Capitolo 9

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Le giornate trascorrevano tranquille, mi ero fatta più o meno un' idea di Alexander.

Avevo iniziato a considerarlo un pazzo psicopatico, aveva sbalzi d'umore degni di una first lady in meno pausa.

Uno giorno mi faceva battute pungenti e scherzava con me, altre volte mi trattava come se fossi la sua serva, come se non fossi nemmeno degna di rifare la sua camera. Avevo deciso di lasciare perdere, non avevo intenzione di provare a capirlo, semplicementa accettavo passivamente i suoi atteggiamenti e passavo oltre.

Intanto il mio compleanno si avvicinava, non ero ancora sicura di cosa avrei fatto quel giorno, forse avrei lavorato come sempre e sarebbe passato inosservato da tutti, meno che da uno, Arthur.

Lui si ricordava sempre del mio compleanno e mi faceva sempre trovare un piccolo dono con un biglietto di auguri. QUell' uomo era adorabile, ancora non mi spiegavo come mai nutrisse così tanto affetto nei miei confronti, probabilmente il fatto di non aver avuto figli lo aveva fatto affezionare a me, e poi mio padre era un suo fidato collaboratore e il legame che li univa doveva essere più forte di quanto pensassi.

''Noemi, ho bisogno di te, sali al secondo piano''

Il signor Arthur al secondo piano? di cosa aveva bisogno ? Corsi subito da lui magari aveva qualche problema dopo aver fatto le scale, anche se non mi sembrava possibile dato che era un uomo piuttosto attivo. Comunque salii velocemente da lui.

'' Eccomi mi dica signor Ken''

'' Eccoti Noemi'' mi disse con un enorme sorriso '' Purtroppo il mio regalo per te di quest'anno non potrà essere una sorpresa, perchè ho bisogno di te per realizzarlo al meglio''

Avrei voluto darmi un contegno ma sinceramente i regali del signor Ken erano sempre meravigliosi e il fatto che lui fosse così fiero di farmi vedere cosa mi avrebbe regalato, mi metteva una certa eccitazione, perchè sapevo che sarebbe stato un regalo favoloso.

'' Chiudi gli occhi mia cara'' mi disse con gentilezza

''Chiusi '' dissi sentendomi come una bambina la mattina di natale. Il signor Ken mi condusse lungo il corridoio dell'ultimo piano. Secondo il mio senso di orientamento dovevamo essere davanti alle antiche camere del secondo piano. Erano stanze decorate secondo canoni di design decisamente antiquati , ma bisogna dire che avevano un certo fascino.

''Apri gli occhi''

Eravamo di fronte ad una di queste stanze, ma i mobili erano stati tolti e le pareti erano state dipinte di un rosa antico molto elegante, era davvero grande come stanza e senza tutti quei mobili barocchi e i tendaggi pesanti aveva perso quell'aria pesante e quel sentore di vecchio ed era diventata una bellissima camera.

''M-ma signor Ken, io ho già una camera bellissima non si doveva disturbare''

In realtà avevo gli occhi che brillavano dalla gioia, quella stanza era enorme e aveva un'enorme bagno e un'enorme cabina armadio, forse anche più grande di quella di Alexander, il pensiero mi fece sorridere.

'' Bhe ma infatti questa non è camera tua'' la delusione '' se tu vorrai questa diventerà la tua sala prove o sala da ballo , non so come si dica aiutami tu'' e si fece una risatina mentre a me iniziavano a riempirsi gli occhi di lacrime.

Avevo tre anni quando entrai per la prima volta in una sala da ballo, e lì scoppiò l'amore.

Ho fatto danza classica dai tre anni fino ai dodici, poi dai dodici ai diciassette avevo deciso di provare il ballo da sala, così mi ero appassionata al Foxtrot, al valzer viennese e al tango. Dopo l'incidente non avevo più potuto seguire le lezioni e per me era stato l'ennesimo colpo.

Nell'arco di una vitaWhere stories live. Discover now