12 III

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Sirius avrebbe voluto parlare con Remus. Era chiaro che gli stesse nascondendo qualcosa che lo stava divorando e che quel qualcosa stava rovinando tutto per l'ennesima volta.

Il bacio era stato un bel diversivo sul momento, ma Sirius aveva passato la nottata a rigirarsi nel letto. Avevano continuato a baciarsi a lungo, fino a quando i pantaloni erano diventati fin troppo stretti; quando però Sirius aveva provato ad avvicinarsi di più, le lunghe dita di Remus si erano avvolte attorno ai suoi polsi, gli aveva lasciato un ultimo bacio a stampo, e gli aveva dato la buonanotte, per poi scappare in camera sua.

Sirius aveva avuto bisogno ancora di diversi minuti per ricomporsi e poi si era alzato e come un automa era andato in camera sua dove, dove non dormì quasi per niente.

Fortunatamente per il licantropo, quel giorno erano distratti dall'appuntamento di Harry.

Sirius stava giocando con Teddy che da una settimana aveva iniziato a gattonare ovunque. Il bambino era talmente propenso alla magia da riuscire a gattonare anche sui muri. A detta di Andromeda, Tonks aveva fatto lo stesso e Remus aveva fatto un sorriso strano che qualcuno avrebbe potuto prendere per un'avvisaglia di ictus. Lo aveva appena recuperato al volo prima che non passasse sul dipinto di Regulus che lo aveva chiamato a gran voce. Remus uscì nel corridoio, ma quando lo vide girò sui tacchi e tornò in biblioteca, chiudendosi la porta alle spalle. Sirius sbuffò, lasciò un bacio sulla testa di Teddy e tornò in salotto. Ethan aveva visto la scena dalla porta e l'animagus provò a sorridergli, ma il bambino aveva un'espressione preoccupata.

"Hai di nuovo litigato con Remus?" gli chiese, sorprendendolo.

"Cosa? No, non ho litigato con Remus"

"E allora perché non scherzate più? Mi piace quando scherzate, sei tutto sorridente" gli disse e Sirius entrò in salotto. Come poteva spiegargli la macchina tremendamente complessa che erano Remus e Sirius?

"Oh cucciolo... sai che la mamma di Teddy è morta, giusto?" ecco, buttiamola sul lutto.

"Sì, lo so. Era la moglie di Remus"

"Esattamente. E ogni tanto Remus diventa molto triste per questa cosa e vuole essere lasciato da solo" gli spiegò mentre rimetteva Teddy a terra che ricominciò immediatamente la sua esplorazione.

"Okay. Però non è colpa tua, vero Sirius?"

"Certo che no, cucciolo, ma anche gli adulti hanno bisogno di calmarsi" disse e Ethan grugnì sarcastico. Sette anni e già aveva un tono sarcastico, era fantastico.

"Oh, lo so, ho visto come si è arrabbiato Remus quando Lav e Lelya ti hanno fatto male" disse annuendò e Sirius si raggelò. Remus aveva sfuriato davanti a suo figlio?

"Lo hai visto?" chiese sconvolto.

"Beh, no, l'ho sentito, ero nell'altra stanza" Ah. Ecco. Remus non avrebbe mai sclerato davanti a Ethan, nemmeno per lui.

"Un piano più sopra" aggiunse Sirius, ma il bambino scrollò le spalle.

"Se si è arrabbiato così è perché era preoccupato per te, no? Se quando si è arrabbiati ci si può calmare, cosa bisogna fare quando si è tristi?" gli domandò, mettendolo completamente con le spalle al muro.

"Bella domanda, cucciolo"

Harry aveva passato la giornata all'accademia Auror ed era tornato giusto in tempo per prepararsi prima dell'appuntamento, ma pur avendo passato solo una manciata di minuti in loro compagnia, si era reso conto che era cambiato qualcosa fra quei due.

"Di nuovo?" chiese passando per il corridoio, James che annuiva afflitto dalla sua cornice e Sirius che ringhiava frustrato. Forse avrebbe potuto ubriacarsi. Se lo meritava. Avrebbe aspettato che fosse ora della nanna per Ethan e Teddy e poi ci avrebbe dato dentro, i problemi sarebbero stati del Sirius del futuro, che il giorno dopo avrebbe dovuto alzarsi, ma sul momento sarebbe stato soddisfacente.

Portraits of the Past   II Wolfstar IIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora