2. Ghost from the past

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"Pronta?" chiede Alex

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"Pronta?" chiede Alex.

"Certo!" dico. Esco dall'appartamento e chiudo la porta a chiave. Prendiamo l'ascensore ed usciamo dal palazzo salutando l'usciere con un caloroso sorriso.

"Andiamo a piedi?" chiedo ammirando i suoi stivaletti firmati Prada.

"Sì, tanto faremo solo un giro del quartiere" sorride. Vaghiamo per il nostro quartiere, colmo di negozi e vicoli, fino ad arrivare alla spiaggia.

"Questa è una delle migliori spiagge del quartiere, di solito vengo a prendere il sole qui in periodi come questi" spiega.

"Beh, potremmo venirci qualche giorno"

"Certamente!". Continuiamo poi a vagare per quelle bellissime strade.

"Allora...quanto tempo è che vivi qui?" chiedo.

"Oh, beh... sono circa...dieci anni credo, sai sono inglese anch'io, vengo da Holmes Chapel, un piccolo paesino nella contea dello Chechire"

"Sì, ne ho sentito parlare...e come mai ti sei trasferito?"

"I miei genitori hanno divorziato quando avevo circa dieci anni, l'Inghilterra era diventata un po' stretta per noi e ci siamo trasferiti qui"

"Vai spesso da tuo padre?"

"Beh no, noi non abbiamo più rapporti a dire la verità, ma non m'importa, vado molto d'accordo con Robin, il nuovo compagno di mia madre. Quando siamo arrivati ho dato un po' di problemi a mia madre, ma è anche grazie a lui se ora è tutto a posto tra noi." dice, ma non voglio essere troppo invadente per cui non chiedo altro.

"E comunque mi sono trasferito all'appartamento da circa sei mesi, non è molto...ho pensato che un ragazzo di ventidue anni, non potesse vivere ancora con la mamma".

"Wow, abbiamo la stessa età, chi l'avrebbe mai detto!"

"In che mese sei nata? Io sono nato il primo febbraio"

"Io l'otto ottobre"

"Quindi sono più grande io" dice facendomi una linguaccia. Alzo gli occhi al cielo e rido.

"Ti va di andare a bere qualcosa? Si muore dal caldo" chiede indicando un locale in cui la scritta "The Craftsman - Bar & Kitchen" è ben visibile.

"Non lo so...non sembra molto invitante" dico. In effetti dall'esterno non ispira chissà quale fiducia.

"Oh, andiamo ci sono stato già un paio di volte, è ok..non è il massimo ma fa degli ottimi aperitivi".

"D'accordo, mi fido" rispondo ed entriamo nel locale. La puzza di fumo è incredibile, e delle casse trasmettono 'Summer', uno dei successi di Calvin Harris di qualche anno fa. Ci sediamo al bancone ed ordiniamo i nostri aperitivi, che un uomo con una pancia enorme -a quanto pare è il proprietario, un tale Bob- ci serve subito dopo. Alex paga per entrambi e discutiamo per un po' di questo. Mentre bevo il mio drink, rigorosamente analcolico, -ebbene sì, non ho mai bevuto alcool in vita mia- i miei occhi cadono su un gruppo di ragazzi seduti in fondo al locale, sono quattro ragazzi ed una ragazza, e stanno facendo più baccano del previsto. La ragazza mi dà le spalle, ed è seduta in un modo non troppo elegante su uno degli sgabelli. Guardo la scena leggermente contraria. La ragazza ha una minigonna di pelle nera, e da qui posso benissimo vedere che sotto quella giacca di pelle nera non indossa che una bralette, fin troppo trasparente per le cinque del pomeriggio. I suoi tacchi borchiati spiccano assieme alla sua capigliatura rossa.

StubbornWhere stories live. Discover now