2.La verità

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Era passato quasi un mese. Un mese infernale per Iwaizumi.

Tutti i giorni, nessuno escluso, provava a chiamare l'amico e si recava davanti alla porta di casa sua sperando in qualche risposta, ma questa non veniva mai e il ragazzo si ritrovava a stare, a volte anche per ore, ad aspettare qualcosa di ignoto che gli avrebbe detto come stava Oikawa.

Certo era infuriato con lui per essere scomparso nel nulla senza dirgli niente, ma prima di tutto era preoccupato.

Che cosa mai doveva dirgli?

Che cosa gli hanno detto i medici di così sconvolgente?

Perché aveva tanta paura di riferirglielo?

Quel giorno Hajime si era fermato ancora una volta davanti a casa Oikawa, nonostante l'ora tarda.
Era ormai mezzanotte, ma il corvino non voleva saperne di tornare a casa.

Era rimasto lì per più di due ore, gli occhi lucidi, le mani tremanti, non sapeva nenache lui il motivo per cui si ostinava a rimanere seduto sull'uscio di quell'appartamento.

Forse istinto?

Poi accadde l'imprevedibile.

Ormai Iwaizumi si era praticamente arreso, eppure eccolo lì.

Era proprio davanti a lui.

Quei capelli castani, quegli occhi che avevano perso parte della loro solita lucentezza, quel viso perfetto sempre disinvolto, quelle labbra che tanto bramava senza saperlo, quelle labbra sempre curvate in un sorrisetto innocente, quelle labbra che adesso accompagnavano l'intero volto del ragazzo in un'espressione di shok e terrore.

Il castano tentò di scappare da quella situazione, ma le stampelle gli impedivano di raggiungere la velocità necessaria per superare l'amico.

Infatti quest'ultimo fu più veloce, afferrando l'altro per un braccio e facendolo voltare con la forza verso di lui.

Oikawa si spaventò ancora di più vedendo l'espressione infuriata di Hajime.

Ma non aveva paura di una sgridata o di un cazzotto da parte sua... Aveva paura di averlo perso per sempre.

Aveva il terrore di averlo ferito permanentemente, anzi era sicuro di averlo fatto.

Inevitabilmente le lacrime cominciarono a scivolare longo le sue guance arrossate.

Chiuse gli occhi, pronto a qualsiasi punizione, che non tardò ad arrivare.

Uno schiaffo potente, dritto in faccia, contenente tutta la frustrazione del colpevole.
Poi lo prese per il colletto sbraitandogli addosso tutto quello che gli passava per la testa

- PERCHÈ DIAVOLO TE NE SEI ANDATO COSÌ SENZA DIRMI NIENTE?!! -

- I-iwa-cha -

- NON CERCARE SCUSE, BRUTTO IDIOTA! POTEVI DIRMELO, MALEDIZINE. COS'È SUCCESSO DI COSÌ SCONVOLGENTE DA NON POTERMENE PARLARE??!!! -

- Iwa-chan... -

- RISPONDIMI!!!... Per favore Oikawa, rispondimi -

Lasciò lentamente la presa dalla giacca di Tooru, abbassando la testa.

Il più alto non sapeva cosa pensare e, appena vide una goccia cristallina cadere dal volto abbassato di Iwa-chan infrangendosi ai suoi piedi, andò totalmente nel panico.

- M-mi dispiace... Io non sapevo cosa fare. Ho avuto paura e sono scappato da tutti.... Dovevo riflettere, anche se ancora in ospedale, dovevo stare per un po' lontano da tutto quello che mi ricordava la pallavolo, per pensare lucidamente, senza venire condizionato. -

🏐Tra piaceri ed insidie ~ Iwaoi (Haikyuu!!)🏐Où les histoires vivent. Découvrez maintenant