ventuno

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Appena tornai a casa decisi che l'unica soluzione era parlare con chi, in sostanza, era l'artefice dei miei problemi. Presi il cellulare e chiamai Emiliano, dovevo parlargli urgentemente. Dovevo trovare un rimedio.

-Emiliano- dissi appena senti la voce del modo dall'altro lato del telefono -vieni a casa, devo parlarti. No, non ti mettere strane idee in testa, devo chiarire due cose. - risposi ferma, non sarei caduta nei suoi giochetti. Chiusi la chiamata e sistemai la sala mentre attendevo l'arrivo del moro. Mi sentivo nervosa al pensiero che stava arrivando, era diversa la situazione da quando stavo assieme Cosimo. Se prima potevi anche solo accettare qualche suo approccio fatto in modo abbastanza esplicito, lo avrei accetto. Sì, lo avrei accettato per il semplice fatto che era lui, per tutto quello che abbiamo vissuto e per quello che stavamo vivendo.

In parte era come se dovessi dovergli qualcosa. Ma ora, ora per quanto possa pensare al nostro passato e per quanto mi manchi passare del tempo assieme a lui, non posso. Non era giusto nei confronti di Cosimo, che nonostante le mie mille paranoie continua a sopportarmi e a farmi capire i miei errori senza urlarmi addosso. Ed era anche sbagliato nei miei confronti. Dovrei andare avanti, non tornare indietro.

Il campanello suonò, andai ad aprire la porta e senza proferire parola feci entrare il moro - ciao Ilaria- disse lui sedendosi sul divano come se nulla fosse - Emi, che cazzo ti passa per la testa?! - domandai innervosita da quei suoi modi così indifferenti, stava combinando un casino e lo ignorava.
-nulla, perché? - domandò - perché hai detto quelle cose a Cosimo? Perché ti ostini a dovermi stare attorno?- dissi, lui sbuffò - Ilaria, non ho fatto nulla di male. Ho detto solo la verità, non ti piace?- chiese con un filo di ironia che a me in quel momento innervosiva solo.

-smettila. E stai alla larga dalla mia relazione. Per una cazzo di volta, sta lontano - dissi mentre sentivo che le guance iniziarono a bruciarmi, la rabbia mi stava accecando, per il semplice fatto che lui nonostante la sua relazione fosse andata male, nonostante fosse da solo, dovesse sempre pensare a ciò che stavi facendo io. Odiavo questa sua gelosia ingiustificata, il voler tenere controllo sulla mia vita.

Lui si alzò in piedi, si sistemò il giubbotto e andò verso la porta di entrata, l'apri e prima di uscire si girò verso di me, visibilmente confusa dal suo comportamento - vedi, non se il centro del mio mondo Ilaria. Vivi la tua relazione e finiscila- sorrise andandosene e chiudendosi la porta alle spalle

Senza Cuore & Senza Nome|| Emis KillaWhere stories live. Discover now