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Pochi giorni dopo il compleanno di Harry, Sirius ottenne risposta da uno dei pochissimi orfanotrofi magici della nazione e anche in questa occasione, l'uomo preferì andare da solo: era molto più improbabile trovare cadaveri in un orfanotrofio, ma una volta gli era bastata.

Appena entrò, la bussola orologio iniziò a ticchettare, un altro regalo di Greyback. L'istinto fu di lanciare l'oggetto contro il muro, ma stava diventando bravo a placarsi.

Ebbe una lunga chiacchierata con la Direttrice dell'orfanotrofio che sembrava piantata nell'idea di affidargli un normalissimo maghetto e ignorò i vari tentativi di Sirius di spiegarle che no, non voleva adottare e no, non era lì per aiutare bambini che avrebbero trovato una famiglia con molta più facilità. La strega non sembrava voler sentire ragioni e dopo un po' che lei continuava a parlare, Sirius le allungò una lettera di referenze col sigillo di Hogwarts senza aggiungere altro. La donna restò sorpresa e finalmente si arrestò nel suo continuo ciarlare; dopo aver letto rapidamente, si alzò con un "Mi segua" detto fra i denti e iniziò a camminare spedita per i corridoi.

Arrivarono fino al cortile dove c'erano bambini di tutte le età che giocavano e la donna gli indicò una testolina nera seduta sotto un albero. Tecnicamente Sirius non era lì per adottare, ma la donna non sembrava aver voluto capire l'antifona.

"Se è quello che le interessa" disse sdegnata.

Avrebbe voluto urlarle che quei ragazzini non erano articoli sul banco dei salumi, ma sarebbe stato controproducente. Stava diventando davvero troppo bravo.

Senza neanche perdere altro tempo con la donna, l'animagus si avviò a passo spedito attirando gli sguardi di tutti i ragazzini nel cortile fino a quando non raggiunse il bambino che si guardava attorno preoccupato, come se potesse essere uno scherzo o ci fosse qualche bambino nascosto dietro l'albero che avrebbe potuto attirare l'attenzione di Sirius.

"Ti stavo cercando" disse il bruno e il bambino lo guardò con gli occhi stretti.

"Ethan, giusto? Io sono Sirius" continuò sedendosi per terra davanti a lui.

"Ciao" bisbigliò il bambino.

"A cosa giochi?"

Il bambino scrollò le spalle. Cominciamo bene.

"Come mai te ne stai da solo qui?" gli chiese e il bambino si raggomitolò su sé stesso.

"Gli altri bambini non vogliono che giochi con loro, hanno paura" spiegò senza particolari giri di parole.

"È per le cicatrici?" gli chiese Sirius e questi annuì.

"Mh"

"A me non fanno paura" gli disse tranquillo e avrebbe continuato, ma il bambino lo interruppe.

"Perché odori di cane?" gli domandò di getto e Sirius scoppiò a ridere.

"Odoro così tanto di cane?"

"No, però... odori di cane" rimarcò arricciando il naso.

Sirius si guardò attorno con fare furtivo e il bambino corrucciò le sopracciglia.

"Sei bravo a tenere i segreti?"

"Abbastanza"

"È perché posso trasformarmi in un cane" Gli occhioni scuri del bambino si spalancarono eccitati.

"Quindi tu...! Io...!"

"Ti ho detto che ti stavo cercando, Ethan"

Ethan aveva sette anni, ma era piccolino per la sua età. Aveva capelli neri, occhi scurissimi e una faccia da birbante. Era molto bravo ad arrampicarsi sugli alberi e aveva un sasso preferito.

Portraits of the Past   II Wolfstar IIWhere stories live. Discover now