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✯𝓙𝓸✯

Alla fine non ero riuscito a chiudere occhio e adesso, non solo sono di pessimo umore, ma devo anche parlare con Marta e Dave di quello che è successo stamattina e, sinceramente, non ne ho la minima voglia.

Scesi le scale e andai in cucina con l'intenzione di fare colazione, Arthur era già lì e stava bevendo una tazza di caffè
«sembra che ti abbia investito un camion»
La mia risposta al suo commento fu un'occhiataccia, la quale lo fece ridacchiare
«trovi divertente il fatto che mio padre mi voglia trascinare negli inferi?»

Gli chiesi incrociando le braccia al petto e avvicinandomi al frigo per prendere un bicchiere di succo d'arancia
«stavo solo cercando di sdrammatizzare»
Mi rispose facendo un'imitazione, anche abbastanza somigliante, della mia voce.

Io alzai gli occhi al cielo presi la caraffa con dentro il succo dal frigo, per poi girarmi verso di lui
«la tua maturità mi sorprende ogni giorno di più»
Gli dissi in modo sarcastico e lui mi rispose facendo spallucce
«mi hanno esiliato in questo mondo schifoso e tolto tutti i poteri, almeno fammi divertire un pò»
Io presi un bicchiere e posai tutto sul tavolo della cucina e lo guardai in modo serio
«i tagli ti fanno ancora male?»
Arthur sbuffò infastidito
«quando la smetterai di chiedermelo? Si sono rimarginati da un pezzo e non mi danno più alcun fastidio.»

Io alzai le mani in segno di resa
«ok, non te lo chiederò più, contento?»
Lui annuì soddisfatto
«sì, e molto anche, comunque sbrigati a prepararti che dobbiamo andare da Marta e Dave e raccontargli cosa è successo questa mattina»
«d'accordo mammina»
Gli risposi per sfotterlo un po'
«chiamami ancora così e giuro che ti cambio i connotati»
«sto tremando di paura guarda»
Sul mio viso si formò un ghigno divertito e Arthur mi tirò contro un panno bagnato, ma io lo schivai agilmente
«hai una pessima mira»
Gli dissi, mentre ripresi a fare colazione.

«vedi di muoverti deficiente»
Mi disse e poi, prima di uscire dalla cucina, mi tirò uno scappellotto sulla nuca.
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Dopo essermi dato una sistemata io e Arthur ci incamminammo verso la casa di Marta e Dave, che fortunatamente era abbastanza vicina alla nostra.

Arrivati davanti all'abitazione Arthur suonò, più volte, il campanello e dopo qualche attimo ci aprirono.
Ad aprirci era stata Marta, la quale stava guardando in malo modo Arthur perché sapeva benissimo che era stato lui ad averla fatta impazzire suonando quel dannato campanello per più di dieci minuti.

«giuro che la prossima volta ti taglio le dita!»
Arthur sogghignò divertito
«non ci riusciresti mai»
La bionda si massaggiò le tempie in modo frustrato e ci fece segno di entrare ed io spinsi Arthur all'interno della casa.

Ignorai l'occhiataccia che mia aveva lanciato Arthur e mi avviai verso il salone, Dave, come immaginavo, era seduto sulla poltrona di velluto blu davanti al camino e sembrava molto impegnato nella lettura di un manoscritto, che sembrava essere molto vecchio e rovinato.

Marta ci raggiunse quasi subito e, con un gesto della mano, spense il fuoco del camino e il suo libro volò verso Arthur, il quale lo afferrò al volo, attirando così l'attenzione di Dave, il quale alzò lo sguardo verso di noi e si sistemò gli occhiali, da lettura, sul naso
«esistono modi più civili per guadagnare la mia attenzione, lo sai vero?»
Chiese col suo solito tono di voce calmo e rilassato; Marta fece spallucce
«lo so, ma questo è più divertente»
Dave alzò gli occhi al cielo ed io mi schiarii la voce appositamente, così da far spostare la sua attenzione verso di me
«possiamo parlare di questa cosa più tardi? Ci sono cose più importanti su cui discutere»

Il mio insegnante sospirò e si alzò dalla sua comodissima poltrona e mi raggiunse per poi posarmi le mani sulle spalle
«so già che tuo padre è venuto a trovarti Jo, non c'è bisogno che tu me lo dica e ti assicuro che farò tutto ciò che posso per poterlo tenere lontano da te e da Arthur»
Io sbuffai e tolsi le sue mani dalle mie spalle e indietreggiai di un paio di passi
«ah già, dimenticavo che tu sapessi leggere nella mente»

Gli dissi abbastanza infastidito dalla cosa, odiavo quando lo faceva, mi sentivo violato ed era una sensazione che non volevo più provare.
«e la tua è anche piuttosto incasinata»
Il suo commento mi provocò un sorriso malinconico
«me lo dici come se non lo sapessi già»
Dave si tolse gli occhiali e li poggiò su un tavolinetto presente nella stanza e fece segno a Marta ed Arthur di uscire e loro obbedirono senza fiatare, chiudendosi la porta alle spalle.

Dave si mise nuovamente a sedere e mi fece segno di fare lo stesso, ma io preferivo rimanere in piedi

«cosa possiamo fare per fermarlo?»
Chiesi senza troppi giri di parole

«vuoi la verità? Ora come ora assolutamente nulla! Tuo padre ha già conquistato il regno degli inferi e se è riuscito a sconfiggere uno come Lucifero, cosa diamine possiamo fare noi semplici maghi!?»

La risposta di Dave mi aveva lasciato l'amaro in bocca, perché sapevo benissimo che aveva ragione, ma fino ad adesso non avevo voluto ammetterlo
«l'unica cosa che possiamo fare è cercare di tenerlo lontano da te, se riesce a soggiogarti è finita»
Io strinsi i pugni talmente forte da far diventare le nocche bianche

«mi stai dicendo che devo nascondermi sotto il letto adesso, come facevo da ragazzino dopo aver combinato una cazzata!? Non ho alcuna intenzione di fare il vigliacco! Prima o poi dovrò affrontarlo!»

Dave si alzò di scatto e mi prese nuovamente per le spalle, ma stavolta con più forza, era arrabbiato e anche parecchio
«ti sembra il momento di mettersi a fare l'eroe!? Se Azriel ti prende non avremo più alcuna possibilità di vittoria, lo capisci questo o ti serve il disegnino!?»

Io non risposi e l'unica cosa che riuscii a fare fu distogliere lo sguardo, Dave mollò la presa e mi spintonò lontano e si passò, frustrato, una mano fra i capelli poi mi guardò serio

«Ti dirò una cosa Jo, gli eroi veri non esistono, perché nessuno vuole vivere come loro, dimmi un po' hai mai visto un eroe felice? Ti rispondo io, no, perché loro o rinunciano a tutto quello che amano o muoiono»

Dopo aver pronunciato questa frase si avviò verso la porta, si girò un'ultima volta verso di me e uscì.

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