Capitolo otto.

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Ho sognato quel momento per giorni.

Ho sognato il suo ritorno e lo desideravo.

Erano passati nove mesi quando lo vidi quel giorno a Milano, dieci invece nell'attesa di riassaporare le sue labbra.

Notte insonni chiedendo perdono.

Ma perdono per cosa? Io avevo solamente bisogno di lui.

Nel corso dell'ultimo anno ho viaggiato, conosciuto nuove realtà, fatto terapia per superare i miei problemi..ora respiro, anche se covo una rabbia dentro inspiegabile.

Una rabbia per qualcosa che ho perso e che so perfettamente che non riavrò più.

La musica forte nelle orecchie mentre vado in quel posto che evito da un anno.

"Chissà dove sei, io sto perdendo il sonno insieme alle paranoie, non passa mai"

Ricordo le notti sveglia a fissare il telefono.

Ricordo le notti sveglia ad aspettare un messaggio.

Ricordo di aver aspettato l'alba seduta sul tetto di casa, nel freddo di Gennaio.

Ricordo le sensazioni ogni volta che passavo per il suo quartiere.

"Sai, se fosse per me ora staremmo ancora condividendo un cuore"

I nostri progetti insieme.

La nostra voglia di viverci.

Lui e il suo percorso sul web.

Io e la mia fame infinita di posti nuovi, lingue nuove, culture nuove.

Senza dimenticarci mai dell'altro, supportandoci a vicenda.

Quando se ne è andato, non so dove ho trovato la forza di continuare a studiare e fare gli esami.

Fatto sta' che ad Aprile, con una sessione speciale, sono riuscita a laurearmi.

Nella tesi, c'era anche un ringraziamento a lui.

"Ma sai anche che non è da me, correre dietro a chi non ha occhi e tempo per me"

"Ma se ci stai così tanto male per quale motivo non sei andata da lui?"

Quanto ho odiato queste domande, come se fosse facile.

Non avrei mai potuto tenerlo legato a me se non lo voleva.

Non avrei mai supplicato il suo affetto.

Non sono mai andata sotto casa sua, ma ho avuto la forza di passare per il suo quartiere giorno per giorno senza mai dare spettacolo e percependo la sua presenza.

Poche volte ho intravisto membri della sua famiglia, loro per la loro strada, io per la mia, come se niente fosse mai accaduto.

Io ero invisibile, lui scomparso nel nulla.

Ma come si può semplicemente svanire nel nulla, in una città così immensa?

"Questo fumo nasconde il dolore, devo dimenticare tutte le parole
Sta gray mi sta mandando fuori e non sento più nulla"

Gli ansiolitici in tasca.

Come una zombie per la città.

Ma non sono serviti a nulla.

E' vero, non sentivo nulla..ma non ho dimenticato nulla, le sue parole sono stampate nella mia mente.

"Sempre stati diversi ma insieme almeno eravamo noi, e sappiamo che una testa pazza l'abbiamo tutti e due,
Ora mi fa male ogni volta che sento, il tuo nome pronunciato dalle persone,
Che mi dicono 'ehi', 'oh', ' tu puoi avere tutto quello che vuoi', ma io rispondo di no"

Arrivata nel posto scelto da T.

La canzone sta per terminare mentre raggiungo il punto di vista dove poter ammirare Nisida dal Parco Virgiliano.

Immersa nella notte, con solo le luci della città intorno e qualche piccola luce delle barche lì intorno.

" Sei ancora qui"

Ed è vero, lo percepivo.

T:"Sapevo che saresti venuta" – dice, abbracciandomi da dietro.

N:"La nostra storia merita un finale, positivo o negativo che sia.." – dico, girandomi verso di lui.

Occhi contro occhi.

Lui sorride e fa per avvicinarsi alle mie labbra, ma lo blocco subito portando la mano sinistra sulle sue labbra e allontandolo.

T:" Scusami" – si allontana e abbasso il braccio, guardandomi intorno.

N:"Cliché però portarmi proprio nel posto del primo appuntamento, dai"

Ridacchia.

T:" Ho perso la mia originalità, chiedo scusa, mia piccola"

Cade il silenzio, nel parco ci siamo solo noi.

N:"T, tu lo sai vero che tutto ciò non è normale?"

T:" Siamo noi ad essere sempre stati strani, basta vederci ora"

Alzo gli occhi al cielo, incrociando le braccia e sorridendogli.

N:" Si, solo due cretini come noi potevano beccarsi 'casualmente' a Milano e parlare lì, per poi sparire e beccarsi sugli scogli..sempre casualmente" – dico, mimando le virgolette su "casualmente"

Lui ride. "Sapevo che lo avresti preso come un complotto"

N:" Nah, diciamo che è stata la dimostrazione di quanto tu possa essere stupido, Tanche"

T:"Quindi...cosa hai deciso?"

Si morde il labbro e gioca in continuazioni con le mani.

E' nervoso, potrei guardalo per altro tempo dannarsi nell'attesa di una risposta, anche perché una risposta non ce l'ho.

Sento un bisogno quasi fisico di toccarlo, ma tutto mi spaventa.

La pelle brucia, la mente urla.

Prendo un respiro e chiudo gli occhi un secondo.

"Per sempre mio" – risuona questa frase nella mente, è una delle nostre canzoni.

Apro gli occhi, è ancora lì, colmo di ansia.

T:"..Allora?"

E stavolta, sono io a baciare lui.

Congelato nel tempoحيث تعيش القصص. اكتشف الآن