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Simona's pov

È da due settimane che devo tornare a casa a prendere gli ultimi scatoloni, ma tra una cosa e l'altra continuo a rimandare. Ma oggi devo assolutamente farlo, è anche l'unico giorno che stacco alle 15 quindi tanto vale che sfrutto quest'occasione. Subito scrivo a Luca, dicendogli che per le 16 oggi sarò di ritorno a casa con gli scatoloni. Vado in cucina e fisso il frigo aperto senza sapere di cosa ho voglia di mangiare. Andrea dorme ancora tranquillo, stanotte ha fatto tardi in studio, non ricordo con chi fosse, ma di certo non mi metterò a svegliarlo per chiederglielo e per dirgli che oggi torno con gli scatoloni. Prendo un foglietto e sopra ci scrivo il mio messaggio:

Ho già avvertito Luca, oggi smonto alle 15, vado a casa mia a prendere tutte le mie cose e le portiamo da te.
Ti amo tanto"

Poi prendo una calamita e grazie ad essa lascio il bigliettino attaccato al frigo. Poi esco di casa, salgo in macchina e vado a lavoro. Parcheggio fuori dal bar, oggi non mi va nemmeno di lavorare, dentro di me sento questa strana sensazione di felicità. Una felicita derivata dal fatto che appena avrò portato le mie ultime cose a casa di Andrea potrò dire di convivere realmente con lui.
Lui che alla fine dei conti mi ha salvata dal mio passato, ricordandomi che anche se la mia famiglia non c'è più ne posso comunque iniziare una nuova. In realtà credo che noi due stiamo proprio iniziando a costruirci una famiglia insieme, è qualche giorno che ho questa strana sensazione, ieri mattina mentre lavoravo sono anche dovuta andare in bagno per un conato di vomito. Scendo dalla macchina, per qualche istante guardo la farmacia, insomma tentar non nuoce, mal che vada sono solo io che mi faccio paranoie. Entro in farmacia e compro due test di gravidanza, per esserne più sicura. Entro al bar, saluto i miei colleghi, poi scendo giù in spogliatoio per cambiarmi e vedo che c'è Marta, la nuova stagista con cui mi trovo molto in sintonia.

"Marta ti dispiace farmi supporto qualche minuto?" Lei mi guarda come se stessi parlando in arabo

"Non credo di aver capito"

"Devo fare una cosa in bagno e ho bisogno di qualcuno che mi stia accanto" le dico tirando fuori uno dei due test, laltro lo farò domani mattina nel caso che questo sia positivo e lo userò per dare la notizia ad Andrea

"Oh, certo rimango qui" subito entro in bagno e poco dopo esco e mi siedo accanto a Marta per aspettare quei 2 minuti. Io e lei continuiamo a scambiarci sguardi d'intesa

"Cosa farai se risulterà positivo?"

"La cosa non mi spaventa, se questo è positivo domani mattina me farò un altro per sicurezza col mio ragazzo"

"Avete mai parlato di avere figli? Insomma tu hai anche la mia età sarebbe strano"

"Lo so, sono forse anche troppo giovane, ma insomma la vita è breve, e comunque no, non ne abbiamo parlato, diciamo che la nostra relazione è abbastanza complicata" lei annuisce, poi guarda l'ora e mi lancia lo sguardo da 'è ora della verità'. Guardo prima lei e poi il test, poi guardo di nuovo lei e qualche lacrima scende.

"È positivo" Marta mi abbraccia e quando si stacca da me io mi asciugo le lacrime e iniziamo il nostro turno di lavoro.

Ho appena finito il turno, mi sono cambiata e adesso mi sto fumando una sigaretta appoggiata alla mia macchina, vedo Marta arrivare vicino a me, mi guarda e sembra un po' incazzata.

"Che c'è?"

"Sbaglio o stamani hai fatto un test di gravidanza che è risultato positivo?" Annuisco, faccio l'ultimo tiro e butto la sigaretta

"Ci vorrà un po' di tempo per abituarmi" poco dopo iniziano a scendere le lacrime dal mio viso, Marta si avvicina a me e mi stringe a lei

"Ehy tranquilla, se hai bisogno io ti sarò vicina"

"Non so che ho è che forse io e Andrea non siamo adatti per un figlio"

"Nessuno è tagliato per fare il genitore, essere genitori alla fine è imparare cose nuove dai propri figli, non devi preoccuparti assolutamente"  asciugo le lacrime, poi noto che sono quasi le tre e mezza, devo sbrigarmi.

"Scusami ora devo andare, ci vediamo domani" Marta annuisce ed io entro in macchina, appena parcheggio inizio a correre verso il mio ormai ex appartamento e con l'aiuto del proprietario e qualche vicino portiamo tutto nella mia macchina.
Risalgo in macchina che sono le 16, mando un messaggio ad Andrea:

"Sto arrivando, sono un po' in ritardo, ma ora parto da casa mia"

Poi accendo la macchina, collego il cellulare con la musica e parto. L'inverno è insopportabile per me quando guido, perché da un tratto all'altro fa tutto buio e non si vede niente. Non so come dire ad Andrea che fra nove mesi non saremo più soli, è una cosa difficile da comunicare. Il semaforo diventa rosso, io prendo in mano il cellulare e cerco una culla da comprare, so che forse e presto per comprare oggetti del genere, ma una culla anche se non sarà adesso prima o poi potrà servirci.
Il semaforo diventa verde, lancio il cellulare sul sedile accanto al mio e riparto con calma, all'improvviso sento un rumore brusco, con tutta la mia forza cerco di frenare in tempo, ma ormai la macchina è finita contro l'incidente davanti a me, l'ultima cosa che vedo prima di svenire è la macchina dietro di me che mi viene addosso.
Quando riprendo i sensi, sono su una barella, intravedo una macchina contro una moto, poi la mia piccolina schiacciata da un'altra macchina, una lacrima scende, poi vedo la mia macchuna aprirsi, un bambino uscirne e avvicinarsi a me, quando è vicino a me prende la mia mano, ci guardiamo negli occhi, subito riconosco in quegli occhi il mio fratellino cresciuto, in pochi istanti realizzo di essermene andata da questo mondo.

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Spazio autrice
ROUTINE EP FUORI ORA OVUNQUE
Comunque gli ultimi 4 capitoli li ho scritti tutti in 2 ore circa. E questo è il penultimo capitolo.
Grazie a tutti per aver partecipato a questo viaggio assieme a me.
Grazie a tutti per i commenti.
Grazie a tutti per tutto il supporto, siete fantastici.
Vi voglio bene 💘

Guarda nel cielo le stelle che brillano //Shiva Where stories live. Discover now