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"Vi è piaciuta la giornata ragazze?" chiese RM appena ci misimo a tavola.

"Rilassante, ora siamo pronte per affrontare il tour e voi, siete pronti?" disse Lia che aveva un aria raggiante dai suoi nuovi capelli a ciocche fucsia e lo smalto in tinta.

"Solo se saremo sicuri di avervi assieme a noi in prima fila" disse Jungkook facendo spuntare a tutte e tre un sorriso imbarazzato in volto.

I giorni successivi furono i più tranquilli per i ragazzi quanto i più caotici per noi dello staff, non solo per me e le due truccatrici ma per chiunque si occupasse anche del più piccolo dettaglio durante i concerti che equivaleva a dire che Sun stava impazzendo molto di più di quanto non lo stessimo facendo noi che eravamo impegnati a fare si che tutto fosse perfetto e dentro di me mi chiesi perché non avessi accettato la sarta che mi aveva proposto Sun quando mi assunse anche se prima non avevo idea della mole di lavoro che mi toccasse.

Ma in compenso avevo terminato i vestiti per il tour europeo e avevo già i bozzetti per quello americano e non vedevo l'ora di assistere ad un loro concerto visto che prima non me ne ero mai potuta permettere uno visto che avrei dovuto prendere l'aereo e un hotel per poterli vedere mentre ora ogni cosa era spesata compresi i giorni di pausa, i pasti e gli svaghi.

Il primo concerto fu frenetico a dire poco e non riuscii nemmeno a dare una sbirciata da dietro alle quinte per vedere di sfuggita come andassero, troppo impegnata a controllare che i vestiti fossero a posto e a evitare che Sun desse in escandescenza tenendolo lontano da tutti, ma dal secondo in poi la cosa sembrò calmarsi e io concerto dopo concerto riuscivo a rifugiarmi dietro le quinte o tra qualche telecamera oppure fingendo di portare acqua da bere per godermi i loro balli e la loro voce.

Durante le tappe coreane non restavano sempre fuori a dormire, a volte tornavamo a casa e nei giorni di pausa terminai ufficialmente i costumi.

Il tour europeo fu più tranquillo di quello coreano, meno date e più spazio tra le esibizioni così che i ragazzi riuscissero a riposarsi anche visto che dopo le date coreane sembravano distrutti e potevo capirli viste le prove che facevano tutti i giorni e i pre concerti che per loro erano pesantissimi.

Quando finimmo il tour anche dopo l'America li salutai e io presi un aereo per l'Italia mentre loro tornarono in Corea e fu triste in realtà fare un viaggio da sola, la prima classe in cui avevamo sempre viaggiato sembrava desolante da sola, senza i ragazzi che giocavano a Chun Chan Cha per passare il tempo, senza Taehyung per addormentarmi nelle sue braccia e senza lo staff con cui chiacchierare.

Il viaggio fu quasi sconsolante ma quando atterrai trovai sia i miei genitori ad aspettarmi che Max che aveva un pacchetto di sigarette già pronto in mano e sapeva che lo desiderassi dopo le ore estenuanti di volo.

"Mary, com'è andato il viaggio?" chiese mia mamma mentre la abbracciavo.

"Piatto, voi cosa ci fate qui? Non dovreste lavorare?" chiesi rivolta a tutti e tre mentre mi toglievo la felpa che avevo tenuto in aereo per l'aria condizionata che era quella che mi aveva dato Taehyung.

"Abbiamo preso tutti un giorno di pausa per venirti a trovare, qualunque cosa tu voglia fare oggi la faremo" disse euforico mio padre.

"State scherzando? L'unica cosa che voglio fare oggi è riposare, appena ieri si è concluso il tour mondiale dei ragazzi e tra due settimane devo tornare in Corea e ho tutto il jetlag accumulato negli ultimi tre mesi" dissi io mentre trascinavo la mia valigia verso l'uscita.

"Tesoro cos'hai nella valigia per farla pesare in questo modo?" chiese mio padre cercando di sollevare la mia valigia senza riuscirci.

"Souvenir da tutto il mondo e vestiti per stare in giro tre mesi senza fare una singola lavatrice e per fortuna che ci hanno pensato Ayla e Lia a portare trucchi e tutto ciò che serve per i capelli" dissi io mentre mi accendevo una sigaretta mentre Max e mio padre caricavano la valigia in macchina.

"E raccontaci, com'è seguire una grande band in giro per il mondo e vedere i loro concerti?" chiese mia mamma mentre saliva in macchina.

"Stancante, i concerti non li ho visti se non da dietro alle quinte, da dietro una telecamera o per portargli dell'acqua, ho passato il tempo a tenere il mio capo lontano da tutti per tenerlo calmo e sono impazzita a tenere i vestiti curati e stirati per loro, ora vi giuro, voglio solo dormire, domani impacchetto le cose e le porto a casa così riuscirete a rimettere la casa in affitto" dissi io con uno sbadiglio mentre mi allacciavo la cintura dopo aver finito la sigaretta.

"Così hai ufficialmente deciso che ti trasferisci in Corea?" chiese Max e sentii un pizzico di amarezza.

"Ho rinnovato il contratto a tempo indeterminato e ho già trovato l'appartamento, devo solo portarci la mia roba, comunque lo avevo già deciso da tempo e lo sai, mi puoi venire a trovare quando vuoi e io avrò sempre tempo per te, specialmente ora che Sun non mi controlla più" dissi io gentile.

"È fantastico, vedrai tesoro che trovatemo anche noi il tempo di venirti a trovare" disse mia mamma con fare fin troppo sdolcinato.

"Certo, come sempre, papà, casa è dall'altra parte" dissi io notando che aveva mancato l'uscita il che era difficile visto che ero arrivata alle nove di mattina e quindi non c'era traffico.

"Andiamo a fare colazione prima, non hai voglia di un buon cappuccino?" disse mio padre palesemente mentendo.

"Ok, sputate il rospo, dove stiamo andando? Siete pessimi a mentire" dissi io tornando seria.

"Al nuovo Lunapark, non vedevamo l'ora di portartici, non sei felice?" chiese mia mamma eccitata e io alzai solo gli occhi al cielo non avendo la forza di ribattere, non ne avevo nessuna voglia ma sembravano troppo felici tutti quanti per dirglielo.

Avevo più di venti ore di jetlag ancora da smaltire, per non contare le ore di sonno mancanti e il fatto che sapevo che il Lunapark di cui parlavano era frequentatissimo specialmente da ragazzi dai quindici ai venti anni che e che non sarei riuscita a muovermi nemmeno per un momento ma l'unica cosa che feci fu sorridere e dire un: "Fantastico" prima di accoccolarmi e prendere sonno con ancora la felpa di Tae stretta attorno alla vita e la mascherina sul volto.

"Mary, svegliati, siamo arrivati" sentii dire da Max mentre mi scuoteva dolcemente.

"Siamo a casa?" chiesi stiracchiandomi, per poi risistemarmi la camicetta nella gonna.

"Ma no sciocchina, siamo al Lunapark, forza, lì c'è una sportina con un costume, vai a metterlo" disse mia mamma indicando una sportina che era comparsa sul sedile posteriore tra me e Max.

"Ne dovrei avere uno in valigia, metterò quello" dissi io per poi scendere e aprire la mia valigia nel bagagliaio e frugarci fino a trovare il costume che avevo messo anche l'ultima volta al Emerald che poi mi consigliarono di portarmi visto che in alcuni hotel ci sarebbe stata la sauna e noi ne avremmo sicuramente approfittato.

"Dove lo hai preso?  È così carino" disse Max osservandolo mentre lo prendevo.

"Me lo hanno regalato i ragazzi" dissi io per poi togliermi la giacchetta e la felpa di dosso e lasciare tutto nella valigia restando solo con la camicetta a maniche corte, la gonna fino al ginocchio e le scarpe con un leggero tacco.

"Mary mettiti qualcosa di più comodo altrimenti non potrai bagnarti" mi disse mia madre allora.

"In pubblico devo sempre tenere un abbigliamento elegante per contratto, quando dovrò bagnarmi mi spoglierò ma non posso avere un abbigliamento casual" dissi io tranquilla mentre iniziavo a camminare verso delle cabine per cambiarmi.

Mi cambiai e uscii con la borsetta in mano con dentro solo un asciugamano,  il pacchetto di sigarette e il telefono.

"Sembri tesa, cos'hai?" mi chiese Max mentre camminavamo verso l'entrata.

"Sono stanca, tutto qui" dissi io seria con ancora la mascherina in volto.

"Bugiarda, qual'è la motivazione?" chiese ancora lui.

"Vuoi sapere la verità? È che ho più di venti ore di jetlag, più di dieci ore di sonno arretrate e mi state portando in un posto dove sarà pieno di gente pronta a riconoscermi e che mi stancherà a morte mentre vorrei solo dormire" dissi io ancora seria.

"Vedrai che alla fine ti divertirai anche tu" disse cercando di tirarmi su il morale.

"Lo spero" dissi per poi velocizzare il passo e avvicinarmi ai miei genitori.

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