XXII - Roger è sempre in mezzo

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Il grande battitore di cassa risplendeva bronzeo sotto la luce morbida della lampade. Il proprietario vedendoli si affrettò a prendere il posto del ragazzo addetto e iniziare a battere, mentre chiacchierava:
《Buonasera ragazzi? Tutto bene? Era tutto buono?》
《Come al solito, Crys. Tutto fantastico.》
Gli rispose Brian, gentile come sempre.
《Sai, ho intenzione di mettere sul menu un burger vegetariano, anche. Me lo hai fatto venire in mente tu, e adesso devo solo consultare il fornitore e decidere con lo staff se prepararlo qui e prendere i surgelati. Sai, Sam in cucina detesta la roba da congelatore, ma non sono sicuro che sappia come fare o che riesca, con tutto il carico di lavoro che ha già...》
Mentre parlava le dita svelte dell'uomo avevano già preparato tre conti separati, già abituato a fare così con loro.
L'uomo era sinceramente affezionato a tutti loro, ma pareva avere un debole per Brian.
Clare poteva comprenderlo perfettamente.
Il ragazzo, nonostante fosse timido e non si sforzasse particolarmente per piacere, riusciva a far breccia nel cuore di chiunque.
Sorrise ripensando ad una volta in cui aveva sorriso e dato cortesemente il buongiorno ad una coppia di anziani.
I due si erano convinti che lui fosse un loro parente, e il ragazzo aveva impiegato una decina di minuti buoni per convincerli che non era un loro pronipote.
Alla fine ci aveva guadagnato una manciata di cioccolatini e un buffetto sulla guancia, e aveva probabilmente migliorato la giornata a quell'anziana coppia che se n'era andata via borbottando "ah, fossero tutti così i giovani..."

Prese dalle mani di Crystal il suo scontrino, e distrattamente iniziò a cercare nel suo portafoglio i soldi necessari per pagare.
Mentre li appoggiava sul bancone, la sua mano si scontrò con quella di Brian che stava facendo la stessa cosa.
Fece per prendergliela, poi si riscosse e si stupì di se stessa.

Non riusciva a capire cosa stesse succedendo.
Lei detestava tenere per mano chiunque.
Anche nelle sue precedenti storie faticava a tenere le mani allacciate e non le capitava mai di fare il primo passo.

Il ragazzo dinoccolato infilò il resto appena ricevuto dal proprietario nel barattolo delle "Mance per il personale" e lei, soffocato il moto di gelosia nei confronti della cameriera carina che era venuta a servirli, si ricordò che a detta di Freddie doveva esserci Cheril eppure non era passata al loro tavolo.
L'aveva vista passare di sfuggita un paio di volte a servire il tavolo davanti al loro, ma non li aveva reputati degni di un saluto.
Strano.
Solitamente passava ogni secondo del suo tempo a stare fastidiosamente appicciata a suo fratello.
Clare decise semplicemente che le era andata bene, la ragazza non le era molto simpatica.

Prese sottobraccio Brian e lo condusse fuori dal bar ad aspettare che Roger aggiustasse i conti.

***
《Allora, come ti è sembrata la serata?》
Brian si strinse nelle spalle.
Il braccio di Clare era leggero, eppure lo stringeva con una fermezza che pareva incredibile in un esserino tanto minuto come la ragazza.
Stavano aspettando che Roger uscisse, e il ragazzo non era mai stato più contento che il suo coinquilino fosse così lento.
Stare fuori, nell'aria fredda di inizio primavera, stretto alla ragazza che adorava... era semplicemente meraviglioso. Ci si godeva anche il silenzio con lei.
Ma parlare gli piaceva di più, lei riusciva sempre a comprendere il suo punto di vista e anche quando non condivideva la sua opinione le loro discussioni erano sempre interessanti.
《Beh, è sempre carino uscire con voi.》
Poi, mormorò quasi sovrappensiero:
《Forse però la birra avrei preferito berla che riceverla addosso...》
Clare sorrise:
《Non dire sciocchezze, non reggi nemmeno mezzo bicchiere. La sera del Kingsley ho dovuto riportarti a casa di peso, idiota.》
Brian ridacchiò e arrossì, ripensando alla prima sera in cui aveva provato a bere qualcosa di più serio di una birra -una bottiglia di wiskey, peraltro mai finita- e se dopo i primi bicchierini era stato preda di risate isteriche per qualsiasi cosa, arrivato alla fine del terzo non capiva più niente e continuava ad insistere di dover andare a cercare la fine di un arcobaleno.
Da come gli avevano raccontato Clare era stata l'unica a riuscire a convicerlo ad andare via.
Ma la ragazza era stata stranamente restia a raccontare nei particolari cosa fosse successo quando se n'erano andati dal nuovo bar che avevano provato, limitandosi a dire che erano arrivati al loro appartamento e lei l'aveva messo a dormire tutte le volte che le avevano chiesto.
Brian si trattenne dal sospirare, poi disse:
《Hai ragione. Non penso che tu voglia ripetere l'esperienza...》
La sua voce si spezzò, perchè gli occhi azzurro cielo di Clare parevano dire che lei l'esperienza l'avrebbe ripetuta volentieri, invece.
Lo guardavano dal basso, riflettendo la luce dei lampioni e con uno sguardo strano, mentre le labbra erano stirate in un mezzo sorriso.
Il ragazzo rimase incantato.
Non sapeva cosa dire, non sapeva se parlare fosse una buona idea oppure no.
Forse doveva scherzare? No, non riusciva a fare battute nemmeno normalmente. Doveva distogliere lo sguardo, era inappropriato che continuasse a fissarla?
Non era sicuro di riuscirci, ma forse a lei dava fastidio... e se stava facendo la figura dello scemo, davanti a quei turchesi brillanti, se continuava a fissarla come un cretino?
Eppure lei sorrideva, continuava a sorridere quasi percepisse la sua insicurezza e il suo panico e ne fosse intenerita.
Aprì la bocca, forse per dire qualcosa, ma non ne uscì un suono quindi si affrettò a riuchiuderla.
Arrossì ancora di più convinto di aver fatto una figuraccia.

Fu Clare ad aprire la bocca per dire qualcosa, ma non fece in tempo ad emettere un fiato che la porta del locale si aprì e Roger ne venne fuori, brontolando:
《Allora, ce ne andiamo da sto cazzo di posto?》

My Fairy King (parte 2)Where stories live. Discover now