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Nei giorni successivi sentii che con Max iniziava ad andare meglio, non mi stava più con il fiato sul collo e mi lasciava lavorare anche a continuava a chiamarmi Mariangela piuttosto che Mary ma aveva smesso di prendersela  quando lo chiamavo Maximus piuttosto che Max.

"Mariangela, sei sicura di dover andare? Se i soldi che guadagni posso farti lavorare di più" disse Max l'ultima sera in cui lavoravo lì prima che me ne andassi in Corea  il mercoledì successivo.

"Non è quello, è la Corea, quante altre possibilità ci sono a questo mondo che mi paghino per creare i vestiti per i BTS?" dissi io eccitata mentre fumavo una sigaretta.

"Giusto, spero che tu abbia fatto rifornimento di sigarette" disse lui ironico notando che il mio pacchetto fosse a metà, lo stesso pacchetto che il giorno prima era nuovo.

"Le vendono le cammel light in Corea, lo sai vero?" dissi io ironica, probabilmente era la prima cosa che avessi controllato, ancora prima di iniziare a fare la valigia.

"Come resisterai le dodici ore di volo senza fumare esattamente?" chiese lui ironico.

"Ho fatto scorta di chewing-gum, non sono così tanto sprovveduta e comunque mi sono anche munita di sigaretta elettronica, quella almeno nei bagni degli aerei si può usare" dissi io tranquilla.

"Te l'ha regalata mia mamma vero?" disse lui mentre rientravamo per chiudere definitivamente il locale.

"Si, vuole che io provi a smettere ma ciò che ho sempre pensato è che morirò quando dovrò morire" dissi io tranquilla mentre chiudevo la cassa e facevo la fattura finale della settimana.

"Come mio papà?" chiese con un ironia acida.

"È ciò che ha sempre pensato anche lui ma d'altronde il fato con lui ha deciso proprio di giocare" dissi io, lui era morto per via di un incidente in auto, un ubriaco gli andò addosso e gli si bucó un polmone, se non fosse stato per il catrame accumulato nei suoi polmoni sarebbe morto sul colpo e non saremmo stati in grado di dirgli addio.

"Già, tieni, queste te le metti in borsetta e ce le fumeremo assieme quando torni, tienile bene" disse lui lasciandomi il suo pacchetto in mano con ancora due sigarette dentro.

"Le lascerò a casa così eviterò di dimenticarle" dissi io poi chiusimo assieme e tornammo a casa.

Lasciai le sigarette sulla mia scrivania e poi andare a letto.

Mercoledì presi l'aereo in perfetto orario e mi trovai comodamente seduta nei sedili della business class con già una chewing-gum in bocca pronta a dodici noiosissime ore di volo.

Partii alle dieci di mattina e arrivai alle sei di mattina dopo una dormita pesante e un pasto decisamente disgustoso scesi dal aereo con la sola voglia di prendere la mia valigia e uscire a fumare una sigaretta.

"Signorina Mary, la stavo aspettando, vogliamo andare?" mi disse Sun Cho che era venuto a prendermi davanti al aeroporto.

"Certo, andiamo" dissi io prima di riuscire anche solo a sfiorare il pacchetto di sigarette che avevo nello zaino.

"Sta bene? Sembra un po' nervosa" disse lui comprensivo.

"Ho solo voglia di fumare, credo che sia la prima volta che sto così tanto tempo senza sigarette" dissi io facendo spallucce.

"Puoi fumare se vuoi, sono un fumatore anche io, basta che aprì un po' il finestrino" disse lui per poi aprire il porta sigarette che era pieno di mozziconi.

"Grazie" dissi io per poi prendere il mio pacchetto di sigarette e iniziare a fumare una.

"Ne vuoi una?" chiesi gentile buttando la cenere nel porta sigarette.

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