Capitolo 7

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Mi stropiccio gli occhi, ancora molto assonnata, infilo la vestaglia di seta grigia, uno dei pochi regali di papá che mi è rimasto e mi dirigo verso la porta.

Giro la chiave e faccio scattare la serratura, non faccio neppure in tempo a toccare la maniglia che la porta si apre e Meggie mi trascina in corridoio.

《 Che vuoi a quest'ora Meggieee》 mi lagno articolando a malapena le parole.

《 Confessa che avete fatto tu e il riccone ? 》 La guardo sbigottita senza sapere a cosa si stia riferendo.

《 Ma che stai dicendo Meggie ? 》

《Dai Noe a me puoi dirlo, io al tuo posto avrei fatto la stessa cosa!!》

《 Meggie ma che cavolo stai dicendo ? Non ho fatto niente con  il nipote dei Ken, te lo giuro !》 Mi guarda sospettosa per ancora qualche minuto, poi cede.

《 ok d'accordo diciamo che ci credo, ma allora perchè l'idiota è ubriaco fradici davanti alla casa che chiede di te?》 Trattengo a stento una risata, 《 Smetti di scherzare Meggie è tardi》 dico ridacchiando.

Allora lei senza dire una parola mi prende per la manica della vestaglia e mi trascina al piano terra, quasi mi uccido scendendo le scale ma lei nemmeno ci fa caso. Arrivate da basso andiamo verso la porta dove il guardiano notturno sta tentando di zittire Alexander che si trascina lungo il corridoio in evidente stato confusionale.

《 Ecco la ragazza ! 》 quasi grida quando mi vede e una folata del suo alito impregnato di alcool mi investe in pieno viso facendomi giarare la testa, ha la camicia bianca mezza sbottonata e tutta sgualcita che lascia intravedere il suo fisico da atleta, i pantaloni sono pressoché intatti e cadono sul suo corpo in maniera perfetta.

《Ok guys, i'm ok, adesso vado a dormire》 dice sbiascicando qualche parola in italiano e qualche parola in inglese.

《 E no ragazzino! Tu ora vieni con me dal signor Ken !》 Ribatte la guardia notturna afferrando Alexander per un braccio.

A quel punto vedo lo sguardo liquido di Alexander farsi duro come il diamante e alzare il braccio libero per colpire il povero uomo che alla fine stava solo facendo il suo lavoro.

《No!!》 sbotto e in un attimo afferro la mano stretta a pugno del pazzo e affascinate nipote dei signori Ken.

Tutti mi guardano, compreso Alexander che fortunatamente si è fermato prima di colpire la guardia in pieno volto.

《 Ci penso io!》 Dico con voce dura,

《 Andiamo, venga con me signor Alexander》 Quest'ultimo mi guarda per un secondo in modo interrogativo, poi decide che forse seguirmi è la cosa piú logica da fare, se non vuole essere rispedito in inghilterra da suo zio.

Arrivati alle scale lo faccio appoggiare sulla mia spalla destra e al corrimano e in questa buffa posa, lui ubriaco e io in vestaglia barcolliamo salendo le scale.

Ad un tratto, a metá della terza scalinata la sua mano scende dalla mia spalla al mio fianco, scatenando brividi in tutto il mio corpo, le sue dita si aggrappano a me stringendomi piú forte a lui. La sua mano in confronto al mio fianco è enorme ed incredibilmente calda, ringrazio dio che le luci sono spente altrimenti vedrebbe il mio viso in preda alle fiamme, ho un attimo di esitazione salendo l'ultimo scalino ma alla fine arriviamo al nostro piano.

Non ho nemmeno il tempo di pensare che Alexander mi volta verso di sè e mi appoggia alla porta della sua camera, il mio cuore perde un battitto poi rinizia a funzionare al doppio della velocitá normale, mi manca il fiato e cerco di divincolarmi ma con poco successo dato che mi tiene schiacciata con il suo corpo, è come lottare contro una statua di marmo.

Nell'arco di una vitaOnde histórias criam vida. Descubra agora