Capitolo I

2.1K 141 103
                                    


- Stiles -
Erano ormai passati due mesi da quando avevo lasciato la California, per frequentare il college in Virginia. Volevo ad ogni costo diventare un agente dell'FBI, ma non era l'unico motivo per il quale avevo lasciato la contea, il secondo era legato a Derek e Braeden, non sopportavo la loro vista, non sopportavo il pensiero che stessero insieme, che dormissero insieme, che vivessero persino insieme, dopo nemmeno un anno.

Il college era più grande di come lo avevo immaginato, circondato da un enorme bosco, mi faceva sentire a casa, quasi come se avessi portato con me un po' di Beacon Hills. Ma in fondo illudevo me stesso, mi mancava tutto di Beacon, mio padre, i miei amici, e persino la tavola calda in cui ogni tanto ordinavo la cena a me e al mio vecchio. A proposito di lui, chissà se stava ancora seguendo la dieta che gli avevo prontamente consigliato, a base vegetale e con esclusione di fritti. Sapevo di mancargli molto, mi chiamava spesso, ogni volta con una scusa diversa.

''Figliolo, sai per caso dirmi dove posso trovare i pezzi di ricambio del taglia erba?'' oppure ''Figliolo, secondo te, gli scarponi che mi hai visto l'ultima volta, dovrei buttarli?''

C'erano tre ore di fuso orario, ma questo non lo scoraggiava affatto. Scott era come mio padre, con un'unica differenza, a lui non importava di nasconderlo. Quindi mi ritrovavo alle due del mattino in videochiamata ad ascoltare i lamenti di un lupo mannaro depresso:

''Fratello, quando torni?'' oppure ''Fratello, lo sai, non si fa così, mi hai abbandonato.''

Ed io ridevo ogni volta, ma in realtà quelle parole mi facevano salire un nodo in gola, così stretto, che avrei preparato anche a quell'ora la valigia e preso il primo aereo per la California.

Le giornate scorrevano veloci, avevo ricevuto una stanza doppia negli alloggi universitari, non potevo permettermi di meglio, ma comunque non mi dispiaceva. Mi aveva permesso di fare amicizia con molte persone, tra cui il mio compagno di stanza, Gabriel Tremblay. Non era per nulla fastidioso, anzi, era molto simpatico e per quanto cercassi di ignorare la cosa, anche molto bello. Canadese, accettato grazie ad una borsa di studio parziale, aveva un accento che mi faceva impazzire. Passavamo le serate a giocare ad Uno e bere birra, mio padre non sarebbe stato affatto contento.
Avevo portato via molti dei miei poster e li avevo attaccati sul muro sopra al letto, così che quando sbarravo gli occhi nel cuore della notte a causa dei costanti incubi, avevo quasi l'illusione di essere nella mia vecchia stanza.
Sul comodino avevo sistemato una foto di me con il branco, c'erano tutti, persino Allison. Alle volte quando avevo gli incubi, la prendevo e dormivo abbracciandola, mi rendevo conto di essere davvero patetico solo la mattina dopo, quando mi risvegliavo con le lacrime agli occhi e il vetro della cornice sotto la guancia.

Era una serata fredda di fine autunno, di lì a un mese, infatti, sarei dovuto tornare in California per la pausa invernale, avevo voglia di sgranchire le gambe dopo una mattinata a lezione, così decisi di fare una passeggiata nel viale alberato che costeggiava il bosco, avevo intenzione di tornarci il pomeriggio seguente, per fare una piccola escursione e magari qualche foto. I colori autunnali avevano fatto diventare quel posto spettacolarmente affascinante.

Stavo camminando con una cuffia nell'orecchio, quando un movimento nel bosco attirò la mia attenzione.
Stiles, non andare. Ripetevo a me stesso. Tu, più di tutti dovresti sapere che i boschi, durante un plenilunio non sono il posto adatto agli esseri umani. Ma convincendomi che non tutti i posti erano come Beacon Hills, decisi di addentrarmi.
Guardando a terra non vedevo nessun tipo di orma animale, e questo mi convinse a camminare ancora, verso il buio. Camminavo da almeno dieci minuti, quando sentii un rumore, rami spezzati. Mi ritrovai subito dopo, a terra, sentivo le orecchie fischiare, avevo sbattuto la testa, il sangue colava lungo il mio collo, e quando finalmente riuscii a riaprire gli occhi, ne notai altri due, non umani che mi fissavano da lontano. Poi il buio.

Blue Eyes || Sterek Where stories live. Discover now