Capitolo XV

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-Derek-

Il cellulare vibra sul comodino, svegliandomi. Mi giro decidendo di ignorarlo almeno per qualche secondo, alla mia destra Stiles dorme beato. E' nudo ma riesco a vederlo solo dal petto in sù, poichè ha le gambe avvolte dalle lenzuola e dalle coperte. Perché ho aspettato così tanto? Non mi priverò mai più di questa sensazione.
Nel petto sembra si sia sciolto il nodo che mi stringeva il cuore. Una chiamata termina, e subito dopo ne arriva un'altra. Sospiro esasperato, l'orologio segna le 6:03 AM. Essendo Novembre, il sole non si è ancora fatto vedere, sembrerebbe quasi notte, se non fosse per il cinguettio insistente degli uccelli. Si stiracchia e sbadiglia, poi sbatte leggermente gli occhi e mi guarda. Lo osservo con aria colpevole rendendomi conto che mi ha beccato a esaminarlo mentre dormiva. Con la voce leggermente rauca a causa del sonno sussurra.

''Vuoi lasciarlo suonare tutta la mattina?''

''Magari.''

Lo guardo serio e lui scuote il capo per poi girarsi e darmi le spalle coprendosi fino al collo. Prendo il cellulare, due chiamate perse. Sceriffo Stilinski.

''Stiles, perché tuo padre mi chiama alle sei del mattino?''

''Magari sa che ti sei portato a letto suo figlio.''

Borbotta assonnato cercando di fare dello spirito. Chiamata in entrata. Sceriffo Stilinski. Decido di rispondere, facendo in modo di sembrare il più indifferente possibile.

''Pronto? Sceriffo, cosa succede?''

Dall'altro lato non risponde nessuno.

''Sceriffo?! Non la sento.''

Guardo la schermata del telefono, è ancora in linea.

''Allora Derek, che ne dici di ridarmi il mio Beta?''

Il telefono rischia di scivolarmi dalle mani, sposto lo sguardo su Stiles che ora ha gli occhi sgranati mentre osserva un punto indefinito.

''Cos'hai fatto a Stilinski?!''

Lo vedo alzarsi e come un'automa cerca i vestiti per tutta la stanza. Quando li ha trovati comincia a vestirsi velocemente.

''Ridammelo e non lo ucciderò. Anche se penso che si consegnerà spontaneamente, arrivati a questo punto.''

Ride, sento una stretta alla bocca dello stomaco, so che ha ragione, farebbe di tutto per suo padre. Non posso perderlo. Chiude la conferenza e senza pensarci scaglio il telefono contro il muro. Lo vedo precipitarsi giù per le scale. Infilo in fretta dei boxer e dei pantaloncini e lo seguo a piedi nudi.

''Che hai intenzione di fare?''

L'apprensione è papabile nella mia voce. Alza gli occhi su di me e non sembra lui, sento la sua rabbia espandersi, mentre si allaccia le scarpe.

''Chiudo questa storia, una volta per tutte.''

''Ma lui è un Alpha!''

''E' mio padre Derek, non lo lascerò morire, lo salverò a costo di barattare la mia vita.''

Scappa via, senza voltarsi, lo guardo dalla vetrata, non avendo la Jeep, si mette a quattro zampe ormai trasformato. Corro al piano superiore e infilo una maglietta. Prendo le chiavi della mia auto. Ucciderò Luka con le mie stesse mani.
Premo l'acceratore, il contachilometri segna i 190 km orari. La strada comincia ad essere più visibile, l'alba si staglia all'orizzonte e non mi sembra di andare ancora abbastanza veloce. Lo devo salvare. Cambio marcia e sorpasso una delle poche auto che mi ritrovo davanti, senza però accorgermi che un altro veicolo sta venendo pericolosamente verso di me, sterzo ma la strada è bagnata dalla rugiada del mattino, sento le gomme prima stridere e poi alzarsi da terra, è come se il tempo si fosse rallentato, vedo la scena dall'esterno, l'automobile si ribalta per poi sbattere violentemente a terra, frantumando il vetro anteriore. Avverto qualcosa di metallico probabilmente una parte del guard reil, trafiggermi il fianco, il veicolo si spegne. Respiro affannosamente, cercando di estrarre l'oggetto, conficcato in uno dei miei polmoni. Il dolore è lancinante. L'auto con la quale stavo per impattare non si è fermata. Sono solo in mezzo ad una strada secondaria. Boccheggio per poi perdere i sensi.

-Stiles-

Corro, più veloce, sempre di più, finchè non sento i muscoli delle gambe chiedermi una tregua, non posso fermarmi. Sto arrivando papà.
La porta di casa mia è spalancata quando arrivo. Mi precipito dentro, vedo mio padre disteso a terra, dalla testa gli esce del sangue, ha il viso tumefatto, mi inginocchio vicino a lui e gli prendo la mano. Apre con fatica gli occhi.

''Stiles..''

La sua voce è flebile. Assorbo un po' del suo dolore.

''Sono qui papà, andrà tutto bene.''

Le lacrime scendono copiose dai miei occhi.

''Stiles, ti voglio bene.''

''Papà, non dire addio, ti prego. Non posso farcela senza di te.''

Poggio la mia testa sul suo petto, il cuore sta rallentando.

''Un'ambulanza sta arrivando.''

Trasalisco sentendo quella voce.

''Puoi venire con me e sapere che tuo padre guarirà oppure puoi guardarmi mentre lo uccido adesso.''

La rabbia si fa strada dentro di me, si impadronisce di ogni mia singola particella.

''Oppure posso ucciderti io.''

Mi scaglio contro di lui, il lupo colto di sorpresa cade a terra. L'adrenalina mi regala una forza che non sapevo di avere. Ringhio sul suo viso cominciando successivamente a graffiargli il petto, comincia a sanguinare dalla bocca. Il suo dolore mi provoca una sensazione di pace che non riesco a descrivere. Bevo la sua sofferenza come fosse ambrosia. Non si muove. Mi fermo per ispezionare la gravità delle ferite che gli ho inflitto. Sputa il sangue di lato e poi mi sorride. Sembra un pazzo.

''Non mi ucciderai. Sei solo uno stupido ragazzino.''

Ribalta le posizioni premendomi sul pavimento con il suo peso. Mi stringe il collo, strozzandomi, annaspo cercando di racimolare aria dal naso ma vedendolo mi tappa anche quello. Metto le mani sui suoi polsi dimenando le gambe. Sento la vita abbandonarmi. Gli metto le mani sul viso cercando di arrivare ai suoi occhi e cavarglieli, ma lui preme i pollici sulla mia trachea, la tosse rischia di farmi strozzare con la mia stessa saliva, quando mio padre, dopo aver raccolto le sue ultime forze, sbatte il calcio della sua pistola dietro alla nuca di Luka, che mi lascia improvvisamente barcollando. Approfitto del momentaneo vantaggio e facendo rientrare l'aria nei polmoni gli conficco le unghie nel ventre. L'Alpha spalanca gli occhi.

''Stiles non farlo.''

Rantola mio padre dietro di me che ora è seduto sul pavimento, ma è come se non lo sentissi. La sua voce arriva ovattata alle mie orecchie, sento solo le goccioline di sangue del lupo cadere sul pavimento, giro le unghie andando sempre più in profondità. Sento lo stomaco. Il cuore mi martella nei timpani.

''Stiles fermati.''

Dice a bassa voce mio padre disperato. Ma il sapore che sento sulla lingua è troppo dolce. Non posso farne a meno, così con uno scatto, muovo la mano e gli apro lo stomaco in due. Luka cade a terra e i suoi occhi si spengono. Cado in ginocchio. Poggio le mani sul pavimento, mi lecco le labbra sulle quali è schizzato un pò del suo sangue, quando mi giro, i miei occhi sono rossi.

To be continued...

Spazio autrice: Non posso credere di essere arrivata a questo punto, non preoccupatevi, la prossima settimana uscirà il sequel, spero che mi seguirete in questa nuova avventura. Grazie di tutto. Senza di voi questo viaggio non sarebbe stato lo stesso. A presto, Find me, vi terrà compagnia per i primi mesi autunnali! 🤍







Blue Eyes || Sterek Where stories live. Discover now