CAPITOLO 9: "Un nuovo Jess"

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Iniziai quasi subito a sognare: ero in una foresta di abeti, vidi correre davanti a me Jess e la me di due anni. Sembrava stessimo giocando ad acchiapparello. Sorrisi a quella scena. -Forza Jess vieni!- incitava la me di due anni. Lui stanco arrancava dietro alla me. Ad un certo punto si fermò e iniziò a massaggiarsi le tempie, per qualche secondo lo vidi con gli occhi rossi, ma poi arrivai io. -Ehi, tutto ok?- gli chiese la me più piccola. -Sì, sono solo un po' stanco- la rassicurò il piccolo Jess. La piccola lo accompagnò sotto ad un albero, si sedettero o lì sotto e gli porse una mela, lui la accettò volentieri, sorridendo. "Da quanto tempo non giochiamo così insieme? A volte tutto ciò mi manca terribilmente... ma perché sto sognando tutto ciò? Sono ricordi? Messaggi? Cosa sono?". Poi il sogno cambiò. Ora ero a casa mia, nel mondo di Minecraft. Mio padre e mia madre stavano parlando tra di loro: -Che significa che sono stati attaccati da Entity?! Pensavo fossero al sicuro lì!- sbraitò mia madre nel più totale panico. -Lo pensavo anch'io, ma sembra non sia così... sono stato stupido a mandarli lì, forse era meglio se rimanevano con noi... li avrei tenuti al sicuro, ora invece Jess è completamente alla mercé di Entity, mentre Giada... non so cosa voglia fare con lei. . .- disse affranto mio padre. Mia madre sembrava disperata, sconvolta e sul punto di piangere. Bene, quindi in pratica nemmeno mio padre sapeva che fine avrei fatto, vivevamo alla giornata e non sapevamo cosa sarebbe successo, fantastico. -E ora cosa facciamo?- disse mia madre che intanto si era calmata. -Resterò qualche giorno con loro, li controllerò ed aiuterò gli scienziati a gestirli. Non sia mai, che se li separano la situazione peggiorerà ancora di più- disse mio padre sovrappensiero. Mi svegliai. Ero nell'infermeria, Jess non era con me, ma nonostante ciò non ero sola: un'infermiera era seduta su una sedia poco distante da me e stava leggendo una cartella clinica. Non avevo idea di chi fosse: era alta e magra, aveva lunghi capelli neri e lisci raccolti in una treccia, aveva gli occhi verdi, una carnagione abbastanza scura ed indossava il solito camicie da laboratorio con il simbolo della fondazione. Era talmente concentrata nella lettura della cartella clinica che non aveva notato nemmeno che ero sveglia. La spalla non mi faceva più così male e mi sentivo abbastanza bene. Cercai di mettermi a sedere, ma ero ancora troppo debole e una fitta di dolore mi travolse. Urlai. Lei alzò lo sguardo. -Mio Dio sei sveglia... non ti stancare, stai giù- disse dolcemente ma allo stesso tempo preoccupata. Si alzò dalla sedia e si sedette sul letto accanto a me. -Come ti senti?- mi chiese lei mentre mi ascoltava il battito. -Dov'è Jess? Sta bene? È sveglio?- chiesi immediatamente guardandomi intorno sperando di trovare Jess senza successo. Lei sorrise. -Si è svegliato ieri, lo stiamo sottoponendo a qualche test, giusto per essere sicuri che stia bene. Però non hai risposto alla mia domanda- disse con un sorriso intenerito. -Sto... sto bene credo. Posso vedere Jess?- chiesi ancora iniziando a singhiozzare. -Vado a chiedere al dottor Glass, torno tra un attimo- una volta detto questo si alzò ed uscì. Intanto io riuscii a mettermi a sedere ed ebbi il tempo di pensare al sogno che avevo fatto... "Papà ci verrà davvero a trovare? Lo spero davvero... vorrei tanto sapere cosa stanno facendo a Jess e se sta bene... Entity quindi è sempre stato dentro di Jess, architettava tutto ciò da molto tempo..." Entrò 239, io e lei eravamo amiche. Era da tanto che non la vedevo. -239! Da quanto tempo!- esclamai sorridendo. -Già è da diversi mesi che non ci vediamo. Come stai?- le chiesi continuando a sorridere. -Bene... Hai notizie di Jess?- le chiesi speranzosa. -No purtroppo... da te mi hanno fatto entrare, ma mi vietano totalmente di vedere Jess- disse abbattuta. Il mio sorriso si spense, volevo sapere di Jess, volevo vederlo, ci avevano separato di nuovo, non lo sopportavo. -Chissà perché... tu invece come stai?- chiesi alla bambina. -Ah sto bene...- disse vaga la piccola. Rientrò l'infermiera accompagnata dalla dottoressa Jackson. Lei appena mi vide, sorrise, venne da me e mi abbracciò. -Per fortuna non ti è successo niente...- sussurrò stringendomi. Io e lei avevamo legato molto e capivo la sua preoccupazione, ricambiai l'abbraccio. -Posso vedere Jess?- chiesi di nuovo. -Per il momento vorremmo che tu ti riprendessi e poi te lo facciamo vedere- disse dolcemente accarezzandomi la testa. -Va bene. . .- acconsentii contro voglia cercando di nascondere la tristezza e la preoccupazione per mio fratello. -Intanto puoi stare un po' con 239, ti farà lei compagnia- disse la dottoressa Jackson per consolarmi. 239 sorrise e annuì per confermare. Ciò non mi consolò per niente: io volevo mio fratello, mio fratello Jess, non altre persone, né 239 né nessun altro. -Va bene, ora abbiamo una riunione da fare, quindi resterete per qualche ore sole. Qualunque cosa ci sono le guardie fuori, chiedete a loro- disse la dottoressa Jackson sorridendo accarezzandoci la testa. Annuii timidamente. Quindi loro uscirono e noi rimanemmo sole. Mi alzai, presi lo scatolone di costruzioni messo in un angolo e mi sedetti per terra. -Ti unisci a me?- chiesi alla mia compagna. -Va bene- disse lei timidamente per poi sedersi accanto a me. -Secondo te perché Entity ha attaccato il laboratorio?- chiese l'SCP mentre impilava i blocchetti senza una forma precisa. -Beh qui ci sono SCP particolarmente distruttivi, io credo che Entity voglia prenderseli e farci un esercito- dissi pensierosa mentre la guardavo costruire. -Secondo te vuole anche me?- disse timorosa smettendo di costruire. -Non lo so... ma sta tranquilla, se sei a rischio ti proteggiamo io e Jess- dissi con un sorriso e accarezzando le sue mani tremanti. -Grazie...- disse guardando in basso, poi si ricompose e sorrise. -Guarda, ti faccio vedere che so fare- disse ancora lei. Sembrò concentrarsi sulle costruzioni nello scatolo che dopo poco incominciarono ad impilarsi una sopra l'altro e in breve davanti a me venne costruito un omino di costruzioni alto fino alle mie ginocchia. -Wow che figata!- esclamai sorpresa. Lei sorrise. -Forte, eh? Tu non mi hai mai fatto vedere i tuoi poteri, me li fai vedere?- mi chiese con la curiosità che brillava nei suoi occhi. -D'accordo... vediamo un po'...-. Iniziai a scavare nel mio zaino trovando un sacchetto di terra e dei semi di girasole. -Ci possiamo accontentare- dissi facendo spallucce. Presi uno dei tanti contenitori di plastica che portavo sempre con me, lo riempii di terra, ci piantai i semi e li innaffiai con la mia bottiglia d'acqua. Dopodiché poggiai la mano sul terriccio e mi concentrai... dopo qualche minuto dal terreno spuntò un bellissimo girasole che non era ancora sbocciato, mi concentrai per qualche secondo ancora e il girasole sbocciò. -Forte!- esclamò sorridendo. Mi appoggiai alla parete, stavo iniziando ad avere un forte mal di testa: forse ero ancora troppo debole per usare i miei poteri. Presi un pezzo di pane dal mio zaino e iniziai a mangiarlo lentamente. -Ehi, tutto bene?- disse osservando le mie mani tremanti che stringevano con forza il pezzo di pane. -Sì, tranquilla. È solo che sono ancora troppo debole e i poteri mi hanno prosciugato tutte le energie. Ora mangio e vedrai che mi riprendo- la rassicurai io con un sorriso. Lei annuì e si sedette accanto a me. La porta d'ingresso si aprì e entrò.. Jess? -Ehilà ragazze!! Vi sono mancato?- chiese lui con un ampio sorriso sapendo già la mia risposta. -Jess!- esclamai fuori di me dalla gioia. Mi alzai e lo abbracciai, lui ricambiò. -Tutto bene?- mi chiese stringendo la presa. -Sì, sto bene, tu?- domandai tremando e stringendomi tra le sue braccia. -Benone, tranquilla- mi rassicurò lui accarezzandomi dietro la schiena. Mi risiedetti accanto a 239, seguita da Jess. -Come sei riuscito a venire da noi?- chiesi incuriosita squadrandolo. -Ho rubato una keycard- disse semplicemente mostrandoci una keycard di livello cinque che, da quanto mi era dato sapere, era quella di livello più alto. -Furbo il nostro Jess- commentò ridendo 239. -Già, il nostro Jess è pieno di risorse- acconsentii ridendo e dando qualche pacca sulla spalla a mio fratello. Poi mi feci seria. -239... ti dispiacerebbe.. lasciarci soli per un po'?- le chiesi un po' titubante, non volevo farla sentire di troppo. -Sì tranquilli. Ci vediamo in giro!- ci salutò per poi alzarsi e uscire. Jess mi lanciò un'occhiata preoccupata. -Come mai l'hai mandata via?- mi chiese scurendosi in volto. -Dobbiamo parlare di cose importanti- dissi. Il mio tono di voce mi sembrò fin troppo freddo e distaccato. -Dimmi- dissi anche lui serio. -Mentre dormivo ho sognato e... ho capito un paio di cose..- iniziai perdendo la mia sicurezza. -Sì, papà me l'ha detto...- disse guardando in basso. -è stato lui a farmi vedere quelle cose?- gli chiesi ancora. -Sì... sapevo che questo giorno sarebbe arrivato...- . -Che intendi?- dissi interrompendolo. -Devi sapere...-. Gli morirono le parole in gola. Vidi delle lacrime iniziargli a scendere copiose lungo le sue guance. -Ecco io...- disse. Le sue parole tremavano e vacillavano, era visibilmente spaventato. -Ehi ehi... Con calma... Tranquillo...- cercai di tranquillizzarlo abbracciandolo. Lui si strinse a me: era la prima volta che lo faceva di sua spontanea volontà, era strano, ma allo stesso tempo preoccupante. -Calmo, cerca di spiegarmi- lo incalzai senza troppa aggressività. -Sì... ecco io... non sai tutto di me... Devi sapere che... Entity ha influenza su di me da sempre... da quando avevo due anni... papà l'ha sempre nascosto a tutti, solo mamma e Jack lo sapevano...- raccontò lui con lo sguardo basso. -Tu pensi che lo dirà anche agli altri?- gli chiesi. -Sì, mi ha detto che è necessario a questo punto. Ah un'altra cosa..-. Fece accendere una fiamma nera sulla sua mano. -Ho alcuni poteri di Entity... Ho imparato a controllarli col tempo- continuò mio fratello con il suo racconto. -Gli scienziati lo sanno?- gli chiesi accarezzandolo per fargli coraggio. -Sì, papà li ha avvisati. Loro mi hanno insegnato a controllarli- disse guardandomi grato. -Ecco cosa facevi quando ti portavano via...- ricordai. -Sì.. ho anche un altro potere...-. Si staccò da me, puntò con un dito un bicchiere di plastica sul mio comodino, sembrò concentrarsi per qualche secondo e poi il bicchiere iniziò a fluttuare e iniziò ad avvicinarsi a me. -Prendilo- mi ordinò. Lo afferrai. Telecinesi...- realizzai. -Sì. Posso anche generare onde d'urto- continuò mio fratello. -Tipo come ha fatto Entity quando ci ha attaccato?- chiesi per capire. -Esatto, ma mi ci vuole molta energia per farlo- spiegò. Lo squadrai attentamente: per me era una persona completamente diversa era come se lo conoscessi per la prima volta. -Ecco... questa è tutta la verità. Mi dispiace se non i ho detto tutto subito, ma papà ha pensato fosse meglio così- disse visibilmente dispiaciuto. -Posso capirne il motivo... Quindi Entity ti tormenta da sempre?- chiesi ancora. -In pratica sì- disse guardando in basso e lasciando che le lacrime gli scorressero lungo le guance. Lo abbracciai. -Non c'è bisogno di piangere. Mi hai sempre protetto. Io... non so come farei senza di te...- lo rassicurai sorridendo. Lui ricambiò l'abbraccio e si strinse forte a me. -Per me è la stessa cosa, non dubitare- acconsentì lui ricambiando il sorrise. -Che tenera riconciliazione...- disse una terza voce sconosciuta. Jess scattò all'in piedi come una molla. -Entity cosa vuoi? Hai vinto, ok? Mi hai in pugno, non posso scappare, so di essere tuo- disse lui fronteggiandolo. Il demone apparve con un sorriso stampato in volto. -Molto bene, vedo che hai capito- disse lui soddisfatto. -Basta che non le fai del male- disse fermo e deciso mio fratello. -Sono un dio di parola io: finché non opporrai resistenza non verrà toccata- disse il demone annuendo. -Jess...- lo chiamai io con voce tremante. -Tranquilla, non è niente. Tu sei al sicuro, non ti devi preoccupare- mi rassicurò lui senza successo. -Sì tranquilla, finché Jess farà ciò che gli dico tu non hai nulla da temere- mi tranquillizzò l'incappucciato. -Questo è ricattare!- mi lamentai io raccogliendo il poco coraggio che avevo. -Io non lo chiamerei "ricattare" direi piuttosto che abbiamo risolto la cosa con uno scambio diplomatico- disse ridacchiando. -Il completo controllo su Jess in cambio della mia salute?- chiesi tremando. -In cambio della tua vita, cara- chiarì con un sorriso maligno. - Giada, tranquilla... L'ho fatto per tenerti al sicuro, è compito mio. Non ti preoccupare- cercò di calmarmi lui. -NON ESISTE!- sbraitai. Corsi contro Entity con la spada sguainata, lui si teletrasportò dietro di me e mi colpi alla schiena. -Avevi detto che non le avresti fatto del male!- protestò mio fratello accucciandosi accanto a me. -Oh Jess ti fai così tanti problemi... Dovresti essermi grato: grazie alla mia falce non sarai più solo... Avrò anche lei e anche in modo abbastanza semplice- disse per poi scoppiare in una fragorosa risata. Intanto io mi ero accasciai a per terra, vedevo sfuocato e il taglio sulla schiena mi faceva un male cane. Ad un certo punto appare una barriera viola intorno a me. -A noi due Entity-. Furono le ultime cose che sentii prima di svenire.

Non Dovremmo Essere Qui...Where stories live. Discover now