CAPITOLO 7: "Divisione"

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Skip time p.v. Giada

Appena arrivati in laboratorio ci separarono. Mi misero in una piccola stanza bianca con una brandina, delle Lego, dei colori e fogli per disegnare. Con me c'era anche Billy, mia unica compagnia. Quella situazione mi faceva soffrire moltissimo e non riuscivo a fare niente per distrarmi. Non mi piaceva stare da sola, il silenzio era inquietante e sembrava che le pareti mi guardassero con aria di superiorità. Dopo circa un'ora passata in quello stato di ansia entrò la dottoressa Jackson. Andavo molto d'accordo con lei ed ero felice che mi fosse venuta a fare compagnia. -Allora come ti senti?- chiese la dottoressa con un dolce sorriso in volto. -Non sono mai stata peggio, odio stare da sola- confessai guardando in basso. -Posso farti compagnia io se vuoi- mi propose lei sedendosi su una sedia posta nell'angolo. -Mi farebbe molto piacere- dissi con un debole sorriso. Lei ricambiò il sorriso, era molto simile a quello di mia madre, ma nemmeno questo non migliorò il mio umore. Presi una freccia dalla faretra e iniziai a girarmela tra le dita, lo facevo quando ero nervosa. -C'è qualcosa che vorresti dirmi?- mi chiese lei osservando il movimento delle mie mani. -Cosa farete a Jess?- chiesi rabbrividendo. -Non lo so, dico davvero. È per questo che sono qui, non posso fare niente di là con Jess- mi confessò lei con un sospiro. -Spero non gli facciano del male. So che mi vuole bene. Mi ci puoi portare?- le chiesi con occhi supplichevoli. -Vuoi andare da lui?- chiese lei per conferma, iniziando ad agitarsi. -Sì- dissi decisa fissandola con aria inquisitoria. -Se questo ti può aiutare...- disse lei arrendendosi all'evidenza: non mi sarei arresa facilmente. Mi prese per mano e mi portò nella nostra cella. C'era molta confusione. Lei entrò per prima, dicendomi di aspettare. Rimasi cinque minuti ad aspettare, ma lei non uscì. Decisi di entrare da sola. Il dr. Glass era lì ed era ferito, stava litigando con la dottoressa. Si fermò di colpo, notandomi. -Che c'è?- chiese lei con fare nervoso. - Girati- le ordinò il collega. Lei obbedì e mi vide. Il suo solito sorriso calmo si inarcò all'ingiù così come le sopracciglia, mentre cercava di trattenere la rabbia e il nervoso. -Ti avevo detto di rimanere fuori! Vai fuori adesso! Facciamo i conti dopo...- disse in chiaro tono intimidatorio. Ero così spaventata che le grida della dottoressa mi fecero sobbalzare. Di solito era così calma, perché urlava così? Qual era il problema? Iniziai a tremare, non riuscivo a muovermi o a parlare. Il dottore mi sorrise. -Samantha non le urlare contro, la spaventi- disse il dottore cercando di calmarla e rivolgendomi un sorriso rassicurante. -Posso vedere Jess?- chiesi timidamente per paura che mi urlassero nuovamente contro. -Non credo che ti farà piacere- disse semplicemente. Mi fece cenno di avvicinarmi. Andai verso il letto di mio fratello. Lo trovai ammanettato e ferito ad un braccio. Andai nell'angolo opposto della stanza, inorridita dalla scena. -P-perché è ammanettato al letto?- chiesi balbettando. -Non ti agitare, ora torna nell'altra stanza con la dottoressa- mi invitò il dottore con voce rassicurante. -N-non voglio- balbettai ancora. Ero spaventata, ma non avevo intenzione di lasciare Jess da solo, non in quello stato. Sentivo Jess agitarsi e urlare, insultando i dottori mentre cercava di liberarsi i polsi dalle strette catene. -Vi prego lasciatelo andare...- supplicai. -Dai andiamo di fuori. Ti porto a mangiare qualcosa- disse deciso. Mi prese per mano e mi trascinò fuori, non avevo più la forza di reagire quindi lo lasciai fare, anche perché avevo paura si arrabbiasse e decidesse di chiamare le guardie. Andammo in caffetteria. Lì c'erano due guardie a sorvegliare una macchinetta del caffè. -Salve dottor Glass- salutò la prima guardia. -Tu non dovresti essere qui- disse la seconda rivolgendosi a me. D'istinto mi coprii il marchio a fuoco sul mio braccio e abbassando lo sguardo in segno di sottomissione. -L'SCP è con me. Ora lasciate che interagisca con con 294- disse il dottore stringendomi la mano per rassicurarmi. -Prego si serva pure- concesse la seconda guardia spostandosi di lato. -Questo è SCP 294. Puoi chiedergli qualsiasi liquido o bevanda tu voglia. Ti va un succo?- mi chiese sorridendo dolcemente. Feci cenno di sì con la testa. Digitò qualcosa sullo schermo, mise 50 centesimi e poco dopo la macchina produsse un bicchiere di succo alla pesca. Me lo porse. Ci sedemmo ad un tavolo del bar libero. -Dai bevi, non essere timida- mi invitò lui con fare cordiale. Bevvi lentamente il contenuto del bicchiere senza staccare gli occhi dal dottore. -Ti piace?- mi chiese lui gentilmente. -Sì, molto. Grazie- dissi timidamente. Lui sorrise. Quando finii di bere il dr. Glass mi propose di andare da SCP 999. Io e Jess ci giocavamo i primi giorni nel laboratorio ed eravamo molto amici io e lui. Accettai la proposta. 999 era nel suo recinto quando arrivammo e fece un verso contento quando mi vide. -Ti ricordi di me 999?- chiesi al mostriciattolo con un sorriso, mi sentivo così a mio agio con lui, mi sentivo serena e rassicurata. Lui fece un altro versetto per dire di sì. -Credo che i tuoi poteri funzionino più o meno su tutte le creature con comportamenti simili ad animali, quindi credo funzionino anche con lui- disse pensandoci il dottor Glass appuntando sul taccuino. Aprii il recinto e lui mi avvolse il braccio. Giocammo a lungo. Ridevo a crepapelle, ma una parte del mio cervello non riusciva a dimenticare le urla di Jess ammanettato al letto.

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