Capitolo quattro.

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Stasera i pensieri non vogliono lasciarmi scampo.

Ma non sono pensieri concentrarti su un unico elemento, ma su tutto.

Sono abituata a passare notti in bianco immersa nel mio mondo, ma di solito il centro dei miei pensieri è collegato a quello che ho vissuto e alla paura che ho nel mettermi di nuovo in gioco.

Più passano i giorni, più il blocco diventa evidente.

Sto così bene nella mia bolla, non sono ancora pronta.

Decido di alzarmi e andare alla finestra, ad osservare una Milano dormiente alle tre del mattino con una tazza di caffè tra le mani.

Alzo lo sguardo verso il cielo, nella speranza di vedere la Luna e le stelle, ma senza successo.

Chiudo gli occhi per qualche secondo e con il pensiero torno a Napoli.

Al mio lungomare.

Al mio scoglio preferito.

Alle serate stesa lì sopra con una pizza e una birra.

Alle serate a parlare nel buio con gli amici in attesa dell'alba.

Alle serate con lui, avvolti in una coperta, con il mare in sottofondo.

"Ciao piccola Luna"

Apro di scatto gli occhi e cerco di calmarmi.

N:" E' un ricordo." – mi dico.

Tanc mi chiamava così perché per lui ero misteriosa, luminosa ma con il mio lato oscuro. Diceva sempre che dovevo far predominare il mio lato luminoso, anche durante il mio periodo più buio.

Mi cade lo sguardo sul braccio, più precisamente sul polso destro e osservo il mio tatuaggio.

"Never forget who you are" con un aereplano di carta sul lato destro.

La storia che c'è dietro questo tatuaggio anche a distanza di tempo è in grado di spaccarmi il cuore in due

Quando conobbi Tanc ero appena uscita da quella situazione, e prima di questi tatuaggi il polso era pieno di lividi e tagli.

T:" Credi che tu sia forte facendoti questo?" – mi disse quando si accorse dei segni recenti sul polso, non ho avuto il coraggio di controbattere.

E' stato l'unico a capire il problema, ad aiutarmi a respirare.
Nel mio periodo più nero lui era lì a stringermi le mani e più stavamo assieme più i segni diminuivano fino a sparire definitivamente.

N:" Chissà se la sensazione è vera.. vorrei solamente guardarti di nuovo negli occhi" –sussurro accarezzandomi il polso.

-

Ennesima giornata, ennesimo giro a Citylife dopo il lavoro per rilassarmi, non che il lavoro fosse così tanto pesante, ma il contatto costante con i bambini necessita uno stop.

Non ho con me né lo skate né il mio quaderno su cui scrivere o disegnare e la cosa mi faceva sentire vuota.

California's Bakery e i suoi pancakes forse possono aiutarmi.

Mentre aspetto il mio ordine vedo entrare i ragazzi romani che ho visto spesso in giro, inizio a guardarli, ricevendo occhiate stranite dal ragazzo con gli occhi verdi, moro ed alto.

"Scusami, ci conosciamo per caso?"- dice avvicinandosi incuriosito.

N:" Ciao e no, per nulla.. Vi ho visti in giro spesso, nulla di più"

Mi sorride, forse percependo nel mio linguaggio l'accento del sud e ride.

"Sei da sola? Se vuoi io e i miei amici possiamo farti compagnia, anche noi ti vediamo spesso qui"

I suoi amici si avvicinano e semplicemente annuisco, dopo poco mi ritrovo circondata da quattro ragazzi sconosciuti e bellissimi.

Davanti a me siede Diego, il ragazzo che si è avvicinato a parlarmi, al suo fianco invece Lele, il ragazzo dello skate di qualche settimana prima poi ci sono Valerio e Gian seduti uno alla mia sinistra e l'altro alla destra.

Sono simpatici e fanno morire dal ridere, li prendo subito a cuore.
Finito il pranzo, mi portano con loro a San Babila.

Più cammino per queste strade piene di gente più sento salire l'ansia.

La solita sensazione si fa strada in me.

E' qui, vicino e posso percepirlo.

N:"Non sono ancora pronta" – continuo a ripetermi a bassa voce.

Sento una morsa allo stomaco finché non ci fermiamo in Duomo.

Bello ed imponente.

Quando ti ci trovi davanti ti manca in fiato.

Sento pian piano l'ansia lasciarmi e mi vado a sedere sui gradini della metro di fronte la Mondadori mentre i ragazzi fanno video e foto.

Mi si avvicina qualcuno per vendermi delle rose rosse, ma lo allontano e poi inizio a camminare a passo spedito verso la libreria e osservo la vetrina in cerca di qualche nuovo best seller da leggere.

Ed eccola lì tornare di nuovo, più forte di prima, quella maledetta sensazione.

Ma questa volta è diversa. E' più forte e sento il cuore sul punto di esplodere.

Poi di nuovo la calma e una voce, che mi fa bloccare sul posto.

"Ciao piccola Luna".

Congelato nel tempoWhere stories live. Discover now