Speciale San Lorenzo

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Flashback - 10 Agosto 2014

-Stiles-

Il display del mio cellulare segna le 10:00 PM quando comincia a vibrare. Scott McCall.

''Ehy Scottie, tutto okay?''

''Si..''

Non gli credo. Lo sento indugiare, per poi aggiungere.

''Ti andrebbe di venire in cima alla collina, a guardare le stelle cadenti?''

''Certo fratello.''

Rispondo senza nemmeno rifletterci su e riattacco. Decido di restare con la tuta, è vecchia, e persino scolorita, ma in fondo Scott mi ha visto vestito anche peggio, velocemente infilo le sneakers. Poggio l'orecchio alla porta per sentire se mio padre è ancora sveglio, lo sento russare e parlottare nel sonno nella stanza accanto. Alla fine dell'anno scolastico il mio rendimento non era stato dei migliori, così il Coach, per evitare che restassi indietro aveva optato ai corsi estivi, in particolare quello di economia. Mio padre, ovviamente, non era particolarmente contento e quindi adesso faceva un sacco di storie se uscivo dopo le 9:00 PM.
Mi calo senza fare troppo rumore dalla finestra, per evitare di svegliarlo e iniziare l'ennesima discussione inutile. Ero certo che sarei riuscito a uscire e rientrare senza che se ne accorgesse.
Alle 10:45 PM sono sul luogo dell'incontro. Scendo dalla Jeep e mi dirigo verso Scott, arrivato prima di me. E' seduto sull'enorme sasso sul quale di solito stava con Allison.

''Devi dirglielo.''

Esordisce senza nemmeno salutarmi. Mi siedo vicino a lui, ha il viso rivolto verso l'alto.
Da quando Allison è morta, a Marzo, non è più lo stesso. E' caduto in una sorta di malinconia, sorride poco, mangia altrettanto poco e parla molto meno del solito. Non che in generale parlasse quanto me.

''Devo dire cosa, a chi?''

Stendo leggermente le gambe in avanti, stiracchio la schiena e mettendo le braccia dietro di me guardo verso il cielo. Il vento leggero rende il tutto più piacevole.

''Devi dirgli quello che provi , e sai di chi sto parlando.''

Come se avessi sentito la barzelletta più esilarante al mondo scoppio a ridere e mi alzo, cominciando a camminare avanti e indietro.

''Sì, certo, e poi cavalcheremo felici verso il tramonto. Andiamo, è di Derek Hale che stai parlando.''

''La vita è così breve Stiles. Non lo capisci?''

I suoi occhi diventano lucidi, così mi avvicino nuovamente a lui e gli circondo le spalle in un abbraccio.

''Devi essere felice almeno tu fratello.''

Scoppia a piangere ed io lo stringo ancora di più. Proprio in quel momento, vedo una stella cadente.

''E' il mio desiderio fratello.''

Lo sento sussurrare, mentre anche lui guarda il cielo.

''Scott, lui non è Allison ed io non sono te, non tutti sono destinati a stare con la persona che amano.''

Purtroppo.

Il rombo di un auto mi fa voltare di scatto, Scott non si gira. Mi rendo conto solo quando si ferma che è la Camaro nera di Derek. Scende dall'auto, sempre in ordine, indossa una maglietta nera, un jeans e le solite Converse nere. Si avvicina a noi facendoci un cenno di saluto con il capo.

''Perché è qui?!''

Sussurro il più piano possibile, a denti stretti, verso Scott. Il mio amico si alza e va verso di lui.

''Torno subito okay?''

Dice rivolgendosi verso di me. Lo ucciderò con le mie stesse mani, fosse l'ultima cosa che faccio.

''Scott mi ha detto che mi volevi parlare.''

Mi alzo e senza rispondere vado a sedermi sul parabrezza della mia Jeep. Lui mi segue senza dire nulla.

''Bello vero?''

Dico indicando Beacon Hills tutta illuminata davanti a noi, cercando di sviare più a lungo, il discorso. Non risponde, fa solo un cenno di assenso con la testa.
Decido di stendermi e poggiare la schiena al vetro dell'auto. Lui si avvicina leggermente e posa il suo peso sul paraurti incrociando le braccia al petto. Da quella distanza riesco a notare che ha appena fatto la barba. Distolgo lo sguardo rendendomi conto che io, a differenza sua, sono proprio un disastro questa sera. Solo stasera?

''Credi in queste cose?''

Lo guardo, quasi incredulo del fatto che mi stia parlando senza rimproverarmi di qualcosa. I suoi occhi sembrano più verdi del solito, sotto la luce fioca delle stelle e dei lampioni in lontananza.

''Tu no?''

''Forse. Non sono solito esprimere desideri, se voglio una cosa, vado e la prendo o cerco di ottenerla.''

Mi osserva per qualche secondo e poi abbassa lo sguardo, tirando un calcio ad un sassolino davanti al suo piede, sembra quasi in imbarazzo.

''Non sempre si può ottenere quello che si vuole.''

Fa un mezzo sorriso ed io resto per qualche secondo senza fiato.

''Dipende quanto lo si desidera ardentemente.''

''Suppongo di sì.''

Cerco di restare il più tranquillo possibile consapevole del fatto che può fiutare ogni emozione.

''Allora, cosa dovevi dirmi?''

Sembra quasi rilassato, non è come al solito, è di buon umore e realmente interessato a quello che devo dirgli. E se mi respingesse?

''Io..''

Perdo un battito, il coraggio viene meno, e spero che non stia ascoltando la mia frequenza cardiaca.

''Allora?''

''Scott non doveva disturbarti, era una cosa di poco conto e avrei potuto dirtelo domani o farti chiamare da mio padre,visto che riguarda un'indagine.''

Mento. E lui non insiste. Non sta decisamente ascoltando il mio cuore.

''Notte Stilinski.''

Il suo tono di voce è improvvisamente cambiato. Più freddo e distaccato di poco prima. Lo vedo salire in macchina e sfrecciare via. Sbuffo rendendomi conto di aver perso l'ennesima occasione.

Blue Eyes || Sterek Where stories live. Discover now