CAPITOLO 8: "La riconciliazione"

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Erano passati due giorni e non avevo ancora rivisto Jess... Da spaventata ero diventata frustata: quella stanza era piccola, non vedevo la luce del sole da quando ero tornata al laboratorio, ero sempre sola e non avevo niente da fare. Mi avevano fornito un manichino e un bersaglio per allenarmi, che erano il mio unico svago. Mi allenavo fino allo sfinimento tutto il giorno, sfogandomi, usando anche i miei poteri. Lo facevo per non fare caso al silenzio e alla solitudine a cui ero costretta. La dottoressa veniva solo a portarmi da mangiare, non rimaneva mai con me. E il dr. Glass non lo rivedevo da giorni. Allenarmi mi faceva distrarre e non mi faceva pensare. Quel giorno mi stavo allenando come al solito. Avevo evocato un tentacolo\radice con cui avevo avvolto il manichino, lo tenevo leggermente in alto e saltando lo colpivo con rabbia. La dottoressa entrò, all'inizio non la notai, poi mi girai e la vidi leggermente spaventata. Feci sparire il tentacolo e misi la spada al suo posto. -Ciao...- dissi in un sussurro guardandola. -Ti stavi allenando?- mi chiese lei tanto per fare conversazione. Annuii e mi sedetti sul letto. Mi porse il solito piatto di pasta al sugo che mangiavo da quando ero tornata. -Ti ho portato da mangiare- mi disse sorridendo. Poi però invece di andarsene rimase e si sedette accanto a me. La guardai confusa. -Che c'è?- disse alzando un sopracciglio. -Di solito te ne vai...- dissi guardando il piatto di pasta. -Ti do fastidio? Perché se vuoi me ne vado- disse accennando ad alzarsi. -No, anzi mi fa piacere. Sono sempre così sola...- sussurrai versando una lacrima che mi asciugai rapidamente. Mi misi a mangiare, cercando in tutti i modi di evitare lo sguardo di lei. -Vorresti... non so parlare un po'?- mi chiese lei con tono preoccupato. Ero sempre molto arzilla, quindi a lei appariva evidente stessi male nonostante cercassi in tutti i modi di non farlo notare. -Vorrei vedere Jess, mi manca così tanto...- confessai. -Forse lo potrai vedere oggi- disse accennando un sorriso. Davvero?- dissi mentre i miei occhi iniziavano a brillare di speranza. Lei sorrise. -Tuo padre gli ha parlato e si è calmato. Pensiamo di riportarti da lui questo pomeriggio- mi spiegò la dottoressa accarezzandomi dietro la schiena per confortarmi. -Sul serio? Sta bene? Non gli avete fatto del male vero?- iniziai a chiedere agitandomi. -Sta benissimo, non ti preoccupare- disse sorridendo nuovamente, adoravo il suo sorriso, mi rendeva così calma. Poi si alzò e mi lasciò di nuovo da sola. Rimasi ad aspettare immersa nei miei pensieri, volevo sapere come stava Jess e per me era difficile distrarmi con quel pensiero fisso in testa. Qualche ora dopo arrivò il dottor Glass. -Mi portate da Jess?- chiesi immediatamente appena lo vidi. -Sì, sei contenta?- mi chiese sapendo già la risposta. -Non potrei essere più felice! Dai Billy vieni, che torniamo da Jess!- esclamai fuori di me dalla gioia. Billy abbaiò e scodinzolò felice. Presi al volo lo zaino con tutte le mie cose e seguii il dottore. Quando entrai nella nostra stanza Jess mi corse in contro. -Stai bene? Ti hanno fatto del male?- mi chiese squadrandomi dalla testa ai piedi. Lo abbracciai di scatto e sussurrai: -Sono contenta che tu stia bene. . .-. Lui rimase qualche secondo interdetto, poi ricambiò l'abbraccio. -Mi dispiace così tanto... io- io non volevo farti del male. Non ero io... è stato Entity. Ho anche ucciso un medico e- e ho ferito il dottor Glass... mi- mi hanno incatenato al letto e io ero... Ero così confuso e arrabbiato...- disse rapidamente completamente nel panico, stringendomi come se non volesse che scappassi da lui. -Ero certa che non eri tu quello che mi aveva fatto del male. Ora è tutto finito. Adesso pensiamo a come farlo fuori- dissi determinata. Lui annuì e sorrise. Mi girai verso il dottore. -Allora, qual è il piano?- gli chiesi. -Gli 05 stanno radunando una squadra per batterlo. Entro domani ci sarà la riunione- ci informò pensieroso e anche un po' preoccupato. Jess sguainò il pugnale con fare eroico e disse: -Non vedo l'ora di fare fuori quella sottospecie di demone incappucciato- . Il dottor Glass uscì lasciandoci soli. Jess si mise a disegnare e io mi sedetti sul letto e iniziai a girarmi una freccia tra le dita. Rimanemmo in silenzio per qualche minuto, ma a causa del mio deficit dell'attenzione non riuscii a rimanere in silenzio. -Quindi avremo altri SCP ad aiutarci...- dissi pensierosa. -Già... sarà un'occasione per conoscere nuovi SCP, non trovi?- disse come per auto consolarsi. A Jess non piaceva stare con altri SCP, non mi ha mai detto il perché ma si innervosiva e si agitava particolarmente in loro presenza. Pensandoci ero giunta alla conclusione che probabilmente il motivo era 106 che da quando eravamo arrivati al laboratorio si divertiva a tormentarci, in particolare ce l'aveva con Jess per un motivo a me sconosciuto. -Sì, certo. Però potremmo incontrare anche SCP pericolosi o che abbiamo come nemici- gli risposi sconsolata ricordando appunto la situazione con 106. -Tipo 106?- chiese come se mi avesse letto nel pensiero. Annuii continuando a riflettere. Entrò SCP 105, Iris, una cara e vecchia amica che conoscevamo praticamente da sempre e a cui io ero particolarmente legata. -Iris! Come mai da queste parti?- le chiesi sorridendo. -Ah sai com'è mi hanno messo nella vostra squadra contro Entity, volevo solo darvi la buona notizia- concluse con un sorriso. Ero davvero felicissima per la notizia, avere Iris in squadra presentava per me un'occasione per avere una sorta di mamma accanto e avere affetto materno. -Ah bello. Sai anche chi altro sarà con noi?- chiese Jess senza troppo entusiasmo. A lui non piacevano le attenzioni materne al di fuori di quelle di nostra madre e tra le altre cose lui la considerava ancora un'estranea e un SCP come tutti gli altri. -No, purtroppo. Voi qui che fate di bello?- ci chiese sorridendo dolcemente. -Niente di che...- dissi cercando di non incrociare il suo sguardo. -Ho sentito che siete stati separati per un po'- disse preoccupata accarezzandoci la testa. -Ah non mi ci far pensare... non è stato molto piacevole. . .- sospirai versando qualche lacrima. -Già, non lo è stato nemmeno per me- disse amaramente spostandosi da sotto la sua mano. Rientrò nuovamente il dottor Glass. -Ragazzi volevamo farvi allenare con i vostri poteri e... aspetta un secondo, che ci fai tu qui!?- sbraitò contro Iris. -Va bene, meglio che vada. Ci vediamo alla riunione bambini!- ci salutò lei uscendo. -Bene, ora venite con me- ci ordinò uscendo dalla stanza. Seguimmo il dottor Glass che ci portò all'esterno in una specie di palestra all'aperto. Una serie di class D armati di coltelli erano pronti a sfidarci. E alcuni militari e guardie guardavano il tutto da lontano. -Volete che combattiamo contro di loro?- chiesi inorridita. -Sì. Vogliamo farvi allenare per lo scontro- ci spiegò il dottore. -Ma non dovremmo combattere contro i mostri del nostro mondo?- fece notare Jess mentre io annuivo per confermare. -Abbiamo inviato una lettera a vostro padre chiedendo un mezzo per far riprodurre i mostri, per il momento abbiamo solo loro, quindi...- spiegò per poi concludere facendo spallucce. -Ma non possiamo uccidere dei mortali!- controbattei io. -So che non vi fa piacere, ma per il momento accontentatevi di questo. Se proprio dovete cercate di ferirli o metterli K.O.- cercò di convincermi il dottore e io acconsentii solo per paura, sapevo che se mi sarei rifiutata per troppe volte mi sarebbe potuto succedere qualcosa di brutto. Jess accese una fiamma sulla sua mano ed esclamò: -Beh se le cose stanno così, alleniamoci!-. Billy abbaiò per dirmi che era pronto a combattere. Sguainai la mia spada. -Va bene, andiamo- acconsentii. Ci lanciammo in combattimento. Evocai i miei tentacoli\radice e avvolsi i primi 3 class D che mi assalirono. Jess iniziò a lanciare palle di fuoco contro i class D che gli correvano contro. Io ferivo quelli che avevo avvolto, per poi lanciarli in aria e correre contro gli altri. Evocai anche uno spiritello delle piante, lo spiritello di un cactus che si trovava poco più in là. Iniziò a lanciare le sue spine per confondere i nemici. Jess invece aveva scoperto un altro aspetto del suo potere: aveva accanto a sé un leone di fuoco poco più basso del suo ginocchio. La creatura mordeva e dava fuoco ai vestiti dei class D. Mentre guardavo la scena un class D mi pugnalò al braccio destro e io per istinto mi girai e lo colpii. Misi a fuoco solo pochi secondi dopo: l'avevo trafitto al cuore. Lasciai cadere la spada di mano e il corpo si accasciò ai miei piedi. Indietreggiai disgustata da quello che io stessa avevo fatto. Sentii il dottor Glass che dava ordine di fermare l'allenamento, poi mi venne in contro. -Ehi, tutto bene?- mi chiese preoccupato lui. -Io-io l'ho ucciso. . . Non volevo lo giuro, ho-ho seguito l'istinto e-e....- cercai di giustificarmi io senza successo. Mi coprii la ferita sanguinante con la mano, continuando a fissare il cadavere del class D steso davanti a me. Jess mi raggiunse. -Wow, certo che te la sai cavare in battaglia!- esclamò lui. -Non è una bella cosa Jess! L'ho ucciso capisci!? Era solo un mortale! Non era nemmeno colpa sua se mi ha ferito...- dissi iniziando a piangere. -Non c'è bisogno che ti dispiaci, ricorda che i class D sono criminali, in un certo senso ci hai aiutati- cercò di consolarmi il dottor Glass dandomi una pacca amichevole sulla spalla. -Ma era umano, era un mortale, nessun essere merita di essere ucciso. Ora ritorno in camera. Vado a farmi una doccia e a fasciarmi la ferita- dissi asciugandomi le lacrime per poi allontanarmi scortata dalle guardie.

Non Dovremmo Essere Qui...Where stories live. Discover now