Capitolo due.

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Milano.

Città strana, enorme e caotica.

Non mi sarei mai immaginata di finirci a vivere, ma il mio cuore mi urlava che quello era il posto giusto per ricominciare e io stessa riesco a percepire sensazioni positive.

Dovevo esplorare e scoprire ogni minimo dettaglio del mio nuovo quartiere, cercare un posto in cui poter andare quando avevo bisogno di pensare, in cui poter fare skate, dove poter sentire musica e sentire il vento che mi sfiora il viso mentre sento il corpo rilassarsi cullato dalle note.

Nella mia città natale questo posto era il lungomare..

..ed era anche uno dei nostri posti.

Io scrivevo, lui disegnava, seduti sugli scogli.

Ricordo di un giorno, ero nel panico per un esame di letteratura, lui mi scrisse, alle due del mattino, di scendere senza dirmi la meta.

Sapeva quanto amassi camminare sul lungomare, il rumore del mare, la spiaggia di notte, le rose rosse e parlare delle stelle e della Luna.

Alle tre mi portò proprio lì, sulla spiaggia e mi fece trovare una rosa rossa.

T: "So che sei nel panico e anche nervosa perché ti senti bloccata e so anche che quando sei così nervosa fai danni, quindi ti ho portato qui.. parlami un po' delle stelle e della bellezza della Luna come tuo solito, prometto che ti ascolto senza fare storie..ma non che non possa addormentarmi"

Scoppiò a ridere e io con lui, sentendo quel nodo nel petto sciogliersi.

Ci sedemmo sulla spiaggia, immersi nel buio ad osservare il mare e la nostra città dormiente.

"Sai perché mi piace tanto la Luna?"

T:" Si, Noe, me lo hai detto un sacco di volte.. ti rispecchia."

N:" Non rispecchia me, ma noi..vedi che non mi ascolti?"

Rise e mi abbracciò.

T:" Siamo proprio dei cliché, sai? 'Noi siamo come la Luna, mostriamo solo la faccia radiosa e abbiamo dentro un mondo nascosto come la Luna ci nasconde l'altra sua faccia'."

N:"Beh, se vuoi puoi anche vederla così, in realtà per me la Luna significa anche che è una delle cose che non possono essere nascoste per tanto tempo e ha comunque un effetto rilassante su di me."

Tanc iniziò ad accarezzarmi il braccio, toccando il tatuaggio sul braccio destro, poco sopra il gomito, accarezzando i tre simboli raffigurati.

T:" Il sole." - disse tracciandone la figura, poi passò a quello successivo - "La nostra amica Luna."- e qui rise, lasciandomi poi un bacio sulla fronte e appoggiandoci poi la testa, sorrisi a quel semplice gesto.

Poche persone mi hanno fatta sentire protetta, lui ci riusciva con un semplice gesto.

Passò al terzo simbolo, uno ying e yang, si fermò a tracciarne i contorni delicatamente e poi sussurrò: " La verità."

E' uno dei ricordi che ho di lui a cui tengo di più, eravamo noi. Senza il casino intorno, semplicemente la voglia di viverci, capirci e amarci.
Ancora non mi spiego cosa ci abbia portato al punto di rottura, è ancora una ferita che brucia sotto la pelle e nel petto.

Chiudo gli occhi e allontano il pensiero.

Inspiro profondamente e poi riapro gli occhi.

"Noe, quindi vieni con me?"

Alzo lo sguardo verso la mia amica Alice, le sorrido.

N:" Dove si va di bello?"

A:" Ti mostro di nuovo Citylife o vogliamo andare a scolarci l'ennesimo Starbucks?"

La guardo alzando il sopracciglio, poi le sorrido e lei mi guarda complice.

A:" Okay, hai vinto, prima Starbucks e poi Citylife."

Dopo due cambi di metro, una fermata allo Starbucks di corso Como e qualche figuraccia arriviamo in uno dei posti più affollati di Milano, Citylife.

Inizio a sentire un senso di ansia.

Quella sensazione che non sentivo da mesi.

N:" Lui è qui, o c'era."- sussurro.

Alice mi guarda confusa ma me ne curo poco.

Lo sento.

Sento la pelle bruciare sotto la felpa, è debole ma qualcosa mi dice che lui è lì, magari non in quel momento preciso, ma c'era stato.

Iniziamo a vagare per la zona, con questa sensazione sempre più forte pomparmi nelle vene, ed arriviamo sopra un sorta di ripiano, un enorme palazzo sulla sinistra e tutta la zona commerciale del parco davanti a noi.

Decidiamo di sederci vicino un gruppo di ragazze, accanto ad una torretta messa nel verde.

Mi siedo, appoggiando lo skate contro la torretta e consumando la mia bevanda, guardando la zona da lì mi sento un po' a casa, ovviamente nulla a che vedere con il mare, però sto bene.

Quella sensazione di ansia è sparita e quindi smetto di stare sulle difese.

Decido di fare un po' di skate nel viale affianco e nel momento in cui mi alzo noto una figura rossa a terra, schiacciata.

Quando la metto a fuoco il mio cuore perde un battito.

Un petalo.

Un petalo di rosa rossa.


Note,

hello there, vi ringrazio per i messaggi e il riscontro di ieri, non me lo aspettavo!
spero vi piaccia,

much love, D.

Congelato nel tempoWhere stories live. Discover now