Capitolo 3

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Come avevo calcolato dopo circa dieci minuti arrivo all'istituto di mia madre.

Sono circa tre anni che è ricoverata, non mi abitueró mai a questa situazione ma  i medici dicono che c'è possibilitá che si riprenda e che torni a vivere con me.

Entro nella hall dell'istituto e saluto Nelly, l'infermiera  che sta alla reception e mi informo su dove sia mia madre a quest'ora.

《 Credo che sia fuori in giardino, vieni ti accompagno》 dice cordiale, cosí annuisco e la seguo per gli asettici corridoi fino ad arrivare alla porta che dà sul retro della struttura, 《 Da qui puoi andare da sola, io torno all'ingresso a dopo Noemi》

《 ok grazie Nelly a dopo》.

Apro la porta, nonostante il freddo invernale è una bella giornata e alcuni pazienti hanno deciso di godersi il sole e l'aria fresca di fine settembre. Il giardino dell'istituto è davvero molto bello ci sono panchine e vialetti fatti di ghiaia bianchissima che rende meraviglioso ill contrasto con l'erba verde, poi ci sono vari cespugli di fiori e alberi sempre verdi.

Mia madre si trova come sempre nell'angolo destro vicino al piccolo laghetto dei pesci rossi e delle tartatughe.

《Ehi mamma》richiamo la sua attenzione mentre assorta come sempre sta fissando la piccola cascata e la massa rossa di pesciolini che si affolla sotto di essa.

Lei si gira, mi vede e subito il suo viso si apre in un dolcissimo sorriso che le illumina gli occhi. È bella la mia mamma, ha degli occhi marrone scuro e i capelli dello stesso colore all'interno dei quali si intravedono fili grigi e argentati, ha cinquantadue anni ma per me è sempre bellissima come nelle sue foto ingiallite dove appena ventenne abbracciava mio padre, all'epoca magrissimo. Questo pensiero mi fa' sempre sorridere.

《Allora,mamma, cosa mi racconti ?》le chiedo sedendomi con lei sulla panchina. 《 oggi sono entrata nella sala dove dipingono, ho provato a prendere a disegnare di nuovo, sono rimasta a guardare quella tela vuota per non so quanto tempo, ma giuro non sono riuscita a tirarne fuori nulla》dice con la tristezza negli occhi 《 ma non ti preoccupare 》 minimizzo 《 quando avrai qualcosa di davvero molto bello da disegnare vedrai che ricomincerai come se non avessi mai smesso》 mi sorride gentile ma senza entusiasmo 《 e tu ?》 Mi chiede 《 come va al lavoro ?》

《 tutto bene ! Nulla di nuovo sotto il sole 》.

Continuiamo a perderci in chiacchiere per quasi due ore poi l'infermiera viene ad avvisarmi che i pazienti devono rientrare perchè inizia a calare la sera.

Accompagno mia mamma in stanza e la saluto con la promessa di tornare presto, lei mi saluta un po' triste ma poi si perde di nuovo nei suoi pensieri.

Sto andando verso il fioraio per prendere almeno un piantina da portare al cimitero da mio padre quando mi suona il telefono. È Meggie.

《 Pronto ?》 Dico leggermente in allarme, è strano che Meggie mi chiami solitamente ricevo solo messaggi da lei. 《 Noe devi tornare subito alla casa, abbiamo un nuovo ospite e i padroni vogliono presentarlo a tutto il personale》 dice scocciata 《 Che palle 》rispondo a tono 《 dai ok arrivo 》 chiudo la chiamata e mi avvio di nuovo verso la villa .

Nell'arco di una vitaWhere stories live. Discover now