Capitolo 17 - Cucina terapeutica

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Quando Charlot e Isaac arrivarono davanti alla classe sentirono un vociare insolito all'intero.

-Credo che Fitz sia in ritardo...- Disse Charlot, per rompere il silenzio che li aveva accompagnati da quando avevano sciolto il loro abbraccio.

Il ragazzo annuì e aggiunse:
-Sarà meglio non entrare insieme... Per quanto sarei felice di vedere la faccia contrita di Evans, temo sarebbe controproducente per te...-

Charlot sorrise grata e rise quando Isaac la invitò a precederlo con un cavalleresco e caricaturale inchino.

Charlot inspirò profondamente e cercò di tirare fuori tutta la sua determinazione.

Aveva fatto un guaio, ma era convinta di poter rimediare. Aveva giurato che ci sarebbe riuscita a tutti i costi.

Espirò e fece il suo ingresso in classe.

I mormorii si spensero quasi del tutto e gli occhi di tutta la classe si posarono su di lei.

Deglutì e si avviò verso il suo banco, nel breve tragitto cercò di intercettare lo sguardo di Luke, ma lui non la degnò di un'occhiata, apparentemente assorto nella lettura.

Charlot non si lasciò scoraggiare, non poteva biasimarlo per essere arrabbiato... Decise che per il momento si sarebbe concentrata sulle sue amiche, ma non appena fece per poggiare il cestino del pranzo sul suo solito banco, accanto a Emily, quest'ultima la fermò.

-Mi spiace, Charlot... Il posto è occupato...- Disse senza un briciolo di sincero dispiacere.

-Oh... Emm... Capisco, non c'è problema...- Rispose pacata cercando di metabolizzare il fatto che la sua impresa non stava partendo con il piede giusto.

-Ehm... Ehm...- Qualcuno alle spalle di Charlot si schiarì la voce.

-Quello è il mio posto ora.-

Sentire Amelia Rivers, un metro e cinquanta di arroganza infiocchettata come un barboncino viziato, le fece capire che riconquistare i suoi amici sarebbe stato molto più difficile del previsto.

Charlot ingoiò il boccone amaro e si fece da parte.

Registrò indistintamente Isaac che entrava in classe in quel momento, diede le spalle all'Arpia e si avviò verso il banco vuoto sul fondo dell'aula.

Era sempre vuoto perchè vicino all'angolo c'era uno spiffero fastidioso. Charlot lo sapeva bene, ma preferiva avere la pelle d'oca tutto il giorno pur di non sedersi al banco solitamente occupato da Amelia.

Non fece in tempo a prendere posto che il professore entrò e iniziarono le lezioni.

L'intervallo per la pausa pranzo sembrò arrivare troppo presto.
I ragazzi uscirono correndo come al solito, seguiti poi dalle ragazze che si sedettero tutte insieme in cortile.
Stranamente, da quando avevano estromesso Charlot, le divergenze interne sembravano essere svanite.

Charlot si era avvicinata alla finestra e guardava sconsolata Amelia che, per la prima volta in vita sua probabilmente, condivideva il suo famoso pranzo cucinato da uno chef italiano.

-Temo proprio voglia rubarti la scena...- Disse una voce alle sue spalle e la ragazza si stupì voltandosi.

-Peter? Che ci fai qui?-

-Non ti illudere, non sono venuto per te, ho solo dimenticato la mia mela...-

-Oh, si certo...- Replicò malcelando la sua delusione nella voce.

Peter non le rivolse più la parola finchè non fu sul punto di uscire, dopo aver recuperato il suo piccolo tesoro rosso.

Charlot l'aveva osservato mentre si avvicinava al suo posto, alzava il sottobanco e si allontanava di nuovo, cercando qualcosa da dire, ma ritrovandosi senza parole.
Quando lo vide esitare sull'uscio, un briciolo di speranza riemerse.

Charlot e le Giubbe RosseWhere stories live. Discover now