Capitolo 20

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"E' per te ogni cosa che c'è, ninna na ninna e..."

(Per te, Jovanotti)


(Lewis)

{Montecarlo, Casa Hamilton-Vettel; 10 maggio}

"Sbrigati o faremo tardi, abbiamo il volo per Miami tra un paio d'ore e sei sempre lì a sistemarti i capelli" mi dice un Sebastian Vettel particolarmente spazientito. Sta andando in su e giù per le stanze come un matto nel tentativo di prendere tutto il necessario per la partenza nel più breve tempo possibile. Ancora non mi sono abituato ad averlo in casa mia, anzi nostra ormai, ma ammetto che questi mesi sono stati i più belli della mia vita. C'è voluto un pochino di tempo ma alla fine siamo riusciti a trovare il nostro equilibrio. Seb ha fatto di tutto per farsi perdonare ed io per l'ennesima volta ho capito che senza di lui semplicemente non sostare.

"Se continui a fissarmi dallo specchio senza finire di prepararti giuro che ti taglio tutte quelle treccine, una per una se necessario!" mi urla il tedesco facendo capolino dalla stanza accanto. Non posso fare a meno di ridere, cosa farei senza di lui?

"Sono pronto Seb, sai che mi piace uscire di casa sistemato e profumato" gli urlo a mia volta non accorgendomi che in realtà era dietro le mie spalle. Mi volto lentamente e in un attimo appoggia le labbra sulle mie.

"Sei sempre bellissimo e dovresti saperlo ormai" mi dice a fior di labbra "e adesso andiamo per favore". Ha uno sguardo supplichevole. Sorrido e annuisco... lo seguirei ovunque.


{Miami, 11 maggio}

Ebbene si, sono riuscito a portare Sebastian Vettel in America.Pensavo non sarebbe mai arrivato questo giorno e invece eccoci qua.

Chelsea dovrebbe finire il tempo di gestazione questa settimana e quindi ogni giorno potrebbe essere quello buono per partorire. La mia vita sta per cambiare e non so davvero cosa aspettarmi e soprattutto come fare il padre. Ma rispetto a qualche mese fa, quando ho ricevutola notizia, c'è una costante nella mia vita: l'uomo che in questo momento è al mio fianco mentre passeggiamo per le vie della città. Seb ha voluto accompagnarmi ad ogni costo e penso che questa sia stata una delle prove d'amore più grandi che potesse darmi.Non deve essere facile nemmeno per lui questa situazione ma è qui con me e so che andrà tutto bene.

Mi stringe la mano mentre passeggiamo quasi come se stesse ascoltando i miei pensieri e percepisse le mie paure. Ed io gliela stringo ancora più forte per fargli capire che qualunque cosa succederà l'affronteremo insieme.

Mi basta guardare i suoi splendidi occhi per sapere che andrà tutto bene.

Un paio di giorni più tardi vengo chiamato al cellulare dall'ostetrica dell'ospedale: Chelsea è in travaglio. Sono le 6 del mattino. Metto i primi vestiti che trovo e insieme a Seb ci dirigiamo velocemente verso l'ospedale. Stiamo entrambi in silenzio come se dovessimo metabolizzare tutto quello che sta per succedere.Il tedesco è agitato quasi più di me.

"Dovrei essere abituato a tutto questo avendo tre figli e invece ogni volta è come se fosse la prima, sebbene la situazione in questo caso sia un pó diversa" mi dice mentre tamburella le dita delle mani sulle ginocchia. È nervoso.

"Un pó diversa dici? Io direi che questa situazione è tutta un'altra cosa" dico con sincerità e per sdrammatizzare. Ci guardiamo e scoppiamo a ridere entrambi finchè lui improvvisamente non si fa serio e inizia a guardarmi con quei suoi bellissimi occhi color ghiaccio:

"Sarai un padre meraviglioso Lewis..."

Avvicino la mia fronte alla sua.

"Grazie amore... lo spero davvero" gli dico in un sussurro.Poi lo stringo forte a me quasi come avessi paura di lasciarlo andare.

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