VII

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Il debole ticchettio delle gocce di pioggia picchia armoniosamente contro le vetrate della mia camera, donandomi la gioia di un piacevole risveglio.
La casa è immersa nel completo silenzio, molto probabilmente i miei sono a lavoro e mio fratello non si è ancora svegliato.
Sporgo la mia mano, che tasta la superfice del comodino nel bisogno di trovare il mio cellulare.
Quest'ultimo, stracolmo di messaggi, mi avverte dell'orario incombente: sono le 7.09 del mattino.
Non sono una persona a cui piace oziare, preferisco fare cose molto più produttive anziché dormire. Noto un messaggio di mia madre, dove mi avverte dell'imminente arrivo della donna delle pulizie alle 10 del mattino.

Svogliatamente decido di andarmi a fare un bagno rilassante. Strofino i miei occhi semichiusi con il palmo della mano e poggio i piedi sul pavimento gelido, nonostante indossassi un paio di calzini.

Apro il rubinetto della vasca. Il dolce scrosciare dell'acqua riempie la stanza. Raggiunta la giusta temperatura e quantità, mi svesto e immergo il mio corpo nell'acqua bollente, che inverecondamente accarezza la mia pelle. Sciolgo i miei capelli dalla crocchia in cui erano avvolti nella sera precedente. L'atmosfera è riempita dalle note di "summertime sadness".

Stavo quasi per chiudere gli occhi, quando lo stridulo suono del campanello rompe il silenzio.
"Probabilmente è la donna delle pulizie, sarà venuta in anticipo."
Frettolosamente indosso il mio accappatoio di raso verde smeraldo e mi dirigo all'ingresso. Grondo acqua dai capelli e i miei piedi bagnati lasciano vistose orme. Il campanello suona nuovamente.

"Salve si accomodi pure, io so- "rimango lì spiazzata. Non mi aspettavo di vederlo lì sull'uscio della porta.
Si sta mordendo il labbro mentre scruta il mio corpo seminudo.
"Sei provocante? Beh sì questo l'avevo capito non c'era bisogno di venire in accappatoio." Mi dice ammiccando continuando la mia frase.

Abbasso lo sguardo e noto che fortunatamente sono abbastanza coperta, tralasciando la profonda scollatura creatasi al petto, che chiudo velocemente.
"Cosa vuoi?"
"Ieri hai dimenticato i tuoi acquisti nel mio bagagliaio" mi dice porgendomi decine di buste.
"Oh grazie mille, me ne ero completamente dimenticata" dico mentre passo una mano tra i capelli.
"Comunque scusami, non volevo disturbarti. Stavo per andare da Kairi e le ho notate." Ammise.
"Va bene grazie. Ci vediamo stasera allora?" chiedo per tagliare corto.
"Comunque prima di aprire la porta si chiede chi è. Immagini ci fosse stato qualche pervertito al mio posto? "mi rimprovera il moro.
Annuisco semplicemente abbassando lo sguardo.

Chiudo la porta alle mie spalle e mi rendo conto solo in questo momento della grandissima figuraccia fatta. Mi sto schiaffeggiando mentalmente.

Risalgo al piano superiore e frizzo i miei capelli, raccogliendoli successivamente in una specie di turbante.
Nel mentre applico della crema alle rose sulla pelle. Indosso l'intimo Calvin Klein ed un completo da jogging della Nike.
Sciolgo i miei capelli dall'asciugamano e li pettino dolcemente, districando i mille nodi che si sono creati.
Dopo averli asciugati, metto in ordine la stanza e ripongo negli appositi scaffali i miei acquisti. Scendo in cucina per fare colazione. Preparo una ciotola di yogurt con delle fragole, mirtilli e cereali e del succo d'arancia.

Il suono del campanello rimbomba nuovamente all'ingresso.
Spalanco il portone, facendo accomodare la signora Dorothy.
È una donna sulla cinquantina, capelli scuri e raccolti in uno chichon.
Dopo averle offerto un caffè risalgo nella mia biblioteca.

Recupero un paio di libri riguardo al concetto di biologia su cui si basa il progetto. Ho molti libri sulla biologia, anatomia, fisica, filosofia, teologia e tanti altri.
Ho in tutto 9 libri sulla teoria di Darwin, due italiani, cinque tedeschi e due inglesi.
Avrei affidato a Mattia questi ultimi. Lo avverto di passare a casa.

Mentre frugo tra le mille scartoffie sulla mia scrivania, nell'intento di riordinarle un minimo, la porta si spalanca e la sua voce rompe il silenzio.

"Ehi, cosa dovevi darmi?" mi chiede avvicinandosi.
"Oh sì: questi sono tutti i libri che ho riguardo al progetto. Tu leggerai questi due, che sono inglesi, ed io questi sette in italiano e tedesco. Nel caso tu non abbia voglia di rileggerli tutti, dietro vi sono riassunti e appunti in inglese. Studiali. Lunedì li ricopieremo e li uniremo. Non perdere neanche un singolo foglio e non stropicciarli. Sono tra i miei preferiti." Concludo poi mostrandogli la pila di libri.
"Tu hai qualche rotella fuori posto!" mi dice ridacchiando.
"Ci conviene studiare se vogliamo prendere un voto alto. Soprattutto se la tua media fa schifo. Impegnati o salterai la gita in Francia." sottolineo puntualizzando la famosa gita natalizia.
"Va bene Einstein" dice prendendomi in giro.

Dopo avergli affidato i due libri lo saluto e lo accompagno alla porta all'ingresso.

"È il suo fidanzato?" mi chiede la donna.
"Ehm... no. Solo un compagno di classe" sottolineo il mio rapporto con il moro.
"Beh dovresti provarci, è davvero carino." dice ridacchiando.

Rifletto sulle sue parole.
In effetti Mattia è un bellissimo ragazzo, ciò che più non sopporto di lui è il suo carattere e modo di fare.
Nonostante sia così affascinante, è un ragazzo prepotente, egocentrico, lunatico, menefreghista, donnaiolo e maschilista.
Va contro tutti i miei buoni principi da figlia modello.
Lui pensa a spassarsela e godersi la gioventù, mentre io aspiro ad un futuro migliore, studiando nel desiderio di laurearmi.
Troppo diversi per una possibile relazione. Siamo due poli differenti.
Mi rendo conto di essere il polo positivo e lui quello negativo, che pian piano attrae a sé i miei elettroni.

"Dovresti smetterla di fare riferimenti continui alla fisica, un giorno risulterai pazza e ti rinchiuderanno in una clinica psichiatra" blatero tra me e me.

Dopo aver passato la mattinata a riordinare i miei archivi in biblioteca, ritorno in cucina. Sul tavolo c'è un bigliettino

"Starò da Vic per tutta la giornata. Avvisami quando sei alla festa. -Andrew"

Per pranzo, preparo del pollo, verdure grigliate e dell'uovo strapazzato.
Dopo aver ripulito il tutto, torno in biblioteca a studiare per il progetto.

Sono le 6 di pomeriggio. Faccio una doccia veloce nel bagno principale per poi prepararmi per l'evento.
Dopo aver utilizzato le solite creme della mia skin routine, lavo il mio viso con del detergente viso ed uso dell'apposita crema. Decido di indossare un vestito rosso con una notevole scollatura, è pur sempre una festicciola adolescenziale. A questa abbino una borsetta bianca Gucci, dei tacchi bianchi Yves Saint Laurent ed un blazer dello stesso colore.
Riguardo al make-up, ripropongo quello di due sere, della nostra prima uscita.
Piastro i miei capelli, che risultano molto lisci rispetto alle altre volte.
Per chiudere applico una piccola dose d'olio di camelia.
Come gioielli, indosso un orologio, precisamente un Rolex, di mia madre, che si abbina perfettamente al mio outfit.
A questi, abbino degli orecchini ed una collanina di piccoli diamanti bianchi.

Riempio la borsetta di tutto il necessario.
Concludo il tutto con qualche spruzzo del mio Black Opium e sono pronta.
Scendo le scale ed invio un messaggio ad Andrew, avvisandolo della mia uscita.

𝐃𝐨𝐯𝐞 𝐭𝐮 𝐬𝐚𝐫𝐚𝐢, 𝐥ì 𝐬𝐚𝐫ò 𝐚𝐧𝐜𝐡𝐞 𝐢𝐨!// Mattia Polibio🌙Where stories live. Discover now