, mentre fuma una sigaretta, avvolta solo dalle lenzuola, radiosa e felice più che mai.

"Sono felice di essere qui"

"Anch'io" dico ad alta voce mentre quel ricordo sfugge dalla mia mente quando il campanello suona. Avevamo appena fatto l'amore, lei aveva portato qui solo i vestiti e due o tre scatoloni. Metto i jeans e vado alla porta ad aprire a Plaza, ma anziché il mio amico mi ritrovo il postino con un pacco. Subito lo guardo dubbioso.

"Qui abita Simona Arrigoni?" Squoto a testa e qualche lacrima scende

"Abitava qui, come posso aiutarla?"

"Mesi fa lei ha fatto un ordine, ora capisco perché ci abbiamo messo del tempo per trovare questo indirizzo" mi porge il foglietto da firmare, firmo e prendo il pacco.
Lo metto vicino al tavolo, al momento non ho le forze nemmeno per pensare a cosa possa essere.

Guarda nel cielo le stelle che brillano //Shiva Where stories live. Discover now