XXI - chi gioca col fuoco si brucia

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Stringendo gli occhi, Clare studiò l'espressione gongolante della sua coinquilina. Una voce nella sua testa le stava sussurrando tantissimi coloriti epiteti con cui avrebbe potuto definirla.
Quando le passò di fianco, dovette conficcarsi l'unghia dell'indice nel polpastrello del pollice per evitare di prendere quei lunghi capelli che odoravano disgustosamente di anguria e strapparglieli a ciocche da quella testa vuota.
Strinse le mani intorno alla giacca di Brian e la sfilò via dalla sedia.

《Dolcezza, sta bene il nostro scienziato?》

Chiese Freddie, con una nota di preoccupazione nella voce.
Clare si morse la lingua e contò fino a tre, prima di rispondergli:

《Diciamo solo che se fossi in te io consiglierei alla tua ragazza di farsi visitare da uno specialista, spasmi muscolari del genere sono spesso sintomi di malattie gravi e sarebbe davvero una tragedia se le succedesse qualcosa di brutto!

Poi spostò lo sguardo dritto in quello della sua coinquilina:

《Immagino non ti faccia comodo sapere che la tua coinquilina che studia medicina trasloca proprio ora che hai una qualche patologia sospetta, vero?》

Fu una delle poche volte in cui vide sul viso di Mary un'espressione sincera:

《Te ne vai? E io... e io come faccio?》

Le labbra di Clare si piegarono in un sottile sorriso:

《Forse potevi pensarci prima, tesoro. E stanotte dormo da Brian.》

Lo sguardo di Mary si indurì.

《Ma certo. Ti paghi l'affitto con quel genere di favori. Ecco come trovi i soldi quando paparino non sborsa.》

Fece la bionda, puntando i suoi occhi azzurri in quelli della ragazza.
Non era facile far arrabbiare Clare Taylor, ma quando ci si riusciva era meglio trovarsi lontani e al sicuro.
Clare, guardando la faccia della ragazza mollemente adagiata sulle ginocchia di Freddie, si domandò se fosse stato possibile farli lasciare in qualche modo.
Il pensiero dei due separati, con Fred che si toglieva quel fardello dalla vita e l'altra ragazza distrutta e gelosa la fece tranquillizzare.
O meglio, fece passare la sua rabbia da potenziale esplosivo a sottile e gelido ghiaccio. Prima di rispondere, sfilò il piumino di Brian e se lo appoggiò sul braccio.
Poi si voltò e fece un mezzo sorriso che spiazzó l'altra.

《Beh, se fossi davvero una prostituta potrebbe farti comodo. Sai, potrei insegnarti qualcosa, così magari il tuo ragazzo potrebbe ancora avere qualche genere di interesse nei tuoi confronti.》

Fece con tono leggero, poi girò sui tacchi e lasciò che il ghiaccio si propagasse fino a congelare l'atmosfera e rovinare la serata di quell'odiosa ragazza che suo malgrado le era capitato di conoscere.
Arrivando alla porta dei servizi degli uomini, quasi andò a sbattere contro la porta che le si aprì in faccia.
Vennero fuori due ragazzi dall'aria molto poco gentile. Lei fece per scansarli, ma uno dei due le si parò davanti bloccandole la strada.
Lei non riuscì a fermarsi in tempo e andò a sbattere contro la sua giacca, che puzzava disgustosamente di fumo.
Lui mise su un ghigno molto poco galante:

《Ma guarda un po' che bocconcino...》
Fece, squadrandola come se fosse stata un pezzo di carne sul bancone di un macellaio.
《Che ci fai qui? Hai voglia di scopare, bellezza?》

Clare lo squadrò con una smorfia, facendo correre lo sguardo dai capelli marroni e osservando i suoi occhi grigiastri, per poi soffermarsi sul naso rotto.

《Anche fosse, già ti scarterei perchè sei un porco. Non te l'ha insegnato la mamma che devi essere gentile? Ora ti dispiace scansarti, grazie...?》

Lui la guardò, poi il suo sorriso si allargò:

《Mi piacciono quelle un po' difficili.》

Fece, ghignando.
Clare gli piantò lo sguardo fisso negli occhi. Dopo qualche secondo rispose con voce ferma:

My Fairy King (parte 2)Där berättelser lever. Upptäck nu