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«Quindi, amore, vuoi o non vuoi andare alla festa?» gli chiese Elia, appoggiato alla scrivania del suo fidanzato.
«Tu lo vuoi?» chiese a sua volta, raggiungendolo.
«Vorrei andare perché è una festa per tuo fratello, ci tengo a Chris... però, non mi sento di andare lì con la bombola d'ossigeno.» rispose, accogliendo Damien tra le sue braccia.
«Quindi credo che dovrò rifiutare. Ma se tu vuoi andare, vai senza problemi.»
Damien alzò la testa per guardarlo.
«Se non ci sei tu io non vado da nessuna parte. Sai che odio le feste, e sai che odio quando non sei con me.»
Elia gli sorrise, chinandosi per baciargli la fronte.
«Sei dolcissimo, Dami. Ma lo sai che hai una vita al di fuori di me?»
«E tu lo sai che io odio quella vita?» ribattè, alzandosi in punta di piedi per riuscire a sfiorare le labbra di Elia con le sue.
«Continuo a chiedermi come faccia ad odiarti. Credo che non riuscirei ad odiarti nemmeno se lo volessi, Dami!» gli circondò la vita con le braccia, poi lo sollevò e si aggrappò con braccia e gambe al castano.
«Sei bellissimo, amore mio, sia dentro che fuori.» lo portò vicino al letto, e si lasciarono cadere sul materasso.
«Ho molti difetti.»
«Chi non ne ha!? Ma questo perché sei vero, sei te stesso.»
Damien aggrottò le sopracciglia, allora Elia spiegò:
«Hai mai visto una mela perfetta, bella sia dentro che fuori, senza il verme?»
«Sì.»
«Ecco. E sai quante cose ci sono volute per renderla così perfetta all'apparenza, ma nociva? Tanti lavaggi, medicinali e stronzate varie.»
«Quindi io sarei una mela piena di vermi...» concluse Damien.
«Ma sei anche quella che non nuoce alla salute.» aggiunse Elia, dandogli un altro bacio sulla fronte.
«Lo sai che di te amo sia i pregi che i difetti?» gli baciò il naso.
Dam sorrise.
«E lo sai che amo il tuo sorriso?»
Il moro annuì, anche se un po' imbarazzato.
«Amo ogni centimetro del tuo corpo. Amo tutto di te. Te lo ripeterò fino allo sfinimento, fino a farmi odiare. Ti amo, Dami.»
Elia non riuscì a trattenere un sorriso davanti al rossore del moro.
«Non so come risponderti.»
«Di' semplicemente: "hai ragione, Elia, sono un ragazzo fantastico!"»
«Baciami!» disse invece Dam, cogliendo di sorpresa Elia, che però non si tirò indietro ed esaudì il suo desiderio.

Damien lasciò cadere la felpa da sopra la chitarra, gettandola a terra assieme al resto dei vestiti, suoi e di Elia. Si girò verso il castano, e gli indicò lo strumento che aveva accanto, come per chiedergli se gli andava di sentirlo suonare.
Elia annuì felice, allora Damien mise lo strumento sulle gambe coperte dai pesanti piumoni, e la tirò fuori dalla sua custodia, che dopo mise a terra. Guardò Elia, aspettando che gli consigliasse qualcosa. Ci pensò per qualche minuto, poi disse:
«Improvvisa qualcosa. Inventa adesso.»
«Io non credo di saperlo fare.»
«Invece sì, amore mio. Io lo so che ce la farai.»
«Lo pensi davvero?»
«Perché dovrei mentirti? Sei bravo con la chitarra, e sono sicuro che riuscirai a fare qualcosa di tuo molto bello. Hai creato un sacco di musiche, non me ne hai fatto sentire neanche una ma credo siamo belle.»
Elia era sincero.
«Apprezzo molto la fiducia che hai in me. Grazie, Amleto.»
In quel momento i due ragazzi erano nudi uno accanto all'altro, eppure erano le frasi dolci di Elia che mettevano in imbarazzo Damien.
«E proverò ad improvvisare qualcosa, ma se dovesse venire brutta faremo finta che questo non sia mai successo. Va bene?»
«Promesso.»
Dopo aver mostrato un sorriso dolce e imbarazzato, Damien cominciò ad accordare lo strumento e dopo ancora, dopo aver pensato un poco, suonò la vera e propria musica, lasciandosi ispirare da Elia, dalla sua bellezza, dalla sua semplicità, dal suo animo dolce e... dalla loro storia. Un mix di momenti dolci alternati a momenti più complicati, un mix di emozioni, un mix di loro due, di due ragazzi così diversi fra di loro ma che provavano forti sentimenti l'uno per l'altro. Aveva descritto con le note il loro primo incontro, il loro primo pomeriggio passato assieme o la prima volta che Elia era stato in ospedale, descrivendo così la paura che aveva provato.
Finì di suonare con Elia che lo guardava con gli occhi pieni di lacrime, un sorrisone sul viso e la sua espressione che gli diceva "visto, te l'avevo detto!"
«Di tutte quelle che ho scritto io, questa è quella che mi piace più di tutte.» ammise Damien, rimettendo la chitarra dentro la sua custodia.
«È bellissima.» confermò Elia, decidendo di non togliere via le lacrime.
«Questo solo perché parla di te, e di noi.»

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LONELYDonde viven las historias. Descúbrelo ahora