Capitolo 5

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Salgo le scale veloce ma composta come solo una ballerina sá fare, arrivo al secondo ed ultimo piano della villa.

Questo piano è praticamente disabitato, il signor Ken e la signora hanno preferito stabilirsi al primo piano per evitare di dover salire tre rampe di scale per arrivare in camera e cosí hanno dato a me una stanza in questo piano desolato.

La cosa, se devo essere sincera, non mi dispiace affatto, anche perchè sono molto riconoscente ad Arthur, questo è il nome del signor Ken, che quando ha saputo di ció che mi era accaduto non mi ha offerto solo un lavoro ma anche una casa.

Senza che io dovessi dire dire nulla ha intuito che sarebbe stato difficile per me mantenera la grande casa in cui vivevo con i miei genitori e cosi mi ha offerto una stanza nella sua villa con la scusa che in questo modo avrebbe avuto una cameriera anche per le emergenze notturne, inoltre non avrei dovuto svegliarmi all'alba per correre alla villa a preparare la colazione, rigorosamente servita ogni giorno alle sette e mezza.

Sono sempre stata trattata in modo cordiale dal signore e dalla signora ed in cambio ho sempre lavorato in maniera quasi impeccabile, ed Arthur è stato un maestro nel gestire il rapporto con me che oscilla tra il distacco dovuto ad un datore di lavoro e l'affetto che nutro per una persona che si è dimostrata tanto generosa.

Decido di sitemare Alexander a due camere di distanza dalla mia, le camere sono quasi tutte uguale ma questa essendo quasi al centro della villa ha un magnifico terrazzo che affaccia sul giardino sul retro e la metratura della camera è leggermente maggiore delle altre.

Non so nemmeno io perchè mi preoccupi di fargli avere la stanza migliore, ma probabilmente è dovuto ad una deformazione profeasionale.

Sistemo l'armadio, arieggio la camera e controllo che nel bagno privato sia tutto al suo posto,  la camera è quasi pronta devo solo sistemare le lenzuola ed ho finito.

《Ehi ragazza!》 Questa voce mi coglie di sorpresa riportandomi alla realtá, sussulto leggermente per lo spavento in quanto non mi ero minimamente accorta della sua presenza. Mi volto.

Alexander se ne sta appoggiato allo stipite della porta con un raggio arancione che gli attraversa il volto, il sole sta tramontando e la luce rosata che lo investe attraversando la portafinestra lo illumina in modo spettacolare. I miei occhi si soffermano per un attimo sui  particolari del suo viso: ha la barba leggermente incolta, sapientemente accorciata, non è stata lasciata veramente crescere allo sbaraglio, è un caos calcolato come del resto i suoi capelli castani, spettinati ma non troppo in modo da sembrare disordinati ma allo stesso tempo perfettamente in ordine.

《 si mi dica》 sorrido  《 Non amo che ci sia un via vai di persone nella mia stanza》 dice facendo una piccola pausa 《 quindi, visto che tu l'hai sistemata sarai tu ad occuparti della sua pulizia e ad occuparti di me》 dice le ultime parole con un tono di voce leggerissimamente piú roco e la cosa mi fá avampare e il mio stomaco si stringe quasi fino ad implodere, 《 d'accordo signor .. 》 lascio la frase a metá accorgendomi di non conoscere il suo cognome, 《 mi scusi ma non conosco il suo cognome》 dico con finta fermezza , 《 signor Alexander, puó andare》 risponde voltandosi in un attimo e scomparendo nel corridoio.
Signor Alexander puó andare, ripeto dentro di me scimmiottando la suo voce, ma chi si crede di essere quel ragazzino ?, suo zio Sì che è un signore, mica lui.

Sospiro e finito di sistemare le lenzuola di seta mi dirigo da basso per fare due chiacchiere sul nuovo arrivato con Meggie e Carla prima del servizio serale.

Arrivata al piano terra mi dirigo immediatamente verso la cucina dove so di trovare le mie comari preferite giá all'opera.

Entro in cucina e le due si girano a guardarmi con un sorriso a trentadue denti, Carla magari a trenta dato che un paio di denti se ne sono andati nell'arco dei suoi anni, che sono sessantacinque portati molto bene.

《Vieni Noe aspettavamo solo te, che voleva il padrone?》 Mi chiede Meggie con quegli occhietti indagatori 《 Nulla ho dovuto sistemare la camera del rompiscatole, poi è arrivato mentre sistemavo la sua camera e mi ha promossa a sua cameriera personale》 dico già fortemente scocciata dalle pretese di quel ragazzino, sentendo uno strano silenzio alzo lo sguardo verso le mie interlocutrici e le trovo stranamente ammutolite che mi guardano con espressioni indefinibili. 《 Non ci credo! sei la cameriera di quel Dio greco ?》 Chiede Meggie fuori di sè dallo stupore 《Cioè non posso credere che sei scocciata perchè ti occuperai di tutto quel ben di dio》 e scoppiamo a ridere tutte e tre della sua faccia stupita e scioccata allo stesso tempo.

《 So che è molto bello ragazze ma state attente non ha un carattere facile》 dice Carla.

Lei lavora per la famiglia Ken da moltissimi anni, non so nemmeno di preciso da quanti, e da quando lavoro qui ho imparato che è meglio ascoltare i suoi consigli per vivere felici all'interno della villa.

Infilo il grembiule da servizio e mi preparo per la cena.

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