CAPITOLO 4: "Le conseguenze"

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P.v. dr. Glass

Giada mi spiegò tutto, cercai di fare qualche domanda a Jess ma lui era ancora scosso e non rispondeva. Sentii la rabbia farsi strada dentro di me: ero io il capo, decido io quello che si deve fare! Come avevano osato! Ora Steve si sarebbe vendicato. Andai nella sala riunioni, dove i miei colleghi stavano facendo una pausa. -Che volevano i bambini?- mi chiese la dottoressa Jackson. Mi sedetti. -Mi hanno raccontato di un esperimento fatto a 5834 B che io non ho richiesto. È parecchio scosso per questo, non parlerà per giorni. Il colpevole ha il coraggio di parlare?- chiesi ai presenti con aria inquisitoria. -Ehm... sarei stato io, ma non avevo idea che avrebbe reagito così, lo giuro! Volevo solo capire come funzionava, tutto qui...- disse il dottor Bright imbarazzato. Se succedeva qualche guaio con era sempre colpa sua e questa volta il suo esperimento ci sarebbe costato molto caro. - Perfetto! Ora la tua sete di conoscenza ci costerà cara. Il padre si vendicherà di certo- commentai esasperato. Dopo quel mio commento continuammo la pausa in silenzio senza il coraggio di pensare alla punizione che ci sarebbe spettata.

Skip time

La mattina dopo quando mi svegliai trovai una lettera sul mio comodino. Senza nemmeno alzarmi dal letto presi la lettera e la aprii: era stata scritta con inchiostro di calamaro, di certo non era di penna; la calligrafia era sottile ed elegante. Ecco cosa riportava:

"Stimatissimo dr. Glass,
sono venuto a conoscenza di un esperimento decisamente eccessivo fatto a mio figlio Jess. So che non è colpa sua, ma non posso lasciare impunito quel che avete fatto. Quindi tutti gli eventi "negativi" che accadranno oggi sono opera mia. Inoltre volevo dirle che mia moglie verrà oggi per andare a trovare i bambini e l'indomani sia loro che voi verrete nel nostro mondo: devo insegnare ai bambini come controllare i loro poteri e a voi come gestire sia i bambini che i loro poteri. Sa a quest'età sono molto... instabili, come dite voi.

Distinti saluti,
Steve"

P.v. Giada

Non avevo idea di dove fosse finito il dr Glass e a dire la verità mi stavo piuttosto annoiando. Entrò 5096, Alice, una mia carissima amica. SCP da poco ma che aveva già fatto un casino che la metà basta. -Alice! È da tempo che non ti si vede in giro, che si dice di bello?- la salutai gioiosa; -Ah le solite cose. Piuttosto, ho saputo che finalmente avete i vostri poteri- disse guardandomi curiosa; -Ah sì, i poteri...- dissi tristemente; -Cosa c'è? A proposito, dov'è Jess?- chiese iniziando a scurirsi in volto. Mi avvicinai a Jess. Era passato un giorno dal suo esperimento e non si era ancora ripreso. In quel momento era abbastanza calmo, giocava con le Lego seduto per terra immerso nei suoi pensieri. -Ehi Jess, guarda chi è venuta a trovarci! Ti ricordi di Alice, vero?- gli chiesi in tono dolce. Lui la guardò con sguardo assente poi ritornò alle sue Lego. Mi sedetti sul letto, seguita da Alice. -Perdonalo è un momento un po' difficile per lui- dissi con un tono di voce gonfio di tristezza; -Davvero? Che gli hanno fatto?- mi chiese preoccupata guardando Jess. Le raccontai tutto l'accaduto. -Non si è ancora ripreso e secondo me ci vorrà molto tempo perché ritorni anche solo a parlare- conclusi guardandola negli occhi; -Ho capito... Povero lo hanno distrutto... Non parla nemmeno con te?- chiese cercando di trovarci del buono in questa situazione tremenda; -Solo qualche frase... non l'ho mai visto così. Mi aveva detto che era spaventato e che non voleva essere una cavia, ma non pensavo che si sarebbe ridotto così...- dissi mentre gli occhi si gonfiavano di lacrime. Entrò il dottor Glass. -5096 che ci fai qui?! Ecco dove ti eri nascosta... ti va di tornare nella tua cella per favore? Dovrei parlare con 5834- disse pazientemente il dottore. -Mi sa che devo andare. Ci vediamo in giro!- mi salutò con la sua ritrovata allegria ed uscì. Il dr. Glass prese il suo posto accanto a me. -Come sta? Ti ha parlato almeno un po'?- mi chiese con tono preoccupato. -Non credo stia migliorando. Mi ha detto solo qualche frase- dico rassegnata. -Ti va di dirmele?- mi invita a lui. Non ne ero sicura: non mi piaceva ripeterle e poi pensavo fossero cose personali, cioè cose tra fratelli. Alla fine mi arresi e decisi di collaborare. -"Giada non mi lascerai solo vero?" "Ho paura. Promettimi che non farai entrare nessuno" " ti hanno fatto del male?". Cerca ancora di proteggermi... lo trovo così tenero...- dico ripetendo le parole di mio fratello. Lo sai che quell'esperimento non l'ho richiesto io?- confessò il dottore. -Cosa?! Davvero?!- dico stupita. -Già. È stato un mio collega, per pura curiosità, ma io avevo intenzione di non fargli niente, almeno per il momento...- disse con aria colpevole. -Ah...- fiatai semplicemente. All'improvviso entrò una scienziata che fece cenno a dottor Glass di uscire. Quando se ne andò tornai a guardare Jess: sembrava non si rendesse conto della realtà che lo circondava. -Jess ti va di ascoltare una storia?- gli chiesi con un sorriso; -Una storia?- disse finalmente staccandosi dal suo mondo. -Sì. Ti posso raccontare di quando Ermes nelle sue prime ore di vita ha fregato le vacche sacre ad Apollo- dissi ridacchiando pensando alla storia. Lui si alzò e si rannicchiò accanto a me. E iniziai a raccontare...

Intanto P.V. dr. Glass

-Cosa c'è Samantha?- chiedo alla mia collega mentre camminiamo per il corridoio. -Abbiamo una visita... Ha chiesto di vedere te- dice semplicemente. -Ma si può sapere chi è?- dissi esasperato. Intanto eravamo arrivati nella sala riunioni. Entrammo. Una donna bionda e dagli occhi verdi era seduta su una sedia. Steve mi aveva avvertito: prima gli eventi "negativi" che erano avvenuti durante la giornata, come Bright inseguito da 096 e gli schedari che sono andati a fuoco, e ora la visita di sua moglie Alex. -Dottor Glass è un piacere fare la sua conoscenza- disse la donna alzandosi e avvicinandosi a me. -Il piacere è tutto mio signora...- dissi non sapendo il suo cognome. -Alex, mi chiami Alex- disse semplicemente con un dolce sorriso. -Simon che sta succedendo?- disse Samantha alquanto infastidita. -Steve mi aveva avvisato del suo arrivo. Scusa se non te l'ho detto- dissi semplicemente senza togliere lo sguardo dalla donna. -Quindi sa perché sono qui. Potrei vedere i miei figli?- chiese con un luccichio di emozione negli occhi. -Certo, venga mi segua-

Spazio autrice

SCP 5096 è una citazione dalla storia "Intruder" di darkspyder81 , storia che ho apprezzato davvero, ve la consiglio.

Non Dovremmo Essere Qui...Where stories live. Discover now