5. Skid Row Habits

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"Hey, buongiorno" dice Alex mentre esco dal mio appartamento

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"Hey, buongiorno" dice Alex mentre esco dal mio appartamento.

"Buongiorno" sorrido.

"Senti...ti va se stasera ceniamo nel mio appartamento? Sai sono un cuoco eccezionale!" continua.

"Certo! Mi farebbe molto piacere, io stacco alle sei e mezzo dal lavoro, poi posso anche darti una mano se vuoi".

"Volentieri".

"Vuoi che ti dia un passaggio a lavoro?" chiede.

"Oh, no non preoccuparti...vado a piedi, non è molto distante".

"Tranquilla, tanto il mio ufficio è a due palazzi dal tuo, quindi dovrei comunque passarci".

"Allora accetto volentieri" sorrido. Saliamo in macchina in poco tempo siamo davanti all'ufficio.

"Grazie per il passaggio Harry, a stasera!" dico salutandolo. Faccio un sospiro una volta varcata la soglia del palazzo e mi preparo per una giornata di duro lavoro.

Mentre sono seduta alla mia scrivania e scorro tra le varie pratiche da verificare, ripenso alla telefonata avuta due giorni fa con Ryan.

Di punto in bianco durante la domenica pomeriggio mi ha chiamata al telefono, maledetto il giorno che gli ho dato il numero, e mi ha detto che avremmo dovuto fare un'altra uscita simile alla precedente. Ricordando ciò che era successo con quell'uomo ho iniziato ad urlare per telefono, cosa che non mi appartiene affatto. Gli ho spiegato molto brevemente e con poca calma che al diavolo tutto, non avrei fatto più niente per lui finchè non mi avesse spiegato che cosa sta succedendo davvero a Paige e in che guaio si è cacciata. Dopodichè ho fatto l'errore, probabilmente, di attaccargli il telefono in faccia, e da lì non l'ho più sentito.

Mi sento un'idiota completa. Chiariamoci, non perché non l'abbia più visto, ma perché la curiosità su ciò che riguarda Paige mi sta uccidendo e non ho alcuna intenzione di essere io a richiamarlo.

* * *

Finisco di sistemare le ultime scartoffie in ufficio e con la promessa che ho fatto ad Harry mi sbrigo a lasciare il palazzo per prendere il primo taxi disponibile. Uno dei miei pochi rimpianti nella vita è quello di non aver mai preso la patente, perché sì è dannatamente indispensabile.

Una volta raggiunto il marciapiede per fermare un taxi, a prendere il suo posto è una Range Rover nera, e non ho alcun dubbio su chi sia il proprietario.

Il finestrino si abbassa e un Ryan con degli occhiali da sole mi squadra da capo a piedi. Torna a guardare immediatamente davanti a sé però.

"Sali" dice con tono autoritario. Se prima ero anche per un secondo predisposta nei suoi confronti, con i suoi dannati ordini mi ha fatto cambiare idea.

"Scordatelo, non sono un cane." dico e faccio per spostarmi sul marciapiede. Il rumore dello sportello di Ryan mi fa capire che non si arrenderà tanto facilmente. Mi prende per il braccio e mi trascina verso la sua auto, incastrandomi tra quest'ultima e il suo corpo. La prima domanda che mi viene spontanea è come fa tutta questa gente che ci circonda a far finta di niente. Poi però rifletto sul fatto che probabilmente l'omertà è qualcosa che fa da padrona in questa città.

StubbornWhere stories live. Discover now