Capitolo V

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-Derek-

Stiles scappa via e Scott mi guarda truce.

''Ma che ti prende?''

''Che ho fatto?!''

Alzo un sopracciglio senza capire.

''Gli hai appena detto che non realizzerà il sogno della sua vita, come se gli avessi detto che questa sera mangeremo al fast-food.''

''Scott, se avevi voglia di sentire frasi melense avresti dovuto portare con te Kira, perchè sai che io non sono quel tipo di persona.''

''E Braeden?''

Senza rispondergli prendo il sacco con dentro il corpo di Gabriel.

''Come ce ne sbarazziamo?''

Scott esce dalla stanza e poco dopo torna con un carrellino per le valigie lasciato stranamente nel corridoio del dormitorio.

''Lo confonderemo con altre buste e bruceremo il corpo.''

''Scott, sei tu? Che ne hai fatto del mio amico moralista?''

''Quando si tratta di proteggere Stiles, posso accantonare la mia moralità.''

Dopo 15 minuti stiamo guardando il corpo dello sfortunato bruciare, insieme ad altre buste, quando in lontananza sento urlare.

''Allora uccidimi, FALLO. FALLO ADESSO.''

Senza dare spiegazioni comincio a correre in direzione di quella voce, il suo odore diventa sempre più forte e vicino, appena li vedo ruggisco. Scott arriva poco dopo dietro di me. L'Alpha strattona Stiles per i capelli, mi parla, ma l'unica cosa a cui riesco a pensare è che voglio mozzargli quelle luride mani. Non lo sopporto.

''Porta via Stiles.'' Dico rivolgendomi a Scott, ma lui non si muove.

L'Alpha alza con la forza Stiles e si incolla con il proprio corpo a quello di lui, sento lo stomaco contorcersi mentre cerco di restare calmo. Giro leggermente il collo e sento il mio viso cambiare totalmente. Dice che è il suo beta. E a me viene da ridere. Stiles non è di nessuno, tanto meno suo. Mi chiama per cognome, ed io per un attimo non ricordo di averlo mai visto, respiro a fondo per carpire il suo odore, e i ricordi cominciano a tornare.

''Luka dove vai?'' Rincorro il mio amico, fin quando non sento mio zio, poco più grande di me, richiamarmi.
''Sai chi è quello Derek? Non devi più parlargli. Talia non sarebbe per niente contenta.''
Peter mette in mezzo mia madre ed io non ribatto.
''E' Luka Myers il figlio di John e Lucy Myers, vendono i loro simili ai cacciatori per essere lasciati in pace.''
''Ma è una cosa orribile, anche se non credo che Luka sappia cosa facciano i suoi genitori.''

Ero un ingenuo, Luka vendette me e tutta la mia famiglia agli Argent e Kate li arse tutti vivi, di nascosto alla sua famiglia. Peccato che poco tempo dopo, la stessa, uccise tutta la famiglia Myers e i beta che nel tempo aveva creato.
Questo ricordo, insieme al fatto che avesse fatto del male a Stiles mi fece perdere il lume della ragione. Mi avventai su di lui e Scott mi seguì, ben presto si rese conto che sarebbe morto se non fosse scappato così dopo avermi graffiato il viso, lasciandomi momentaneamente senza vista, scappò mentre Scott cercava di capire l'entità della mia ferita.

La vista torna in pochi minuti. Sento il respiro affannoso di Stiles, la sua ferita a differenza della mia è molto profonda, e sarebbe guarita con difficoltà dal momento che era stata inferta dal suo Alpha. Mi avvicino velocemente a lui, prendendo il suo viso tra le mani.

''Stiles, mi senti?''

Dalla bocca gli era da poco uscito un rivolo di sangue.

''Non ti azzardare a morire maledetto ragazzino.''

Sussurro a denti stretti, Scott ci guarda, lo prendo in braccio.

''Andiamo.''

Dico sorpassandolo, dopo qualche secondo sento Stiles lamentarsi e dire con un filo di voce.

''Derek, sto morendo?''

''Oh, non credo proprio. Non lo permetterò.''

Gli sfioro la mano e prendo un po' del suo dolore, lo sento perdere i sensi.

Arriviamo in camera di Stiles, che prima di rincorrere, abbiamo pulito, l'unica cosa che rimane del suo errore è l'enorme chiazza di sangue sulla moquette. Lo stendo delicatamente sul letto e mi siedo di fianco a lui per prendere ancora un po' il suo dolore. Il suo respiro man mano che svanisce diventa sempre più regolare.

''Vado a cercare un ago e delle bende, guarirà, ma se lo medichiamo starà meglio. Tu resta con lui.''

Scott esce, lasciandoci soli. Mi alzo, a disagio per l'improvvisa solitudine. La stanza è molto bella, non è grande, ma nemmeno troppo piccola, è dotata di un piccolo bagno privato, i due letti sono posizionati ognuno ad un lato della stanza, guardo il muro sotto il letto di Stiles, ha portato i suoi poster e vicino al comodino noto la sua mazza da baseball. Sorrido leggermente finchè non lo sento lamentarsi.

''Scott..Dove sei?''

Lo sento tossire e mi avvicino.

''Scott non c'è, è andato a prendere qualcosa per medicarti.''

Mi siedo di nuovo accanto a lui e quando chiude di nuovo gli occhi, gli sfioro leggermente il ciuffo che nel frattempo, a causa del sudore, si è attaccato alla sua fronte. Sembra dormire, gli prendo la mano, e lentamente passo il pollice sulle sue nocche, la pelle è morbida. Quando alzo lo sguardo lui ha aperto gli occhi e mi sta osservando, così la lascio immediatamente. Lui debolmente riavvicina la mano alla mia e mi sfiora le dita. Non dico niente e lui la prende, stringendola per qualche secondo, finchè un colpo di tosse non lo fa di nuovo contorcere dal dolore e perdere i sensi.

Scott torna, ed io sono esausto, ho passato la precedente mezz'ora ad assorbire la sua sofferenza, sono sfinito così mi stendo sul letto del defunto compagno di stanza.

"Lo medico io, tu riposati, hai già fatto troppo."

Mi addormento dopo pochi minuti, il viaggio, la lotta e il suo dolore mi fanno cadere in un sonno profondo,stranamente, senza sogni o incubi.
Mi sveglio, guardo l'orologio a muro sul letto di Gabriel, segna le 5:00 AM, in California sono le 2:00 AM.
Accendo il telefono e decido di mandare un messaggio a Bree.

"Qui tutto bene, torno fra due giorni."

Invio e poso il telefono sul comodino, mi metto a sedere, Scott dorme sulla poltrona ai piedi del letto di Stiles, che dorme tranquillo, è senza maglietta, McCall lo ha medicato e adesso ha una fasciatura lungo tutto l'addome, il suo respiro è lento e regolare. Mi avvicino e gli sfioro la guancia, non percepisco dolore quindi mi giro per tornare a letto quando sento una flebile presa sul polso.

"Resta qui."

Stiles mi guarda, la luce dei primi raggi solari illumina la stanza, i suoi occhi sono piantati nei miei,alzo un sopracciglio.

"Ti ho toccato, non senti dolore."

"Non è per quello che voglio che resti."

Sussurra,arrossendo leggermente.

"Perché sei venuto? Mi avevi detto di tornare a casa, pensavo implicasse che io dovessi tornare in California, non credevo sareste venuti in Virginia."

"Sono venuto per sistemare i casini in cui ti metti."

Mi siedo sul letto e lo osservo, lui si alza leggermente poggiando la testa e la schiena alle sbarre del letto. Sono leggermente inclinate.

"Ti sei incatenato al letto?"

Annuisce guardandosi le mani.

"La ferita guarirà."

Mi alzo per andare a dormire ancora un po' e lui mi blocca di nuovo.

"Cosa vuoi adesso?"

Lo guardo alzando un sopracciglio.

"Derek.. Io.. Io.. Volevo solo dirti grazie."

"Beh, prego, ma è l'ultima volta che mi faccio 4.000 km per salvarti il culo."

Mi ributto sul letto e mi giro dandogli le spalle, sfioro il polso, dove prima veniva stretto dalle sue dita, e mi accorgo che non provo repulsione per il suo tocco.

Blue Eyes || Sterek Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora