XIX - ... e voluto

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(Quassù c'è la canzone che ho inserito, nel caso vogliate ascoltarla)
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《Siamo arrivati ad un momento particolare della serata...》
Fece il cantante con voce seria. Sentendo il suo tono così profondo, calò un silenzio intercalato soltanto da sussurri incuriositi. Il ragazzo scambiò uno sguardo con Andy, il chitarrista, che era esattamente a fianco a lui.
《La prossima canzone è dedicata ad un nostro caro amico, che in questo momento sta male e noi speriamo si riprenda al più presto.》
Per qualche strano motivo, queste parole fecero vibrare qualche corda nell'anima del ragazzo catturando la sua attenzione e lui si vide costretto ad ascoltare.
《Ti vogliamo bene, Deaky. Questa è Ordinary World, per te.》
Mentre il chitarrista dava l'attacco e le lievi note pizzicate si diffondevano nell'aria, quella parola, come un sasso che affonda dopo essere gettato in uno stagno, si facevano strada dentro il ragazzo.
Deaky.
 《Came in from a rainy Thursday on the avenue...
thought I heard you talking softly...
Poteva essere l'abbreviazione di un nome strano. O un nome breve distorto. O un cognome. Oppure semplicemente un nomignolo derivato da chissà che cosa.
Roger sentì quelle cinque lettere che gli si imprimevano nella testa. Non sarebbe più riuscito a scordarle.
I turned on the lights, the TV, and the radio...
still I can't escape the ghost of you...
Ma non aveva senso che gli facesse un effetto del genere, non conosceva nessuno che potesse avere un nome anche solo vagamente simile. Quello che più gli si avvicinava era Valerie Deastidy, ma era solo una sua antipatica vicina di quando era piccolo che per di più ora viveva in Florida, stando a quello che ricordava. E poi no, non c'era la minima assonanza.
Mentre con la sua voce rauca il cantante continuava a produrre quella melodia malinconica, per qualche motivo a Roger venne da piangere. 《What has happened to it all?
Crazy, some'd say... where is the life that I recognize?
Gone away...
Dove sei, o tu che possiedi i miei pensieri e occupi la mia mente? Ti troveró mai, o mio angelico Re delle fate?
But I won't cry for yesterday
there's an ordinary world
somehow I have to find...
and as I try to make my way
to the ordinary world
I will learn to survive...
No, mio Re, io non impareró a vivere senza di te. Non c'è modo che io trovi la mia strada senza la tua luce in questo mondo mediocre.
Mentre alzava gli occhi sul muro, attraverso il sottile strato delle lacrime notó qualcosa sul muro.
All'inizio non capiva per quale motivo quella macchiolina avesse tanto attirato la sua attenzione, tanto più che vedeva tutto sfocato.
Sul muro ocra, appena sotto le travi del soffitto, in mezzo all'intonaco dipinto si stava formando una crepa sotto i suoi occhi.
Passion or coincidence...
once prompted you to say
"Pride will tear us both apart"
Roger rimase incredulo davanti a quella che sembrava un'allucinazione. Non capiva come fosse possibile, ma il muro si stava sgretolando. La crepa adesso era diventata un vero e proprio buco nella parete che continuava ad espandersi, ad allargarsi. Ed attraverso il diametro del foro che non smetteva di crescere, il ragazzo riconobbe un cielo stellato che aveva visto solo per poco tempo ma la sua mente già avrebbe potuto riconoscere in mezzo a mille altri.
Well, now pride's gone out the window
cross the rooftops...
run away... 》
La parte razionale della mente del biondo mormorava che tutto quello era impossibile, ma tutto il resto di Roger urlava che era il suo Re che gli stava mandando un messaggio. Le stelle splendevano come diamanti, così intensamente che il locale
normalmente illuminato pareva immerso nella penombra.
Left me in the vacuum of my heart...》
Come a confermare le sue supposizioni istintive, un altro elemento si aggiunse alla scena. Prima era un indistinto filino, che poi mise delle familiari foglioline e sulla cui cima sbucó un bocciolo. Una volta che il delicato fiorellino fu sbocciato, il ragazzo non ebbe più il minimo dubbio: era un nontiscordardimè.
What is happening to me?
crazy, some'd say...
where is my friend when I need you most?
Gone away
Il ragazzo aprì la bocca per dire qualcosa, ma riprese semplicemente fiato. Era ancora completamente assorto in quella visione. L'immagine di un nontiscordardimé sbocciato come un rampicante con il cielo stellato dei suoi sogni era impressa sulla retina dei suoi occhi spalancati.
But I won't cry for yesterday
there's an ordinary world
somehow I have to find...
and as I try to make my way
I will learn to survive
Ciò che lo riportó sulla terra fu il tocco di Kashmira, che facendosi sentire sul suo braccio, con decisione e gentilezza al tempo stesso,catturó l'attenzione dei suoi nervi recettori e lo costrinse a spostare lo sguardo in quello preoccupato della ragazzina.
I suoi grandi occhi marroni lo guardarono con sincera preoccupazione.
Aveva l'aria di volerlo consolare, ma di non avere idea di come poterlo fare.
A Roger, che si sentiva come una ragazza col ciclo, venne un groppo in gola.
Presero a pizzicargli gli occhi.
Allora questo era sentirsi voluti.
Istintivamente gli venne da tornare a guardare verso la visione, per cercare supporto nei delicati petali del fiore e nel candore delle stelle. Ma i suoi occhi lucidi trovarono solamente il muro giallo ocra.
Sconcertato, prima che riuscisse ad elaborare quello che era successo, riuscì soltanto a far tornare lo sguardo in quello della ragazza, cercando qualcosa a cui aggrapparsi mentre l'inspiegabilità di ciò che gli era appena capitato gli si rovesciava addosso come una doccia ghiacciata.
Kash fece per dirgli qualcosa, forse chiedergli come stava, ma un'altra voce le si sovrappose.

《Ascolta, Mary. Io capisco che la tua vita sia frustrante per via della tua incapacità e sei sola come un cane perchè stai sul cazzo a tutti, ma ciò non giustifica il tuo essere una merda, lo sai?》

Se Roger non fosse stato così scosso da quello che aveva appena visto e dall'uragano di emozioni che provava, avrebbe alzato gli occhi al cielo.
Sua sorella era la persona più irritantemente saccente che conoscesse. Solo perché aveva frequentato uno stupidissimo corso di psicologia adesso era convintissima di sapere tutto sulle persone, e usava quel poco che capiva contro di loro.
La conosceva talmente bene che poteva tranquillamente sapere cosa stava facendo senza nemmeno voltarsi a guardarla. Sicuramente stava sfoggiando un sorriso falsamente comprensivo, e molto probabilmente aveva appoggiato la sua mano su quella di Mary annuendo con finta comprensione.
Che grandissima stronza.
Non che la sua "nemesi" le fosse da meno.
Spesso era persino peggio, dal punto di vista etico.
Clare non attaccava mai, non provava gusto ad infierire sugli innocenti. Aspettava che le venisse fatto un qualsiasi torto e poi si scagliava implacabile, quasi con gioia, sul malcapitato di turno, questo sì, ma non provava piacere a infierire su persone ignare e innocenti.
Anzi, spesso l'aveva vista schierarsi con coloro che venivano maltrattati per vie più o meno dirette con sua grandissima soddisfazione e non aveva potuto fare a meno di apprezzare quello che faceva. Sì, magari era una fredda calcolatrice implacabile e si divertiva fin troppo a mandare bulli in psichiatria - come quella volta in cui aveva fatto credere ad un ragazzo che conosceva e che aveva fischiato dietro a Kash facendola scoppiare in lacrime di essere perseguitato dal fantasma di una
ragazza morta uccisa dal suo fidanzato violento - ma non era malvagia.
Solo una grandissima stronza.
Mary e lei si odiavano così tanto per colpa di Freddie. All'inizio lui non capiva assolutamente niente e si limitava a tentare di non sentirsi orgoglioso di sua sorella ogni volta che sentiva di uno dei suoi - doveva ammetterlo, geniali - tiri mancini. Poi, dopo aver origliato quasi per sbaglio una conversazione molto confidenziale tra il suo coinquilino e la stronza, la situazione gli si era palesata davanti agli occhi.
Mary stava cercando di allontanare il suo fidanzato e Clare perchè era disperatamente gelosa e credeva che alla base dei problemi della sua relazione con Freddie ci fosse proprio lei.
Clare l'aveva presa di punta, e invece di parlarne civilmente aveva tentato di spalancare gli occhi del suo amico su "che razza di persona maniaca si stesse portando a letto". Freddie l'aveva presa sul ridere, ma tra le due era nata questa specie di assurda faida degna della peggiore sitcom amorosa.
E le due convivevano pure, il che rendeva il tutto ancora più assurdo.
《Clare, Mary, avanti... non mi sembra il caso di continuare questa conversazione...》
Entrambe le ragazze ignorarono beatamente Freddie, il cui tentativo di farle calmare cadde nel vuoto.
Roger avrebbe solamente voluto essere da un'altra parte, possibilmente addormentato, ma purtroppo le parole del litigio attraversarono comunque le sue contrariate orecchie:
《Sarei io la merda, brutta psicopatica? Ma ti sei vista bene?》
Il ragazzo però, anche se restio ad ammetterlo, era dalla parte di sua sorella.
Almeno il suo stile, per quanto inquietante e spietato, era interessante. Mary mirava semplicemente a rigirare, non sapeva controllare la rabbia, voleva solo fare male... e molto spesso invece riusciva solo a fare la figura dell'idiota.
《Quella sola come un cane sei tu! N0n hai uno straccio di ragazzo!》
Come dopo uscite del genere.
Roger si stava vergognando per lei. A quel punto si arrese, e alzò lo sguardo per vedere la reazione di sua sorella.
Clare aveva alzato le sopracciglia, come a dire "e tu credi che questo sia un insulto per me?".
Conoscendola così bene, il ragazzo sapeva dire che sotto il suo falso compatimento la ragazza scoppiava di soddisfazione. Aveva la stessa espressione di quando, da piccoli, giocavano a Risiko e lei stava compiendo la mossa che l'avrebbe condotta alla conquista del suo obiettivo.
Alzò le spalle mentre mormorava abbastanza forte da far sì che sentissero tutti perfettamente:
《E dopo questa tua uscita geniale che mi ha zittito, taccio.》
A Brian scappò una risatina, che lui tentò inutilmente di fermare. Anche con le grandi mani pallide davanti alla bocca si sentiva che stava ridendo.
In qualche modo questo abbassò la tensione.
Anche gli altri commensali sorrisero.
La fidanzata di Freddie, invece, non era molto rilassata.
Roger la vide, mentre gli altri ricominciavano a chiacchierare e l'attenzione si disperdeva, fissare Clare con odio mentre lei riprendeva una conversazione iniziata prima della lite con Brian.
Nessuno a parte lui si accorse di lei che mentre ascoltava Freddie dava un colpo deciso alla pinta di birra piena, che le era appena stata portata da un cameriere, facendola rovesciare in direzione di sua sorella.


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Non so chi di voi leggerà questa parte, ma nel caso siate qui (a parte che vi ringrazio) ci tenevo a scusarmi con voi se non riesco a rispondere a commenti/messaggi/messaggi in bacheca/etc...
È un problema dell'email che sto cercando di risolvere, e che è momentaneo.
Vi ringrazio per l'attenzione
Sempre vostra
Anna

My Fairy King (parte 2)Where stories live. Discover now